Diario Live

Italia - Serie C - Girone A 04/28 14:30 38 Padova vs Triestina - View

Risultati

Italia - Serie C - Girone A 04/20 16:30 37 [4] Triestina v Novara [17] D 2-2
Italia - Serie C - Girone A 04/14 12:00 36 [7] Giana Erminio v Triestina [4] W 0-1
Italia - Serie C - Girone A 04/07 18:45 35 [3] Triestina v Virtus Verona [13] L 0-1
Italia - Serie C - Girone A 04/03 14:15 33 [3] Triestina v Atalanta U23 [6] D 1-1
Italia - Serie C - Girone A 03/30 15:15 34 [15] Arzignano Valchiampo v Triestina [4] W 1-2
Italia - Serie C - Girone A 03/26 15:15 31 [4] Triestina v Alessandria [20] W 3-1
Italia - Serie C - Girone A 03/24 15:15 33 Triestina v Atalanta U23 - PPT.
Italia - Serie C - Girone A 03/17 13:00 32 [19] Pro Sesto v Triestina [5] W 0-1
Italia - Serie C - Girone A 03/10 17:30 31 [4] Triestina v Alessandria [20] - PPT.
Italia - Serie C - Girone A 03/06 17:30 30 [18] US Fiorenzuola v Triestina [5] W 0-3
Italia - Serie C - Girone A 03/02 17:30 29 [4] Triestina v Legnago Salus [7] D 2-2
Italia - Serie C - Girone A 02/25 15:00 28 [4] Vicenza v Triestina [3] L 2-0

Stat.

 TotalIn casaFuori casa
Partite disputate 44 21 23
Wins 22 8 14
Draws 10 7 3
Losses 12 6 6
Goals for 68 33 35
Goals against 46 23 23
Clean sheets 13 5 8
Failed to score 9 6 3

L'Unione Sportiva Triestina Calcio 1918, meglio nota come Triestina, è una società calcistica italiana con sede nella città di Trieste. Milita in Serie C, la terza divisione del campionato italiano.

Il club ha ripreso, attraverso una serie di rifondazioni, il titolo sportivo dell'U.S. Triestina, nata il 2 febbraio 1919 (dopo un accordo preliminare datato 18 dicembre 1918) dalla fusione dei club F.C. Trieste e C.S. Ponziana.

Nell'agosto 2012, in forza dei 74 campionati professionistici a cui partecipò il sodalizio alabardato, e in applicazione dell'articolo 52 comma 10 delle NOIF, la FIGC permise l'iscrizione in Eccellenza alla nuova società, rilevando il titolo sportivo della vecchia. Al momento della nascita la società ha avuto in affitto dai tifosi lo stemma del precedente sodalizio, l'Unione Sportiva Triestina, a sua volta creata nel 1994 sulle ceneri del club originario.

È l'unica società ad aver militato nella Serie A a girone unico in un periodo in cui la sua città non si trovava in territorio italiano: dal 1947 al 1954, infatti, la città fece parte del Territorio Libero di Trieste, separato dall'Italia.

History

Dalla nascita all'approdo in Serie A

L'Unione Sportiva Triestina nasce grazie alla fusione di due squadre della città di Trieste, il Ponziana e il Foot-Ball Club Trieste, le quali condividevano quale campo di gioco la Piazza d'Armi di una caserma Austro Ungarica di Piazza Dalmazia, posta nei pressi dell'attuale Piazza Guglielmo Oberdan. In principio, il Comando Militare di Trieste, al fine di limitare gli inconvenienti che derivavano da tali frequenti incontri, proibì l'uso della Piazza ai due sodalizi, ma successivamente si raggiunse un compromesso: l'autorità avrebbe acconsentito all'utilizzo della Piazza d'Armi per finalità sportive, a patto che le due società si fondessero. L'accordo è siglato il 18 dicembre 1918 nello storico caffè Battisti sito in viale XX settembre 43; il 19 gennaio 1919 avviene la costituzione del triumvirato che avrebbe guidato la nuova compagine, composto dai dirigenti Bertazzoni, Fonda e Vaccari; infine, il 2 febbraio 1919 la società viene definitivamente istituita con la denominazione Unione Sportiva Triestina.

La Triestina 1928-1929.

Nei primi tre anni, essendo le squadre delle terre redente ancora escluse dai campionati nazionali, prende parte alle competizioni locali del Comitato Regionale Giuliano, nonché alla prima edizione (1922) della Coppa Italia. Nel settembre 1922 perde per 1-0 lo spareggio per la promozione in Seconda Divisione (l'attuale Serie B) contro la Monfalconese, a causa dell'autorete di Pahnke Volker. Nel settembre 1924 conquista la promozione nel secondo livello superando nelle gare di qualificazione dapprima la Bentegodi di Verona e infine la Pro Gorizia. Nel 1926, a seguito della ristrutturazione dei campionati, passa alla prima Divisione, che di fatto però era sempre la Serie B. A fine giugno 1928, in virtù dell'importanza simbolica della città redenta di Trieste, rientra tra le squadre promosse d'ufficio alla Divisione Nazionale (la Serie A ante girone unico) in conseguenza dell'allargamento del massimo campionato da 24 a 32 squadre stabilito dal presidente federale Leandro Arpinati. Quell'anno la Triestina sembra anche sul punto di fondersi con le altre due massime realtà calcistiche cittadine, l'Edera e il rinato Ponziana: la fusione tra Edera e Ponziana, che darà vita all'ASPE Trieste (Ass. Sportiva Ponziana Edera), non coinvolgerà alla fine la formazione rossoalabardata.

Al termine del campionato 1929 viene istituita la Serie A a girone unico con le prime otto squadre dei due gironi della Divisione Nazionale. Arrivando nona la Triestina non avrebbe diritto a parteciparvi. Fortuna vuole però che nel gruppo B Lazio e Napoli finiscano entrambe all'ottavo posto e che una serie di spareggi fra le due squadre non riesca a determinare a chi spetti il diritto alla Serie A. La FIGC decise allora, anche per non far perdere la massima serie a qualche piazza importante, di far accedere entrambe alla Serie A, ripescando poi pure la Triestina onde evitare un campionato con un numero dispari di squadre.

Triestina, presenza fissa della Serie A

Da quel momento l'U.S. Triestina partecipò alla Serie A ininterrottamente fino al campionato 1956-1957.

