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Wikipedia - Athletic Club

L'Athletic Club, noto come Athletic Bilbao o semplicemente Athletic, è una società calcistica spagnola di Bilbao, maggiore città dei Paesi Baschi e capoluogo della Biscaglia.

Fondato nel 1898, milita da sempre nella massima serie del campionato spagnolo, essendo, insieme a Barcellona e Real Madrid, uno dei tre club che hanno partecipato a tutte le edizioni della prima divisione nazionale fin dalla sua istituzione nel 1928.

In ambito internazionale i suoi migliori traguardi sono due finali di Coppa UEFA/Europa League, entrambe perse, la prima nel 1976-1977 contro la Juventus e la seconda nel 2011-2012 contro i connazionali dell'Atlético Madrid. La squadra ha disputato inoltre una finale di Coppa Latina, persa contro il Milan nel 1956.

In livello nazionale è la terza squadra in Spagna per numero di titoli ufficiali vinti: 35. Nella bacheca del club figurano: 8 campionati, 23 Coppe del Re, 3 Supercoppe di Spagna e una Coppa Eva Duarte. Con 35 trofei ufficiali è la terza squadra più vincente in Spagna dietro Real Madrid (100) e Barcellona (94), davanti Atletico Madrid (34) e Valencia (20).

Il club è noto per la sua politica di tesseramento di soli giocatori baschi, di ascendenza del paese basco spagnolo o di quello francese, oppure ancora formatisi nelle giovanili di un club basco. Tuttavia, per mantenere la sua internazionalità, l'Athletic conserva la "h" nel nome, a sottolinearne l'origine britannica – consuetudine temporaneamente abbandonata solo nel periodo franchista, in cui fu obbligata all'ispanizzazione del nome in "Atlético" – e tessera sovente allenatori non baschi. Nel 2010 un sondaggio della dirigenza del club condotto tra i tifosi circa la loro disponibilità al tesseramento di giocatori stranieri ebbe come risultato il 93% di risposte negative, confermando l'attaccamento dei tifosi alla nota tradizione del club. Un secondo sondaggio relativo alla possibilità di tesserare giocatori oriundi (stranieri di origini basche) ebbe come risultato il 57% di risposte affermative, ma solo se di prima generazione (con genitori o nonni baschi) oppure che fossero cresciuti nelle giovanili di squadre basche o con comprovata fede calcistica verso il club.

I giocatori dell'Athletic sono noti come Rojiblancos ("rosso-bianchi") dal colore delle loro uniformi di gioco, oppure los Leones perché lo stadio del club prende il nome da una chiesa limitrofa dedicata a Mamete di Cesarea, in spagnolo Mamés, santo protocristiano che, secondo la leggenda relativa alla sua canonizzazione, sarebbe stato dato in pasto ai leoni, i quali avrebbero, tuttavia, rifiutato di divorarlo.

History

Le origini del calcio a Bilbao

La storia dell'Athletic Club non può prescindere dalla situazione presente in Biscaglia alla fine del XIX secolo. Durante questo periodo nel porto di Bilbao giungevano numerose navi provenienti dal Regno Unito cariche di materie prime necessarie alla fiorente industria biscaglina. Insieme con le materie prime giungevano in Spagna anche numerosi tecnici e lavoratori inglesi, portando con loro la propria cultura. In un progetto di scambio culturale i giovani bilbaini della borghesia si recavano nel Regno Unito per studiare nei prestigiosi college inglesi, apprendendo così la cultura inglese.

Questo continuo interscambio culturale fece sì che si importasse in Biscaglia uno sport tipicamente inglese, il foot-ball, che si aggiunse agli sport baschi tipici della zona, che all'epoca erano gli unici conosciuti e praticati. La curiosità per questo nuovo sport presto si trasformò in passione e in breve tempo nacque la prima squadra cittadina, il Bilbao Foot-ball Club.

La nascita dell'Athletic Club nel 1898

L'Athletic vincitore della Copa del Rey 1903, edizione inaugurale del torneo, contro il Madrid.

