Wikipedia - Coppa Italia

La Coppa Italia, nota come Coppa Italia Frecciarossa per ragioni di sponsorizzazione, è la principale coppa calcistica italiana, nonché la seconda competizione professionistica nazionale per prestigio dopo il campionato di Serie A. Il torneo si tiene sotto la giurisdizione della FIGC e, sebbene sia formalmente una coppa di lega, in quanto è storicamente organizzato dalle varie incarnazioni della Lega Serie A, è considerato di fatto la coppa federale nazionale. La squadra detentrice della Coppa Italia può fregiare le proprie divise ufficiali, per i dodici mesi successivi la conquista del trofeo, con la coccarda italiana tricolore come simbolo identificativo dell'avvenuta vittoria.

La prima edizione del torneo si svolse nel 1922, e questa fu l'unica organizzata direttamente dalla Federcalcio. La competizione fu riproposta nell'annata 1926-1927 (edizione interrotta ai sedicesimi di finale), e successivamente fu riorganizzata a cadenza annuale dalla stagione 1935-1936: in questo duplice periodo il torneo fu gestito dal Direttorio Divisioni Superiori. La manifestazione ebbe un altro stop, a causa della seconda guerra mondiale, nel 1943, e riprese nel 1958 sotto l'egida della Lega Nazionale Professionisti sino all'edizione 2009-2010. Dal 2010-2011 la coppa è gestita dalla Lega Serie A.

Il record di titoli vinti appartiene alla Juventus, a quota quattordici trofei (di cui quattro consecutivi dal 2015 al 2018, a sua volta record); nella sua storia la competizione ha visto fin qui l'affermazione di sedici squadre diverse. Dal 1936, la formazione vincitrice della competizione ottiene, oltre al trofeo e ai benefici monetari di sorta, anche la qualificazione alle coppe europee; dal 2009, in palio è disponibile un posto in Europa League.

Dal 1988, inoltre, il club detentore della coppa acquisisce il diritto a partecipare alla Supercoppa italiana: fino al 2022, contro i campioni della Serie A in una partita di finale, mentre dal 2023 in una final four che, oltre agli scudettati uscenti, lo vede contrapposto anche alla finalista della coppa nazionale e alla seconda classificata in campionato.

History

XX secolo

Anni 20

Il Vado, compagine vincitrice della prima edizione assoluta della Coppa Italia giocata nel 1922.

La nascita della Coppa Italia, i cui progetti di realizzazione risalgono a partire dal 1912, si inquadra nelle turbolente vicende che sconvolsero l'organizzazione del calcio italiano nel 1921. In quell'anno un profondo dissidio fra le grandi società e la Federazione Italiana Giuoco Calcio, relativo alla struttura del massimo campionato, portò alla secessione dei più importanti club in una lega indipendente, la Confederazione Calcistica Italiana. Ritrovatasi con un torneo praticamente svuotato a livello tecnico, la Federcalcio decise di rimpolpare la stagione agonistica 1921-1922 proponendo una nuova competizione, parallela al campionato e a eliminazione diretta.

Fu così che il 2 aprile 1922 si disputarono i primi incontri della neonata coppa nazionale. Se però lo scarso fascino esercitato dalle deboli e perlopiù sconosciute società federali già creava grandi problemi al campionato, per l'edizione d'esordio della Coppa Italia l'interesse del pubblico si rivelò quasi nullo; il complicato meccanismo di ripescaggi e i continui ritiri fecero il resto sicché, dopo la vittoria dell'outsider Vado, formazione di seconda serie, maturata in finale sull'Udinese ai tempi supplementari, la nuova manifestazione non trovò spazio nelle riforme che nell'estate del 1922 sanarono lo scisma del calcio italiano.

Quattro anni più tardi, nella stagione 1926-1927, ci fu un tentativo di riproporla, che però finì con l'interruzione del torneo dopo poche giornate, per la mancanza di date disponibili. Intanto, tra gli anni 20 e 30 proliferarono nella penisola diverse competizioni minori, quali la Coppa CONI, la Coppa Federale e la Coppa dell'Italia Centrale, che tuttavia mancavano di quel carattere "nazionale" proprio della Coppa Italia.