Nel 1929-1930 la Triestina conquistò la salvezza, impreziosendo il campionato con una vittoria a Milano contro l'Ambrosiana-Inter, destinata a vincere lo scudetto. In quel campionato esordì Piero Pasinati, che diventerà il recordman di presenze con la maglia alabardata: 347, spalmate su tredici stagioni. In quella squadra già giocava il triestino Nereo Rocco: è stato prima un importante giocatore, poi allenatore. Fu il primo giocatore alabardato a vestire la maglia della nazionale italiana.

L'anno successivo farà il suo esordio con la maglia rossoalabardata un altro grande giocatore, destinato, come Pasinati, a vincere i mondiali del 1938: Gino Colaussi. Da segnalare un'altra roboante vittoria contro l'Ambrosiana-Inter: 5-0. Da ricordare che nel 1931-1932 Amedeo III Duca d'Aosta, residente in città, divenne presidente onorario del sodalizio.

Nereo Rocco, mito del calcio triestino, fu giocatore alabardato negli anni 1930 e poi allenatore della squadra nel secondo dopoguerra

Il 25 settembre 1932 venne inaugurato il nuovo stadio cittadino, destinato a sostituire il campo di Montebello. Lo stadio, che fino al 1943 si chiamerà "del Littorio", venne inaugurato con il match Triestina-Napoli (risultato finale 2-2). La Triestina al termine della stagione chiuderà con un lusinghiero ottavo posto.

Dopo due stagioni chiuse nella parte medio-bassa della classifica (anche se nel 1935 riuscì ad espugnare Bologna, battendo la squadra più forte d'Europa dell'epoca), la Triestina seppe nel 1935-1936 superarsi e conquistare la sesta piazza.

Questo ottimo risultato venne ottenuto nuovamente nella stagione 1937-1938. Questa volta la squadra alabardata riuscì anche ad inserirsi nella lotta per il titolo. A tre giornate dal termine, dopo aver piegato in casa la Juventus (2-0 davanti a 20 000 tifosi), la Triestina si ritrovò terza in classifica a due punti dalla vetta, dove si trovava proprio la squadra torinese. Nelle ultime tre giornate, però, la squadra riuscì ad incamerare solo un punto. A consolazione del mancato scudetto ben tre giocatori della Triestina vennero chiamati da Vittorio Pozzo nella vincente spedizione in Francia per i mondiali di calcio: Piero Pasinati, Gino Colaussi e Bruno Chizzo.

Nel 1938-1939, in maniera inaspettata, la Triestina si trovò a dover lottare per non retrocedere in Serie B. La squadra si salvò solo per il miglior quoziente reti rispetto a Livorno e Lucchese, dopo un pareggio contro la Juventus all'ultima giornata di campionato. Anche nel 1939-1940 la Triestina non disputò un campionato brillante. Vi è solo da segnalare che riuscì nell'impresa di vincere a Torino contro la Juventus per 6-2. Nel 1940-1941, dopo esser stata quintultima al termine del girone di andata, la squadra chiuse il campionato al nono posto.

Il campionato successivo registrò un evento mai più accaduto per la formazione alabardata. Alla quinta giornata si ritrovò da sola in testa al campionato dopo una vittoria contro il Napoli. L'attaccante Francesco Cergoli s'infortuna all'ottava giornata, chiudendo il suo campionato. La squadra otterrà l'ottavo posto finale.

Nel 1942-1943 la Triestina fu nuovamente sull'orlo della retrocessione. Al termine del campionato si classificò tredicesima a pari punti con Bari e Venezia. Solo dopo aver vinto un torneo di qualificazione contro di loro poté acquisire la certezza della permanenza nella massima categoria. Nel 1943-1944 la FIGC della Repubblica Sociale Italiana organizzò, in luogo dei regolari campionati a girone unico, un campionato misto di guerra di Divisione Nazionale, diviso in gironi regionali con finali interregionali, al cui vincitore non fu assegnato lo scudetto ma la Coppa Federale. Dopo aver passato la fase regionale, la Triestina venne eliminata nel girone di semifinale dal Venezia. Nel 1944-1945 si poterono disputare solo competizioni a carattere regionale: l'U.S. Triestina (solitamente chiamata "Unione" in quel periodo) fu tra le sei partecipanti al girone triestino della "Coppa Litorale Adriatico" organizzata dal Direttorio V Zona, vincendolo con 10 punti in cinque partite.

Gli anni di Rocco

Il primo campionato del dopoguerra venne giocato in due gironi a base geografica. La Triestina si piazzò ottava nel campionato Alta Italia e non poté accedere alla fase finale che attribuì lo scudetto. Nel 1946-1947 la Triestina fu costretta dalle autorità militari anglo-americane, che governavano a Trieste, a disputare le prime partite casalinghe della stagione allo Stadio Moretti di Udine. Un'altra squadra cittadina, l'Amatori Ponziana, disputava infatti il campionato jugoslavo: gli anglo-americani, per evitare incidenti, le avevano vietato di giocare in città, e per evitare polemiche, vietarono anche alla Triestina di giocare a Trieste. Il campionato fu disastroso, la squadra si classificò all'ultimo posto, ma il ripescaggio dell'Amatori Ponziana in Jugoslavia a fine stagione fu visto in Italia come un segno di sfida nella tesissima situazione politica in cui versava in quel periodo la città di Trieste, quindi la FIGC decise, con delibera del 29 luglio 1947, di applicare la stessa misura di ripescaggio alla Triestina, tenendo conto anche delle difficoltà sopraggiunte nella stagione. La FIGC decise di allargare il campionato successivo a 21 formazioni.

La Triestina 1947-1948.

Nella stagione successiva, il 1947-1948, la Triestina passò nelle mani di Nereo Rocco; egli impostò la squadra con un rivoluzionario mezzo sistema, modulo in pratica precursore di quello all'italiana. La squadra conquisterà il secondo posto, a pari merito con Juventus e Milan, totalizzando 49 punti, alle spalle solo del Grande Torino, che di punti ne fece 69, ottenendo così il miglior piazzamento della sua storia. In quell'annata storica la Triestina rimase imbattuta in casa e perse solo otto delle quaranta partite disputate nel corso del campionato. Cosa curiosa, saranno solo 15 i calciatori impiegati da Rocco nella stagione.

Nel 1948-1949 la Triestina disputò un altro buon campionato, sempre guidata da Rocco. In questa stagione la Triestina conseguì anche la vittoria più ampia mai ottenuta: 9-1 contro il Padova, proprio all'indomani della tragedia di Superga. A Superga perì anche Giuseppe Grezar, al quale sarà dedicato nel 1967 lo Stadio Comunale.