Il diffondersi del nuovo sport non si fermò qui e presto divenne un fenomeno regionale tanto da far nascere, nel 1898, il primo club basco, l'Athletic Club. Nel febbraio del 1901 vennero redatte le regole di gestione del club che furono accettate e rese effettive l'11 giugno. Dopo aver ricevuto il permesso dal governo civile il club divenne effettivo il 5 settembre 1901 con 33 membri fondatori e un presidente, Luis Márquez Marmolejo.

Inizialmente ci fu rivalità con il già esistente Bilbao Foot-ball Club, ma poi le due società decisero di unirsi creando una formazione chiamata Bizkaia. Questa squadra vinse la prima coppa nazionale nel 1902 sconfiggendo il Barcelona per due reti a una.

Gli inizi della storia dell'Athletic Club sono fatti di vittorie. Infatti i primi anni della sua storia la squadra vince di nuovo il campionato spagnolo oltre ad altri tornei, come ad esempio la Coppa di Biscaglia, e numerose amichevoli. Una data storica è quella che vede per la prima volta i giocatori dell'Athletic Club vestirsi di rojiblanco, ovvero di rosso e bianco. Questa data è il 9 gennaio 1910 e questi colori accompagneranno il Club per sempre.

La nascita del San Mamés

Durante gli anni seguenti il calcio si diffonde a macchia d'olio e il numero di tifosi dell'Athletic aumenta vertiginosamente. Il presidente di quegli anni decide, quindi, di costruire uno stadio che possa ospitare le partite casalinghe del Club e una discreta parte di tifosi che volessero assistere alle partite. La zona prescelta è quella tra la Gran Via e l'asilo San Mamés. Il progetto del nuovo stadio fu affidato all'architetto Manuel María Smith e i lavori incominciarono il 20 gennaio 1913. L'impianto prevedeva 3500 posti a sedere e fu inaugurato il 21 agosto 1913 alla presenza del re Alfonso XIII. Gli venne dato il nome di San Mamés.

L'Athletic che vinse il campionato di Primera División 1930-1931

Dopo aver vinto la Coppa di Biscaglia per tre volte consecutive (di cui l'ultima nel 1916), l'Athletic cade in un periodo di disgrazia, dovuto anche allo scoppio della prima guerra mondiale che costrinse l'allenatore (di nazionalità inglese) ad abbandonare il Club per tornare in patria. L'arrivo di Frederick Pentland come nuovo allenatore dei rojiblancos nel 1922 porta, oltre a un periodo di successi, anche ad alcune innovazioni, come l'allenamento fisso quotidiano e il pagamento di uno stipendio per i giocatori che vestono la maglia dell'Athletic. La stagione 1928-29 vede nascere la prima lega spagnola formata da 10 squadre e il relativo primo campionato nazionale. Ad imporsi è il Barcellona, ma l'Athletic è la squadra che segna il maggior numero di gol. La seconda stagione vede l'Athletic fare la prima doppietta spagnola della storia: vince campionato (senza essere mai sconfitto) e coppa nazionale. La direzione di Pentland porta numerosi successi e vittorie di goleada, tra cui il record storico di più larga vittoria per 12-1 contro il Barcellona.

Dopo la guerra civile spagnola

Dopo tre anni senza gare ufficiali l'Athletic necessita di essere ricostruito da zero. Gli ultimi anni degli anni trenta sono, quindi, un periodo di transizione in cui viene lentamente costruita una grande squadra con acquisti come Zarra e Panizo. Nel 1941 un decreto governativo impedisce qualsiasi denominazione che non sia di lingua spagnola. Per questo motivo il nome della società passa da essere Athletic Club ad essere Atlético de Bilbao.

La stagione 1942-43 vede i rojiblancos tornare alla vittoria con un'altra doppietta, trionfando in campionato e in coppa. È la quinta vittoria in campionato e questo gli dà il diritto di conservare il trofeo. Fino al 1950, inoltre, l'Athletic vince altre 4 coppe. Durante il mondiale di Brasile del 1950 Zarra diventa un eroe nazionale dopo aver segnato il gol del definitivo 1-0 contro l'Inghilterra.