Anni 30

I calciatori del Genoa posano col trofeo vinto nell'edizione del 1936-1937

Solo nel 1935, in seguito alla riduzione della massima categoria a 16 squadre e al conseguente maggior spazio in calendario, la Coppa Italia riprese in maniera stabile e continuativa. Il regolamento venne modellato su quello della Coppa d'Inghilterra: tutte le partite si disputavano in gara secca su di un campo designato per sorteggio; in caso di parità dopo gli eventuali tempi supplementari, veniva programmata una ripetizione del match a stadi invertiti.

La Juventus premiata con la sua prima Coppa Italia, conquistata nell'edizione 1937-1938.

Avevano accesso alla competizione tutte le società di Serie A, Serie B e Serie C, fra le quali i sodalizi di massima divisione entravano in gioco direttamente nel tabellone principale, mentre gli altri venivano scremati preliminarmente in una serie di turni eliminatori. Il tabellone principale prevedeva cinque turni di gara a partire dai sedicesimi; quanto alla finale, inizialmente si tentò di portare avanti l'idea del campo neutro mutevole di anno in anno, così come una sede fissa nella capitale d'Italia, Roma; tuttavia, ben presto si virò verso la formula di una doppia sfida di andata e ritorno in casa delle due finaliste. La vincitrice della Coppa Italia acquisiva inoltre il diritto di partecipare, l'anno successivo, alla Coppa dell'Europa Centrale.

Il primo vincitore del rinnovato torneo fu il Torino, che batté l'Alessandria allo stadio Luigi Ferraris di Genova l'11 giugno 1936. Ai granata successero poi le più importanti società dell'epoca, ovvero il Genoa, la Fiorentina, l'Ambrosiana-Inter e la Juventus: rimane degno di nota il trionfo bianconero nell'edizione del 1937-1938, maturato in una finale che, per la prima volta nella storia della coppa, vide una stracittadina, quella di Torino, come atto conclusivo.

Anni 40

L'affermazione del Venezia nell'edizione del 1940-1941

Fece scalpore nell'edizione 1940-1941 il successo del Venezia, compagine storicamente lontana dal calcio di vertice, che, tuttavia, in quegli anni vantava in rosa giocatori destinati a divenire in breve tempo affermati campioni, su tutti Ezio Loik e Valentino Mazzola. Proprio questi due emersero negli anni seguenti tra i punti di forza del Grande Torino, che nella stagione 1942-1943 chiuse la serie conquistando anche lo scudetto, diventando così la prima squadra a vincere contemporaneamente i due maggiori trofei nazionali. Intanto, nell'edizione precedente i concittadini della Juventus, dopo aver superato in finale il Milano, erano stati i primi ad aggiudicarsi la Coppa Italia per la seconda volta.

Il Torino che ottenne il secondo trionfo di coppa nell'edizione 1942-1943; centrando nello stesso anno lo scudetto, divenne la prima squadra italiana a conseguire un double.

Il dramma del secondo conflitto mondiale interruppe la breve storia della manifestazione e, nel dopoguerra, l'espansione della Serie A fino a 20 squadre non lasciò più spazio alla "piccola" coppa nazionale. Nella prima stagione postbellica (1945-46), non riuscendo ad organizzare un campionato a girone unico a carattere nazionale, le squadre settentrionali escluse dalla fase finale disputarono la Coppa Alta Italia, vinta dal Bologna.

Anni 50

La competizione tornò a disputarsi solo nel 1958, quando la Lazio superò nell'atto conclusivo la Fiorentina. La manifestazione, ora organizzata dalla Lega Nazionale Professionisti, venne riesumata alla luce del progetto di una nuova competizione europea, la futura Coppa delle Coppe, che si annunciava strutturata come l'ormai lanciata Coppa dei Campioni.