Dopo la stagione 1949-1950, conclusa all'ottavo posto, Nereo Rocco verrà allontanato e sostituito in panchina da Béla Guttman. Solo all'ultima giornata, dopo aver battuto il Novara, la Triestina saprà guadagnarsi la salvezza. La stagione successiva sarà ancora più drammatica, con la squadra giuliana salva solo dopo gli spareggi contro la Lucchese (3-3 nella prima gara a Milano e poi 1-0 a Bergamo) e il Brescia, secondo della Serie B, (1-0 a Valdagno).

Béla Guttman impartisce una lezione di tattica ai giocatori triestini

Nel 1952-1953 la salvezza venne raggiunta con meno patimenti e venne fatto esordire in serie A Cesare Maldini; nell'estate del 1953 venne richiamato a guidare l'alabarda nuovamente Nereo Rocco. La seconda avventura del tecnico però non fu fortunata, tanto che venne esonerato dopo la ventunesima giornata, a seguito di una sconfitta pesante in casa contro il Milan (0-6). Il suo sostituto, Feruglio, guidò gli alabardati a due comode salvezze consecutive (1953-54 e 1954-55). Nel 1955-1956 venne esonerato per far posto a Piero Pasinati. La squadra disputò fino ad aprile un buon campionato, poi ci fu una lunga serie di sconfitte nella parte finale della stagione, che però non impedirono di ottenere l'ennesima salvezza.

Il declino

Il 1956-1957 segnerà la prima retrocessione della squadra giuliana in Serie B. Dopo un buon girone di andata, la squadra si scioglierà come neve al sole nel ritorno. La partita decisiva venne disputata il 16 giugno 1957: la Triestina venne sconfitta dall'Atalanta per 1-0 (gol di Mion). L'anno seguente, 1957-1958, la Triestina seppe riconquistare immediatamente la Serie A. Guidata da Aldo Olivieri, la formazione rossoalabardata disputò un ottimo campionato e riuscì anche a lanciare in nazionale Gianfranco Petris. La vittoria decisiva venne ottenuta contro il Cagliari alla penultima giornata.

L'anno seguente, però, fu di nuovo retrocessione nella serie cadetta. Quello del 1958-59 è tuttora l'ultimo campionato di massima divisione disputato dalla formazione rossoalabardata. Il 7 giugno 1959, con un pareggio per 2-2 in casa del Padova del suo idolo Nereo Rocco, la Triestina diede l'addio alla massima serie.

L'anno successivo la Triestina sfiorò la promozione chiudendo al quarto posto, un solo punto dietro al Catania giunto terzo. Fatale la sconfitta con il Marzotto Valdagno alla terzultima giornata. Nel giugno di quell'anno partecipò alla prima edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo alla vittoria dell'Italia. Nel 1960-61 la Triestina retrocedette per la prima volta nella sua storia nella terza serie. Arrivò terzultima e perdette a Ferrara lo spareggio con il Novara. Andata in vantaggio, venne ripresa e poi superata nei supplementari dai piemontesi. Al termine della stagione Leo Brunner cedette la presidenza al conte Guarnieri. Pronta risalita nella serie cadetta nella stagione 1961-62, con Enrico Radio in panchina. La gara decisiva per la promozione, Triestina-Biellese, giocata il 3 giugno 1962, portò allo stadio oltre 19 000 spettatori. La promozione però fu solo un fuoco di paglia. Gli anni seguenti, infatti, regaleranno poche soddisfazioni ai tifosi, con una squadra mai capace di lottare per la promozione in Serie A. Nel 1965 vi sarà una nuova caduta nella terza serie. Questa volta per rivedere la Serie B saranno necessari altri 18 anni. Dopo alcune stagioni grigie, nel 1969 la squadra riuscirà a sfiorare nuovamente la promozione in cadetteria. Il Piacenza sarà però imprendibile per la squadra alabardata.

Dalla Serie D alla Serie B

Una formazione della Triestina 1971-1972, vincitrice del girone C della Serie D e promossa in Serie C.

Dopo un buon campionato 1969-1970, la Triestina conobbe nel 1970-1971 l'onta della prima retrocessione in Serie D. La stagione fu subito tribolata a causa di problemi societari. Il conte Guarnieri si accordò con una cordata di imprenditori portogruaresi. Il passaggio di potere saltò a causa del timore che la formazione giuliana diventasse una semplice succursale del Venezia, società della quale il gruppo di imprenditori aveva la proprietà. Il campionato verrà concluso con la retrocessione per differenza reti peggiore rispetto alla Pro Patria. Nel 1971-1972 la Serie C venne prontamente riconquistata, merito di un girone di ritorno con ben 13 vittorie su 17 incontri. Nella squadra si mise in luce un futuro campione del mondo di Spagna '82: Gianpiero Marini. Al termine di quella stagione la Triestina affrontò una tournée in Unione Sovietica. Dopo una grigia stagione 1972-1973, l'anno successivo la Triestina sprofondò nuovamente in quarta serie.

La Serie D del 1974-1975 presentò alla tifoseria una interessante novità: il derby in campionato contro un'altra squadra cittadina: il Ponziana. In realtà i derby cittadini erano molto frequenti prima della riforma dei campionati nel 1929, non solo contro il Ponziana, ma anche contro altre formazioni come, per esempio, l'Edera. L'ultimo precedente risaliva al Campionato Alta Italia del 1944, nel quale la formazione alabardata aveva affrontato oltre ai "Veltri" anche il San Giusto.

Il primo match ebbe luogo il 1º dicembre 1974, davanti a oltre 20 000 spettatori. Decise l'incontro un gol del ponzianino Miorandi. Al ritorno l'incontro terminò 1-1. A fine stagione, pur se di poco, la Triestina precederà in classifica il Ponziana. Il ritorno in C verrà festeggiato al termine della stagione 1975-1976. Il campionato fu una vera e propria marcia trionfale per i rossoalabardati, che conquistarono la promozione con quattro turni di anticipo, ottenendo al termine della stagione ben 52 punti dei 68 teoricamente disponibili. Dopo due stagioni in chiaro-scuro si giunge all'annata 1977-78. Al termine della stagione, a causa della riforma dei campionati, nascerà la Serie C1, alla quale parteciperanno le prime 12 formazioni di ciascun girone della Serie C. La Triestina fu capace di agguantare la neocostituita categoria, anche se la stagione sarà contrassegnata da una pesante sconfitta (6-0) il 12 marzo 1978 nel derby regionale con l'Udinese.

Una formazione della stagione 1974-1975

Il campionato 1978-1979 rappresenterà per la compagine alabardata l'anno dell'illusione. Infatti la squadra condusse un ottimo campionato, vanificato alla penultima giornata da una sconfitta casalinga contro il diretto rivale, il Parma, guidato da Cesare Maldini e nel quale si stava mettendo in luce il giovane Carlo Ancelotti. Il gol decisivo venne firmato da Bonci. A fine campionato Parma e Triestina, appaiate al secondo posto, furono costrette ad uno spareggio che si disputò il 17 giugno 1979 a Vicenza. I ducali s'imposero per 3-1 dopo i tempi supplementari. L'anno successivo la Triestina si aggiudicò il primo torneo della sua storia: la Coppa Anglo-Italiana. Gli inglesi del Sutton United FC vennero piegati ai calci di rigore il 15 maggio 1980 nella finale disputata allo Stadio Giuseppe Grezar, con Fulvio Varljen allenatore. Alla ventisettesima giornata di campionato, infatti, venne esonerato il tecnico Vasco Tagliavini che guidava la squadra alabardata dal 1974.

Persa la volata promozione nel 1980-1981 (con in panchina Ottavio Bianchi), nel campionato successivo arrivarono a Trieste due figure che saranno fondamentali per la riconquista della Serie B dopo 18 anni: a guidare gli alabardati è chiamato l'allenatore Adriano Buffoni, mentre in attacco viene acquistato Franco De Falco.

Il campionato 1981-1982 si chiuse con un onorevole quinta posizione, che dette diritto alla squadra giuliana di disputare nuovamente la Coppa Italia, manifestazione da cui mancava dall'edizione del 1964-1965. Il 1982-1983 fu l'anno della tanto agognata promozione in Serie B. La cavalcata iniziò subito bene, con la Triestina capace di vincere cinque delle prime sei partite. Venne sconfitta soltanto alla settima giornata a Rimini (squadra guidata da Arrigo Sacchi) e all'undicesima a Padova. La promozione verrà conquistata matematicamente a quattro giornate dal termine, sconfiggendo il Parma per 2-1. Franco De Falco conquisterà il titolo di capocannoniere con ben 25 reti realizzate. Al termine della stagione l'imprenditore Raffaele De Riù rileverà la società da Giorgio Del Sabato. Nel 1983-1984 la squadra, dopo un avvio stentato, riuscì a garantirsi una comoda salvezza. In Coppa Italia la Triestina passò il primo turno, ma venne eliminata negli ottavi di finale dall'Udinese di Zico (0-0 a Trieste, 2-0 a Udine). La gara di andata venne funestata da incidenti, a seguito dei quali perì il giovane tifoso Stefano Furlan. A lui venne poi intitolata la Curva Sud del nuovo stadio.

La Serie A sfiorata e le penalizzazioni

Il portiere Enrico Nieri alla Triestina nel 1983.

Con la stagione 1984 terminò la prima parentesi di Adriano Buffoni sulla panchina alabardata. Per sostituirlo venne chiamato Massimo Giacomini, già tecnico di Udinese, Milan, Torino e Napoli, nonché giocatore alabardato. La squadra disputò un ottimo campionato, ma gettò al vento la possibilità di venire promossa, pareggiando alla penultima giornata in casa contro il Monza. L'attaccante Giorgio De Giorgis fallì anche un calcio di rigore. Nell'ultima di campionato, la Triestina uscì sconfitta da Campobasso.

Nel 1985-1986 al timone della squadra arrivò il tecnico veneto Enzo Ferrari, reduce da una stagione sulla panchina di una squadra della Liga spagnola, il Real Saragozza. La Triestina partì in modo autorevole (tre vittorie di fila nelle prime tre gare) e lottò nuovamente per tutta la stagione nella parte alta della classifica. Con una vittoria a Pescara nell'ultima giornata agguantò la quarta posizione in coabitazione con l'Empoli e dietro al Vicenza.

Proprio la squadra veneta era stata da poco coinvolta nel secondo scandalo calcioscommesse, per cui appariva certa la necessità di uno spareggio fra toscani e giuliani per determinare la terza formazione da promuovere in Serie A. Da lì a poco, però, anche la Triestina sarà coinvolta nello scandalo e penalizzata di un punto per la stagione 1985-1986 (sufficiente per non regalare agli alabardati la terza posizione assoluta) e di quattro per la stagione successiva. Nel 1986-1987, pure se penalizzata, la squadra riuscirà a salvarsi. Anche nella stagione 1987-1988 la Triestina partì con una nuova penalizzazione di cinque punti per un episodio di illecito sportivo che coinvolse anche l'Empoli e riferito alla stagione 1985-1986. Questa volta la penalizzazione risultò troppo pesante per la compagine guidata per il terzo anno di fila da Enzo Ferrari, che arrivò penultima e retrocedette. Da ricordare che con quest'ultimo alla guida la squadra non vinse in trasferta per due annate consecutive.

La rosa alabardata che sfiorò il ritorno in Serie A nella stagione 1985-1986.

L'anno successivo venne riconquistata immediatamente la serie cadetta. Con un triestino in panchina, Marino Lombardo, i rossoalabardati, nuovamente guidati da De Falco in attacco, grazie ad un finale di campionato giocato alla grande (quattro vittorie di fila nelle ultime quattro gare) ritrovarono la Serie B. Il match decisivo venne disputato a Ferrara contro la SPAL (risultato 1-0, gol di Papais).

Il nuovo stadio e il fallimento

Dopo due sole stagioni la Triestina tornò in Serie C1. Anche la stagione 1991-1992 non fu particolarmente brillante a causa di un campionato troppo altalenante.