I calciatori della Fiorentina mostrano la loro seconda Coppa Italia conquistata nella stagione 1960-1961

L'edizione del 1958 fu in realtà decisa a stagione iniziata: in vista del successivo campionato del mondo 1958 in Svezia, le date della Serie A 1957-1958, sia come inizio che come conclusione, erano state anticipate di tre settimane; la nazionale italiana, però, non si era nel frattempo qualificata, eliminata a sorpresa dall'Irlanda del Nord. Dunque, per tenere impegnate le squadre e i giocatori, fu anticipato di qualche mese il "progetto-coppa" già avviato per la stagione 1958-1959 – annata, quest'ultima, in cui la competizione iniziò dopo le vacanze estive, quando ancora non erano giunte a conclusione le finali dell'edizione precedente.

La tradizionale coccarda tricolore, simbolo della vittoria nella manifestazione, fu utilizzata per la prima volta dalla Lazio dopo il successo del 1958, e da allora venne adottata ufficialmente dalla Lega. Nel torneo del 1959-1960 vinto dalla Juventus, che realizzò in quella stagione il primo double della sua storia, debuttò il trofeo della Coppa Italia ancora oggi in uso, in oro e decorato alla base da smalti tricolori che richiamano le tinte della bandiera nazionale.

Anni 60

Il Napoli, formazione vittoriosa per la prima volta nel 1961-1962 nonostante la militanza in Serie B.

La succitata Coppa delle Coppe vide ufficialmente la luce nella stagione 1960-1961 e fu sostanzialmente l'unico motivo per la rinascita della Coppa Italia; tale esigenza si rifletté sullo schema della competizione, strutturato affinché si svolgesse nel modo più rapido e meno ingombrante possibile: esclusi i sodalizi di Serie C, tutti i turni erano a eliminazione diretta in gara unica e una serie di griglie eliminatorie permettevano alle grandi squadre di entrare in scena a tabellone molto avanzato.

Negli anni 60, nonostante l'interesse del pubblico stentasse a decollare, nell'albo d'oro della coppa entrarono importanti società come la Roma e il Milan, inframezzate dalla sorprendente Atalanta, vittoriosa nell'edizione del 1962-1963. Si segnalò anche l'impresa sportiva dei cadetti del Napoli, i quali, nella stagione 1961-1962, divennero la seconda e fin qui ultima squadra, dopo il Vado, ad aggiudicarsi la coppa pur non militando nella massima divisione calcistica.

Il sorprendente successo dell'Atalanta nell'edizione 1962-1963

Da ricordare infine, dall'edizione 1967-1968, la rilevante novità regolamentare dell'abolizione della canonica finale a due – come invece era sempre avvenuto dalla nascita fino alla stagione precedente – per far posto al cosiddetto "girone finale": le quattro squadre semifinaliste andavano ad affrontarsi in un girone all'italiana, al termine del quale il trofeo veniva assegnato alla formazione che totalizzava il maggior numero di punti.

Anni 70

Per rilanciare la manifestazione e richiamare il pubblico negli stadi, la FIGC, convinta che, a causa della sua formula, gli sportivi italiani non amassero la Coppa Italia quanto il campionato, decise di sostituire il tabellone a eliminazione diretta con una serie di gironi, approfittando della contemporanea riduzione della Serie A a 16 squadre e del maggiore spazio derivatone in calendario.

Il Bologna riceve la sua prima Coppa Italia nella stagione 1969-1970; l'edizione fu tra le poche disputate senza finale a due, bensì con epilogo in un "girone finale".

Come accennato in precedenza, dapprima i raggruppamenti di quattro società furono impiegati addirittura per assegnare il trofeo in luogo della tradizionale finale; tuttavia, la Federazione, accortasi dell'errore di aver eliminato il pathos dell'atto conclusivo, tornò ben presto sui suoi passi. Ciò fu lampante all'epilogo dell'edizione 1970-1971, quando l'arrivo di due squadre a pari punti al termine del "girone finale" portò alla necessità di un'ulteriore gara di spareggio in campo neutro per l'assegnazione del trofeo, di fatto una finale, peraltro risoltasi (per la prima volta nella storia della manifestazione) solamente ai tiri di rigore: la cosa spinse gli organizzatori a rispolverare la tradizionale finale unica già dalla successiva stagione 1971-1972.