Nel 1992-1993 l'entusiasmo per l'inaugurazione del nuovo stadio e prezzi veramente convenienti spinsero oltre 12 000 tifosi a sottoscrivere l'abbonamento. La squadra, guidata da Attilio Perotti, cominciò il campionato in maniera più che positiva, ma, ironia della sorte, una volta inaugurato lo Stadio Nereo Rocco e cominciatovi a giocare, perse brillantezza e non riuscì a riportare la Serie B a Trieste. Qualcuno parlò quasi di una “sindrome del Rocco”. Nell'anno 1993-1994 Adriano Buffoni, protagonista della promozione del 1982-1983, venne richiamato sulla panchina giuliana, così come venne nuovamente ingaggiato Francesco Romano, centrocampista che nella Triestina della metà degli anni ottanta aveva fatto molto bene prima di diventare pedina fondamentale del Napoli di Maradona. La squadra, pur influenzata negativamente dalla crisi societaria, disputò un campionato onorevole e conquistò la Coppa Italia di Serie C contro il Perugia (1-1 al Rocco e 2-2 al Renato Curi). I giocatori però non venivano pagati regolarmente, per cui misero in mora la società. La richiesta di un albergatore di veder pagato un proprio credito portò la Triestina al fallimento, che venne dichiarato il 30 giugno 1994. Non disponendo delle liberatorie dei giocatori, la squadra perse anche il titolo sportivo e venne radiata. Il 27 luglio 1994 nacque perciò la Nuova Unione Sportiva Calcio Triestina, che dovette ricominciare dai dilettanti.

Dai dilettanti alla cavalcata di Rossi: gli eroi di Lucca e il ritorno in B

A seguito del fallimento la Triestina venne inserita nel girone triveneto del Campionato Nazionale Dilettanti. La stagione venne caratterizzata da un duello fra gli alabardati e il Treviso. La partita decisiva si disputò a Trieste il 7 maggio 1995 e vide prevalere i veneti per 2-1. A fine stagione la formazione giuliana sarà però ripescata in Serie C2 con delibera federale, per completare i quadri ridottisi a causa dell'esclusione dai campionati di molte società per problemi finanziari.

Nel 1995-1996 la Triestina affrontò il primo campionato di Serie C2 della sua storia. La squadra rimase in tale categoria per sei stagioni. Per ben quattro volte fu capace di raggiungere i play-off promozione, ma solo al quinto tentativo riuscì a conquistare la Serie C1. Il primo anno venne eliminata dal Livorno in semifinale (Triestina-Livorno 2-3; Livorno-Triestina 1-1), nel 1997-1998 dopo aver eliminato la Pro Patria (2-0 a Trieste e vittoria a tavolino a Busto Arsizio per invasione di campo), non riuscì a superare in finale, a Ferrara, il Cittadella (0-0 d.t.s.) che venne promosso in quanto meglio classificato nella stagione regolare. Nel 1998-1999 il traguardo sembrò vicino. Dopo aver concluso la stagione regolare al secondo posto, la Triestina si sbarazzò della Vis Pesaro (2-2 in trasferta, 2-1 al Nereo Rocco), ma perse la finale di Mantova contro il Sandonà (0-1 d.t.s), a causa di un rigore segnato dall'ex Sandrin. L'anno successivo la panchina venne affidata a Maurizio Costantini, un ex alabardato con ben 307 presenze nella Triestina. Non basteranno sette vittorie di fila tra novembre e dicembre per vincere il campionato. L'epilogo ai play-off fu nuovamente nefasto: la Triestina affrontò per il secondo anno consecutivo la Vis Pesaro in semifinale, ma venne eliminata (Vis Pesaro-Triestina 2-1 e Triestina-Vis Pesaro 1-1).

Dopo sconfitte patite nei play-off di Serie C2, il neopresidente Amilcare Berti decise di affidare la panchina a Ezio Rossi. Nel 2000-2001, dopo un buon avvio di campionato, la squadra uscì dalla zona playoff, ma grazie ad una buona serie di risultati agguantò il quinto posto, sufficiente per agganciare gli spareggi promozione. Sullo slancio di questa risalita la Triestina eliminò in semifinale la Pro Patria e in finale il Mestre, guidato dall'ex tecnico alabardato Maurizio Costantini, vincendo tutte e quattro le partite dei playoff. Nella finale di ritorno, giocata allo Stadio Baracca di Mestre, segnò l'allora giovanissimo Marco Borriello.

L'anno successivo fu di nuovo promozione a seguito di un campionato giocato sempre nella parte alta della classifica e di playoff promozione disputati con grande ardore. Dopo aver regolato lo Spezia, la Triestina trovò sulla sua strada, come tante altre volte in passato in momenti cruciali della sua storia, la Lucchese. All'andata a Trieste gli alabardati si imposero per 2-0, mentre a Lucca, dopo 120 minuti drammatici, la gara termino 3-3, regalando alla Triestina la seconda promozione consecutiva. Quella gara difficilmente verrà dimenticata dai tremila tifosi giuliani giunti nella città toscana e dalle migliaia di appassionati che la seguirono in televisione. Dopo il vantaggio iniziale dei padroni di casa con Marianini e il pareggio di Del Nevo, la Lucchese chiuse in vantaggio la prima frazione di gioco grazie nuovamente a Marianini. All'inizio del secondo tempo Carruezzo, grazie a un colpo di testa, portò la Lucchese sul 3-1. Permanendo tale risultato alla fine dei tempi regolamentari, e non valendo la regola del valore doppio dei gol fatti in trasferta, vennero disputati i tempi supplementari, al termine dei quali il 3 a 1 avrebbe sancito la promozione della Lucchese. Carruezzo centrò il palo su rigore all'inizio del primo tempo supplementare, mentre poco dopo fu Gennari a ridurre lo svantaggio per la Triestina con un altro calcio di rigore. Fu poi Ciullo a fissare il risultato sul 3-3 finale. La Triestina ritrovò così la Serie B dopo dodici anni di serie inferiori.

Nel campionato 2002-2003 la Triestina, grazie a un gioco molto spettacolare, riuscì per molte settimane a rimanere in testa alla classifica e si aggiudicò il titolo di campione d'inverno. Nel girone di ritorno la squadra accusò un calo e non riuscì nell'impresa storica di riconquistare la massima serie dopo oltre quarant'anni di attesa.

2003-2011: ancora Serie B

Il campionato successivo vide un avvicendamento sulla panchina alabardata: al posto di Ezio Rossi, passato a guidare il Torino, giunse Attilio Tesser. La squadra riuscì ad ottenere un più che decoroso posizionamento in classifica, grazie ad un ottimo girone di ritorno e al lancio di giovani interessanti come Alberto Aquilani e Davide Moscardelli.

Nel 2004-2005, sempre guidata da Tesser, la Triestina non si espresse su grandi livelli, tanto che riuscì a salvarsi solo dopo aver battuto il Vicenza nello spareggio-salvezza. Al termine della difficile stagione, il presidente Berti vendette la società all'immobiliarista veneto Flaviano Tonellotto, che si fece conoscere subito per il particolare temperamento, l'imposizione di diete macrobiotiche ai giocatori e il difficile rapporto con giornalisti e tifosi.