Nella prima metà degli anni 70 il torneo cambiò quindi nuovamente formula: dapprima, in precampionato, venivano formati sette gironi da cinque squadre con gare di sola andata. Alle vincitrici di tali raggruppamenti andava poi ad aggiungersi di diritto il club detentore della coppa, che in quanto tale godeva di un bye per entrare in gioco a tabellone inoltrato; le otto società rimaste venivano quindi distribuite in due gironi con gare di andata e ritorno, da disputarsi dopo la fine del campionato.

La rosa del Milan con la loro terza coppa, seconda consecutiva, vinta nel 1972-1973

Le due capoliste si incontravano poi nella ripristinata finale unica, stavolta con sede fissa allo stadio Olimpico di Roma e alla presenza del presidente della Repubblica. L'atto conclusivo romano andò avanti fino all'edizione del 1979-1980; soltanto nelle stagioni 1976-1977 e 1978-1979 la finale si tenne lontano dalla capitale d'Italia, rispettivamente allo stadio San Siro di Milano e allo stadio San Paolo di Napoli.

La squadra più vincente degli anni 70 fu il Milan, che riuscì a cucirsi la coccarda sul petto in tre occasioni su cinque finali disputate, l'ultima delle quali, nel 1977, vide il sodalizio rossonero togliersi la soddisfazione della vittoria in un derby di Milano contro l'Inter; questa si rifece nell'edizione seguente, interrompendo nell'occasione un digiuno di coppa che in casa nerazzurra durava da ben trentanove anni. In precedenza, una nobile decaduta come il Bologna seppe sfruttare il palcoscenico della coppa per rinverdire il suo blasone, con due affermazioni nella prima parte del decennio. Da segnalare anche gli exploit del Palermo che, pur militando in Serie B, negli anni 70 arrivò a disputare ben due finali.

Anni 80

La Roma celebra il suo quinto successo nella manifestazione, nell'edizione 1983-1984.

Il rinnovato successo delle coppe europee spinse a ripensare nuovamente il formato della Coppa Italia, introducendovi turni a eliminazione diretta con regola dei gol in trasferta: il mutamento iniziò nel 1979, quando con questo metodo vennero disputati i quarti e le semifinali, per poi essere esteso alla finale due anni dopo e agli ottavi nel 1982, in concomitanza con la riammissione dei sodalizi di Serie C1 alla manifestazione.

Come accennato poc'anzi, a partire dall'edizione 1980-1981 venne riformata la finale, ora strutturata come agli albori in gare di andata e ritorno, assegnando il trofeo alla squadra che si aggiudicava il doppio confronto e con la regola in cui, in caso di parità di risultati e di differenza reti tra le due finaliste, la vittoria veniva conferita alla formazione che aveva siglato il maggior numero di gol fuori casa; in caso di ulteriore parità, la finale di ritorno vedeva l'epilogo ai tempi supplementari ed eventualmente ai tiri di rigore: tale formula proseguì immutata fino all'edizione del 2006-2007.

I giocatori della Sampdoria festeggiano con la loro terza Coppa Italia, seconda consecutiva, vinta nell'annata 1988-1989.

Gli anni 80 videro l'egemonia sportiva della Roma e della rampante Sampdoria, che trionfarono rispettivamente in quattro e tre occasioni; con il successo nell'edizione 1987-1988, i doriani furono inoltre i primi a guadagnarsi, assieme alla qualificazione europea, anche l'accesso a una nuova competizione nazionale, la Supercoppa italiana, che dal 1988 contrappone i detentori del campionato di Serie A a quelli della Coppa Italia.

Dopo due stagioni sui generis per i Giochi della XXIV Olimpiade di Seoul 1988 e per il campionato del mondo 1990 organizzato dall'Italia, il modello continentale trovò totale applicazione dal 1990, allorquando la Coppa Italia si strutturò con un turno eliminatorio e cinque turni di tabellone principale, tutti disputati secondo le medesime regole europee.

Anni 90

Il Parma in festa per la sua prima coppa nell'edizione 1991-1992

I successivi anni 90 furono segnati da prime volte e storici ritorni al successo. La stagione 1991-1992 vide la prima affermazione assoluta del Parma, coriacea "provinciale" che visse in questo decennio una fulminea ascesa al calcio di vertice, nazionale ed europeo, seguita dodici mesi dopo dall'ultimo colpo di coda del Torino, nuovamente vittorioso nella coppa nazionale dopo oltre vent'anni. La successiva edizione 1993-1994 fu anche l'ultima, fin qui, a vedere l'exploit di una formazione cadetta, quello dell'Ancona finalista.

A metà del decennio toccò alla Fiorentina interrompere a sua volta un digiuno ventennale, mentre ben più rilevante fu l'affermazione della Lazio nell'edizione 1997-1998, quando i biancocelesti tornarono a scrivere il proprio nome nell'albo d'oro a quarant'anni esatti dal successo nell'edizione della rinascita. Un anno prima, il piccolo Vicenza aveva rinverdito i fasti di Vado, Venezia e Atalanta, salendo sul gradino più alto della competizione, per quello che rimane l'ultimo trionfo di una provinciale nella manifestazione.

L'ultimo trionfo di una "provinciale", quello del Vicenza nell'edizione 1996-1997.

In questa fase finale del XX secolo il torneo, pur senza raggiungere alti picchi d'interesse, seppe raccogliere discreti successi di pubblico; nonostante ciò, i cambiamenti decretati dalla UEFA alle proprie manifestazioni contribuirono ad affossare nuovamente la manifestazione.

XXI secolo

Anni 2000

L'abolizione della Coppa delle Coppe nel 1999 e il contestuale allargamento dei criteri di ammissione alla Champions League tolsero la principale ragion d'essere nonché spazio alla Coppa Italia, cui peraltro non diede rimedio il diritto all'accesso in Coppa UEFA per la vincitrice della manifestazione, poiché tale obiettivo poteva essere raggiunto più facilmente attraverso un piazzamento in campionato.

Alla perdita di interesse nei confronti della coppa seguì anche un ridimensionamento della sua formula: vi partecipavano tutte le squadre di Serie A, di Serie B e le migliori dieci di Serie C1. La prima fase era a gironi di sola andata con quattro formazioni, ai quali partecipavano le peggiori due società di A e quelle delle serie inferiori; si qualificavano le vincitrici di ogni gruppo. La seconda fase consisteva in un turno eliminatorio con gare di andata e ritorno tra le otto qualificate e altrettanti club di A non impegnati in Europa. Il tabellone principale comprendeva poi quattro turni d'andata e ritorno.

L'Inter celebra la sua quinta Coppa Italia nell'edizione 2005-2006.

In questi anni il torneo andò incontro a un costante declino. Nel 2005 si pensò di introdurre un elemento di novità, strutturando le eliminatorie in gara secca tra le dodici società di massima categoria non qualificate alle coppe continentali, quelle di cadetteria e trenta di terza serie; neanche queste innovazioni seppero però riportare il pubblico negli stadi della competizione, in cui le squadre schieravano spesso le seconde linee delle proprie rose.

Tuttavia, l'ennesimo cambiamento regolamentare, varato nel 2007 in occasione della sessantesima edizione del torneo, con la riduzione dell'organico alle sole società di Serie A e B nonché la reintroduzione della finale in gara unica da disputarsi stabilmente all'Olimpico di Roma, sembrò rilanciare la manifestazione. Nel 2008 ci fu poi un'ulteriore modifica organizzativa, che allargò nuovamente la competizione alle squadre delle serie minori nel contesto di un tabellone "tennistico", con tutti i turni in gara unica eccezion fatta per le semifinali, disputate da allora con la formula di andata e ritorno: un formato che, nel corso degli anni, suscitò critiche per la tendenza a favorire i principali club di Serie A a dispetto degli altri.