Durante il campionato 2005-2006 la Triestina cambiò cinque volte l'allenatore. Alla coppia Alessandro Calori-Adriano Buffoni seguirono Pietro Vierchowod, il dirigente ed ex-giocatore Franco De Falco, l'allenatore delle giovanili Vittorio Russo e Andrea Agostinelli.

Il contestato proprietario fu costretto a dimettersi il 1º febbraio 2006 a causa di una precedente condanna di bancarotta e venne sostituito alla guida della società dalla moglie Jeannine Koevoets. Successivamente la magistratura allontanò la famiglia Tonellotto dalla società per i problemi finanziari causati dalla gestione societaria del presidente. Flaviano Tonellotto e consorte saranno accusati di appropriazione indebita. Il tribunale ha poi nominato amministratori giudiziari Maurizio Consoli, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Trieste, Roberto Lonzar, commercialista, e Franco De Falco, che il 7 marzo è diventato il nuovo presidente.

La crisi societaria terminò il 10 aprile, con la ricapitalizzazione della società. L'imprenditore friulano Stefano Fantinel ha sottoscritto il 79% delle azioni, seguito dalla multiutility AcegasAps con il 15%. Le altre quote sono state sottoscritte da imprenditori e personalità locali.

Pur nelle difficoltà societarie la squadra conquistò una salvezza abbastanza comoda, vincendo per 4-3 a Piacenza a due giornate dal termine. L'anno seguente (2006-07) la squadra fu protagonista di un campionato altalenante che si concluse con una sofferta salvezza, conquistata ancora una volta a Piacenza (1-1 grazie alla "storica" punizione di Allegretti che tra l'altro, oltre a far evitare agli alabardati i play-out, consegna la Serie A diretta, senza i play-off a Genoa e Napoli). La stagione fu caratterizzata dalla penalizzazione di un punto per il ritardo nella presentazione del bilancio e dall'esonero nel febbraio 2007 del tecnico Agostinelli al cui posto arriva Franco Varrella.

Alla fine del campionato venne esonerato il tecnico Franco Varrella e venne ingaggiato Rolando Maran.

Il tecnico trentino guidò gli alabardati per due stagioni. Nella prima la squadra si comportò senza particolari alti e bassi, veleggiando quasi sempre nelle acque tranquille di metà classifica. Da segnalare nell'annata 2007-2008 la scoperta del bomber uruguayano Pablo Granoche che alla sua prima stagione in B realizzerà ben 24 reti in 36 partite, congedandosi dal suo pubblico a quattro giornate dal termine della stagione a causa di un infortunio che lo terrà fuori dai campi da gioco per qualche mese.

Nel campionato 2008-2009 la Triestina ottenne un inaspettato risultato, grazie anche al forte equilibrio che regnò tra le squadre. Dopo un girone e mezzo in piena zona play-off la squadra ebbe un calo imprevisto nelle ultime giornate e, dopo le sconfitte contro Vicenza, Treviso, Empoli e Modena perse definitivamente la possibilità di approdare agli spareggi promozione.

Dopo la separazione consensuale con Maran, al termine del campionato, la guida tecnica è affidata a Luca Gotti. Dopo un buon inizio seguito da una lunga serie di sconfitte, il tecnico viene esonerato il 6 ottobre 2009. Al suo posto viene ingaggiato Mario Somma.

Anche Mario Somma ha un buon avvio (la squadra ottiene sette risultati utili consecutivi e il passaggio del turno in Coppa Italia), ma tra la fine di novembre e l'inizio di febbraio, però viene vissuta una fase negativa con soli 4 punti in nove incontri di campionato. Dopo la sconfitta casalinga col Sassuolo, Somma viene così esonerato. Al suo posto viene ingaggiato Daniele Arrigoni. Per la terza volta con un nuovo tecnico la squadra sembra risollevarsi, ma gli alabardati chiuderanno il campionato al quint'ultimo posto e dovranno giocarsi la permanenza in B nel doppio confronto con il Padova.

Dopo lo 0-0 dell'andata la sconfitta casalinga per 3-0 condanna la Triestina alla retrocessione in Lega Pro, ma le difficoltà finanziarie di alcune società della serie cadetta - in particolare l'Ancona - lasciano aperta l'ipotesi del ripescaggio in Serie B, ufficializzato poi il 4 agosto 2010. Dopo il ripescaggio, la squadra viene affidata a Ivo Iaconi per la stagione 2010-2011, dopo un discreto avvio la squadra accusa una pesante flessione ed i risultati negativi ottenuti nei mesi di novembre e dicembre portarono al suo esonero, a cui la società alabardata tenta di porre rimedio sostituendolo nella sosta natalizia con Sandro Salvioni che però non riesce a evitare la retrocessione in Lega Pro avvenuta matematicamente il 21 maggio 2011 in occasione della sconfitta interna contro il L.R. Vicenza per 0-1.

Il ritorno in Lega Pro, la retrocessione e il secondo fallimento

Il 17 agosto 2011 viene comunicata la cessione da parte di Stefano Fantinel del 50% delle sue quote al gruppo Aletti (pari al 48% delle quote totali).. Il 27 agosto 2011 il Gruppo Aletti rileva il 96% delle quote azionarie della società, ed in data 3 settembre 2011 la dottoressa Cristina De Angelis viene eletta al ruolo di presidente. La conduzione tecnica della squadra viene affidata al Direttore Sportivo Antonio Recchi e all'allenatore Gian Cesare Discepoli. Il 14 ottobre l'assemblea dei soci, a seguito di un dissenso fra la presidente Cristina De Angelis e Sergio Aletti, si autonomina quest'ultimo nuovo presidente.. Il 25 ottobre 2011 il tecnico Gian Cesare Discepoli viene esonerato, dopo una serie di 6 sconfitte in 9 partite, per essere sostituito da Giuseppe Galderisi.

Il 4 gennaio 2012 la Procura della Repubblica di Trieste chiede il fallimento della società per l'eccessivo peso debitorio. Il 25 gennaio il Tribunale di Trieste accoglie la richiesta di fallimento. La mancata ricapitalizzazione del capitale sociale ha determinato la decisione del presidente del Tribunale civile di Trieste, Giovanni Sansone: fallimento e società in esercizio provvisorio, affidata al curatore Giovanni Turazza, un commercialista, per conservare almeno il titolo sportivo fino al termine del campionato. Al termine della stagione la squadra si classifica quindicesima, dovendo così disputare i play-out contro il Latina, e dopo la sconfitta in trasferta per 2-0 e il pareggio in casa per 2-2, retrocede in Lega Pro Seconda Divisione. Il 28 maggio va deserta la prima asta per l'aggiudicazione del titolo sportivo, così come la seconda il 13 giugno, infine, nell'asta conclusiva del 19 giugno 2012 la Triestina viene dichiarata fallita e cancellata dai campionati professionistici, dopo che per la terza volta nessuno ha presentato offerte al curatore fallimentare.