La Lazio solleva la Coppa Italia vinta per la quinta volta nel 2008-2009

Gli anni 2000 furono caratterizzati dalla doppietta della Lazio, nonché, soprattutto, dall'acceso dualismo tra Inter e Roma: questa partita fu per ben cinque volte – quattro delle quali consecutive – lo scenario della finale, con i nerazzurri che si aggiudicarono tre trofei contro i due dei giallorossi; i meneghini, in particolare, con la vittoria nell'edizione 2004-2005, tornarono a cucirsi la coccarda al petto a ventitré anni dall'ultima volta. Nell'edizione 2002-2003 erano stati invece i concittadini del Milan a porre fine a un digiuno di coppa lungo ventisei anni.

Anni 2010

La prima metà degli anni 2010, apertasi con una nuova vittoria dell'Inter a suggello dei fasti della passata decade, vide il ritorno al successo di due club da tempo lontani dall'affermazione in Coppa Italia. Nell'edizione del 2011-2012 il Napoli sollevò nuovamente il trofeo a venticinque anni dal precedente trionfo, mentre nella stagione 2014-2015 fu la Juventus a porre fine a un digiuno lungo vent'anni, divenendo nell'occasione la prima squadra a toccare la doppia cifra nell'albo d'oro della manifestazione: proprio i bianconeri finiranno per egemonizzare la coppa nella seconda metà del decennio, inanellando una striscia-record di quattro vittorie consecutive su sei finali. In precedenza, l'atto conclusivo dell'edizione 2012-2013 aveva visto per la prima volta il derby di Roma assegnare un trofeo ufficiale, con la Lazio a cucirsi la coccarda al petto.

Il decennio si chiuse con l'edizione 2019-2020, che, a causa di uno stop forzato dettato dalla sopraggiunta pandemia di COVID-19, vide la sua formula modificata in itinere, concludendosi con la terza affermazione del Napoli nella decade.

Anni 2020

Il decennio iniziò con la Juventus che rimarcò il proprio primato nell'albo d'oro col successo nella stagione 2020-2021.

Nell'edizione 2021-2022 l'Inter tornò a fregiarsi della coccarda dopo undici anni, vincendo in finale proprio contro i succitati bianconeri. Nella stessa stagione il numero di squadre partecipanti fu ridotto da 78 a 44 in seguito al cambio di formula della competizione, riservando la partecipazione alla coppa nazionale solamente alle squadre di Serie A e B, più quattro di Serie C. Nell'edizione 2022-2023 i nerazzurri bissarono il successo dell'anno precedente, questa volta contro la Fiorentina, raggiungendo la Roma al secondo posto nell'albo d'oro del torneo a quota nove successi.


La Coppa Italia, conosciuta anche come Italia - Coppa Italia, è un torneo di calcio che si svolge annualmente in Italia. È una competizione molto prestigiosa che coinvolge le squadre di calcio professionistiche italiane di tutte le divisioni, dalla Serie A alla Serie D.

La Coppa Italia è organizzata dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A e offre un'opportunità per le squadre di competere per un trofeo nazionale. Il torneo si svolge in diverse fasi, con partite a eliminazione diretta che si disputano in tutto il paese.

Le squadre partecipanti si sfidano in partite emozionanti e spettacolari, cercando di avanzare nel torneo e raggiungere la finale. La finale della Coppa Italia è uno degli eventi più attesi dell'anno calcistico italiano, con milioni di spettatori che seguono la partita in televisione o negli stadi.

La squadra vincitrice della Coppa Italia ottiene il diritto di partecipare alla Supercoppa italiana, una competizione che vede sfidarsi il vincitore della Coppa Italia e il campione della Serie A.

La Coppa Italia è un torneo che suscita grande passione e interesse tra i tifosi di calcio italiani. Le partite sono caratterizzate da un'atmosfera vibrante e da un alto livello di competizione. I giocatori si impegnano al massimo per portare la loro squadra alla vittoria e conquistare il prestigioso trofeo.

In conclusione, la Coppa Italia è un torneo di calcio emozionante e appassionante che coinvolge le migliori squadre italiane. È un'occasione per i tifosi di godersi partite di alto livello e per le squadre di dimostrare il loro valore sul campo.