La società è stata radiata dalla FIGC il 21 giugno 2012 in seguito alla dichiarazione di fallimento pronunciata dal tribunale di Trieste.

La nascita dell'Unione Triestina 2012

Con il fallimento dell'U.S. Triestina, nel corso dell'estate vengono a formarsi due diversi sodalizi per concorrere a dare continuità al calcio cittadino. Il primo nasce il 31 luglio 2012, quando viene creata l'Unione Triestina 2012 da un gruppo di imprenditori triestini, con amministratore unico Andrea Puglia, presidente della Several Insurance Brokers, caldeggiata dal sindaco di Trieste, Roberto Cosolini. Il successivo 3 agosto, invece, nasce Triestina per Sempre S.r.l., legata a Pietro Irneri, forte di una partnership con il presidente del Siena, Massimo Mezzaroma. Visti i 74 campionati professionistici cui partecipò il sodalizio alabardato, la città giuliana ha potuto chiedere l'iscrizione di un suo nuovo club in Serie D in applicazione dell'articolo 52 comma 10 delle NOIF. Solo il secondo sodalizio ha inviato la richiesta per l'iscrizione alla Serie D, mentre il primo si è limitato a chiedere quella all'Eccellenza.

Il 7 agosto la federazione accetta la richiesta di affiliazione e la conseguente iscrizione al campionato di Eccellenza per l'Unione Triestina 2012, bocciando l'altro progetto Triestina per Sempre; a "pesare" sulla scelta della Federcalcio sono state le diverse garanzie portate dalle due cordate: mentre la prima è stata in grado di presentare subito un assegno di 100 000 euro necessario per l'iscrizione all'Eccellenza, la seconda avrebbe chiesto una dilazione per il versamento dell'assegno da 300 000 euro necessario per la Serie D.

Il 9 settembre 2012 la nuova Triestina, affidata a Fabio Sambaldi, debutta nel campionato di Eccellenza, battendo per 1-0 l'Itala San Marco. Poco dopo i tifosi del Centro di coordinamento affittano per un anno dal curatore fallimentare per 5 000 euro i diritti d'uso del vecchio stemma utilizzato dall'Unione Sportiva Triestina Calcio, concedendolo a titolo gratuito alla nuova società.

Il 30 novembre l'allora amministratore delegato del Palermo Pietro Lo Monaco annuncia una collaborazione fra la Triestina e il presidente del sodalizio palermitano Maurizio Zamparini con effetto immediato e fino al 2015. L'accordo prevede la messa a disposizione di risorse in termini di elementi funzionali al progetto, in particolare gli elementi della formazione Primavera della squadra rosanero, con l'obiettivo di ottenere l'accesso ai campionati professionistici nel breve periodo e il successivo ingresso di Zamparini nella società alabardata seguito di un periodo di affiancamento; il progetto viene tuttavia accantonato a inizio 2014.

Il 23 ottobre 2012 il tecnico Sambaldi si dimette e viene sostituito da Maurizio Costantini: il campionato di Eccellenza si conclude con il secondo posto a 69 punti, otto in meno del Monfalcone che vince il girone. La Triestina è quindi costretta a disputare gli spareggi promozione, che perderà nel doppio pareggio contro la Pro Dronero. Frattanto il 25 maggio 2013 muore Sergio Aletti, ex di Cesena e Ravenna, ma anche ultimo proprietario del club alabardato prima del fallimento del 2012.

Il 6 agosto 2013 la società viene ripescata in Serie D a completamento organici; concluso il campionato di quarta serie al 10º posto (con Fabio Rossitto che subentra in corsa a Costantini), nell'aprile 2014 la società viene acquistata dallo svizzero/kosovaro Hamdi Mehmeti e dal camerunese Pierre Mbock, la cui gestione dura 5 mesi e contribuisce ad aggravare il dissesto societario. Nel 2014 i tifosi, proprietari del marchio, ne hanno revocato la concessione gratuita alla società, a causa della scarsa fiducia verso la proprietà. Tale gesto è stato ripetuto l'anno seguente per la medesima motivazione. Complici le proteste dei tifosi, il club passa ulteriormente di mano agli imprenditori romani Pangrazio Di Piero e Marco Pontrelli. Il 24 maggio 2015 la squadra, riaffidata dopo un incredibile valzer di allenatori a mister Giuseppe Ferazzoli, si salva in Serie D vincendo i play-out contro il Dro (1-3 dopo i t.s.); l'indomani la tifoseria organizzata (CCTC e Curva Furlan) annuncia il ritiro dello storico marchio, di cui è proprietaria, esprimendo la propria sfiducia e contestazione nei confronti del vertice societario.

Un nuovo cambio di proprietà si verifica nel dicembre 2015, allorché a Marco Pontrelli subentra un nuovo gruppo imprenditoriale che affida la presidenza a Silvano Favarato. La situazione societaria tuttavia non migliora, sicché il 1º febbraio 2016 il tribunale di Trieste dichiara il fallimento del club alabardato, cui viene consentito di concludere il tribolato campionato in corso (ultimo tecnico dell'ennesimo valzer di allenatori è Roberto Bordin) mediante esercizio provvisorio.

La terza rinascita: l’Unione Sportiva Triestina Calcio 1918

La coreografia della curva Furlan nella finale dei play-off della Serie D 2016-2017 Triestina-Virtus Vecomp Verona.

Il 12 aprile 2016 la società viene acquistata all’asta giudiziaria per la cifra di 100000 da Mario Vittorio Biasin, imprenditore australiano di origini triestine, fondatore e CEO dell'impresa Metricon Home Builders e azionista di maggioranza del Melbourne Victory, club calcistico di vertice in Australia. Suo cugino, l’ex calciatore e dirigente Mauro Milanese, assume la carica di amministratore delegato. La nuova proprietà si accolla anche il debito sportivo pregresso, quantificato in 250000.

In data 23 maggio 2016, su delibera della FIGC, il sodalizio viene riaffiliato con il nome di Società Sportiva Dilettantistica Unione Sportiva Triestina Calcio 1918 a r.l. (ottenendo inoltre dai tifosi la concessione d'uso dello stemma storico) ed ammesso al campionato di Serie D 2016-2017.

Gli alabardati (allenatore Andreucci) chiudono il campionato al secondo posto nel proprio girone, alle spalle della capolista Mestre: grazie alla successiva vittoria nei play-off (battendo prima l'Abano Terme e poi in finale la Virtus Vecomp Verona) acquisiscono il diritto di prelazione su eventuali ripescaggi.

Inizialmente preclusi dal ripescaggio per la concessione dell'affiliazione di una società ad un'altra (da Unione Sportiva Triestina 2012 a Unione Sportiva Triestina Calcio 1918), successivamente grazie ad una modifica da parte della FIGC dell'articolo 52 comma 3, e grazie anche al fatto che i rossoalabardati sono stati gli unici a cambiare denominazione tra i dilettanti, il sodalizio giuliano vede spalancarsi di fatto le porte del professionismo dopo cinque anni dal fallimento, accedendo dunque al ritorno in Serie C. Alla prima stagione in terza serie, la squadra (allenata da Giuseppe Sannino) coglie un undicesimo posto, mancando l'accesso ai playoff all'ultima giornata. L'annata successiva, nella stagione 2018-2019 (coincidente con il centenario della società), la guida tecnica viene affidata a Massimo Pavanel. L'allenatore di Portogruaro, reduce da una travagliata salvezza all'Arezzo, insieme ad un nucleo di calciatori triestini (con il ritorno in alabardato di Pablo Granoche, che metterà a segno 20 reti stagionali) riesce a creare un'alchimia tale da spingere la squadra ad un'ottima stagione, conclusa al secondo posto in classifica dopo aver lottato per la promozione diretta fino alla penultima giornata, e culminata con la sconfitta in finale dei playoff nel doppio confronto contro il Pisa.

All'inizio della terza stagione in C, nonostante i favori dei pronostici, i primi risultati si rivelano deludenti, e la società dopo la sconfitta per 3-2 in casa della Virtus Verona solleva dall'incarico l'allenatore Pavanel, sostituendolo con Nicola Princivalli ad interim e poi con Carmine Gautieri. Quest'ultimo guida la squadra all'ottavo posto, prima che il campionato venga sospeso a causa della pandemia da Coronavirus, per poi essere eliminato dai play-off agli ottavi di finale contro il Potenza, in una gara molto contestata.

Il tecnico napoletano viene confermato per la stagione 2020-2021, ma viene anch'egli esonerato, dopo tredici giornate, per lasciare il posto a Giuseppe Pillon. Sotto la guida dell'allenatore di Preganziol, la Triestina conduce un discreto campionato, concluso al sesto posto in classifica, ma abbandona inaspettatamente i playoff al primo turno, sconfitta sempre dalla Virtus Verona nonostante il vantaggio del fattore campo e del doppio risultato utile.

Alla vigilia della stagione 2021-2022, a pochi giorni dal ritiro estivo, Pillon viene esonerato, e la squadra affidata a Cristian Bucchi. La stagione si conclude con il 5º posto nella regular season e la qualificazione ai play-off, dove la squadra viene eliminata agli ottavi di finale dal Palermo, poi vincitore degli spareggi e promosso in Serie B. Il 16 maggio 2022 muore, a Melbourne, il presidente Mario Vittorio Biasin.

A giugno 2022, con un passaggio societario effettuato a tempo di record, il club viene rilevato dalle aziende Atlas Consulting e Stardust, detentrici dell'80% della nuova compagine societaria, e che con l'operazione scongiurano in extremis nuove nubi sul futuro del club. Nuovo presidente è Simone Giacomini. Il 3 novembre 2022 viene rilevato il 20% mancante, sancendo la fine del rapporto con Mauro Milanese risolvendone il contratto.

Sul piano tecnico, il nuovo corso è affidato al dg Giancarlo Romairone e, in panchina, ad Andrea Bonatti, esonerato però dopo un difficoltoso avvio di stagione. Al suo posto, viene richiamato a distanza di tre anni Massimo Pavanel, che non riuscendo a risollevare le sorti della squadra rassegna le dimissioni dopo una quindicina di gare e con la squadra all'ultimo posto della classifica: gli subentra l'allenatore della Primavera Augusto Gentilini. Dall'insediamento di quest'ultimo, 6 vittorie, 7 pareggi e solo 3 sconfitte, valgono agli alabardati la conquista dei play-out (acciuffati con il gol-vittoria nei minuti di recupero dell'ultima giornata sul campo della Pergolettese): nel doppio confronto con il Sangiuliano City, è ancora un gol nei minuti di recupero, nel match di ritorno, a sbancare il campo di Seregno e salvare definitivamente la categoria.

Il 4 luglio 2023 una ennesima svolta: la società, mettendosi alle spalle un'annata deludente sotto ogni punto di vista (fatta eccezione per la rocambolesca salvezza conquistata sul campo), passa da Atlas Consulting al fondo americano LBK Capital LLC, guidato da Ben Rosenzweig . La nuova proprietà nomina come responsabili tecnici Alex Menta e Morris Donati, i quali affidano la panchina ad Attilio Tesser che ritorna in rossoalabardato dopo vent'anni. Ad inizio febbraio le strade della Triestina e di Tesser si separano, con la squadra al terzo posto. La panchina è affidata al già alabardato (come giocatore e come tecnico) Roberto Bordin.

La Società Sportiva Triestina 1918, meglio nota come Triestina, è una società calcistica italiana con sede nella città di Trieste. Milita in Serie C, la terza divisione del campionato italiano di calcio.

La Triestina è stata fondata nel 1918 e ha una lunga storia nel calcio italiano. Ha giocato in Serie A per nove stagioni, la prima delle quali nella stagione 1929-1930. L'ultima stagione in Serie A della Triestina è stata quella del 1958-1959.

La Triestina ha vinto un campionato di Serie B nella stagione 1957-1958 e due campionati di Serie C1 nelle stagioni 1982-1983 e 2001-2002.

La squadra gioca le sue partite casalinghe allo stadio Nereo Rocco, che ha una capacità di 26.500 spettatori. I colori sociali della Triestina sono il rossoalabardato, che rappresentano i colori dell'alabarda, l'arma utilizzata dai soldati medievali di Trieste.

La Triestina ha una lunga rivalità con il Padova, con il quale si contende il derby del Nord-Est.