Gli anni cinquanta non iniziano molto bene per l'Athletic, anche a causa di continui cambi in panchina. Cambi che durarono fino all'ingaggio di Ferdinand Daučík, allenatore slovacco, famoso per la sua linea d'attacco, composta da Iriondo, Venancio, Zarra, Panizo e Gaínza. Grazie alla guida del nuovo allenatore l'Athletic vince in due anni due coppe e un campionato e partecipa, per la prima volta, nel 1956 a due diverse competizioni europee.

L'esordio in Europa

In qualità di campione di Spagna in carica, tra il 29 giugno e il 3 luglio 1956 L'Athletic disputa per la prima volta una competizione europea, la Coppa Latina, arrivando ad un passo dall'aggiudicarsi il trofeo: la squadra viene sconfitta per 3-1 dal Milan nell'ultimo atto.

Il 20 settembre 1956 gioca la sua prima partita nella neonata Coppa dei Campioni (antesignana dell'odierna Champions League). Dopo un prestigioso successo contro gli ungheresi della Honvéd, con l'incontro di ritorno disputato a Bruxelles invece che a Budapest per l'invasione dell'esercito sovietico successivo alla rivoluzione ungherese, viene eliminata ai quarti di finale dal Manchester Utd dopo il doppio confronto vinto in casa dall'Athletic per 5-3 e perso all'Old Trafford per 3-0. L'anno successivo vince un'altra coppa nazionale.

Nel 1962 viene tesserato colui che diventerà un'autentica bandiera per l'Athletic Club, José Ángel Iribar. Egli vestirà la maglia rojiblanco per 18 stagioni consecutive e concluderà la carriera nel club. Al 2012 è il giocatore dell'Athletic con più presenze all'attivo; in tutto sono 614, contando campionato e coppe, sia nazionali che europee. Il 28 aprile 1962 vengono inaugurate le illuminazione elettriche al San Mamés.

Gli anni sessanta e settanta sono poveri dal punto di vista delle competizioni. L'Athletic si afferma solo due volte nella coppa nazionale e non riesce a vincere nessun altro titolo. Dal punto di vista societario il 1973, a 75 anni dalla fondazione, avviene il primo congresso dei Peñas del Athletic, ovvero i supporter della squadra. Quattro anni più tardi l'Athletic si avvicina al suo più importante titolo in campo internazionale. Riesce, dopo aver sconfitto squadre come il Milan di Capello e Albertosi e il Barcellona di Cruijff, ad arrivare alla doppia finale di Coppa UEFA contro la Juventus. Perde a Torino per 1-0 e si impone al San Mamés per 2-1, ma la differenza delle reti segnate in trasferta è a favore dei bianconeri che si aggiudicano la coppa UEFA.

José Ángel Iribar, storica bandiera dell'Athletic, guida in campo i compagni di squadra a Torino, per la finale d'andata della Coppa UEFA 1976-1977 contro la Juventus.

Dopo la fine della stagione 1976-77 inizia un periodo poco brillante sia per il gioco, sia per i risultati poco edificanti. In campionato non ottiene più risultati degni di nota, in coppa si fa addirittura battere dal Castilla, filiale di segunda del Real Madrid e ottiene una sonora sconfitta per 7-1 al Camp Nou contro il Barcellona. Tutto questo prima del 1980, anno nel quale il San Mamés viene selezionato come uno degli stadi ospitanti le partite del mondiale di Spagna del 1982.

Oltre a questo, la stagione successiva diviene un'altra stagione chiave nella storia dei rojiblancos; la panchina viene affidata a Javier Clemente, precedentemente allenatore della squadra B. Egli rende il gioco dell'Athletic più appassionante e divertente e inoltre inserisce molti giovani nelle file della prima squadra che, con l'aiuto dei veterani già presenti, divengono essi stessi una colonna portante della squadra negli anni futuri. Il primo anno porta l'Athletic in quarta posizione, che gli vale un posto in Coppa UEFA.

Gli ultimi titoli negli anni ottanta

La stagione 1982-83 vede l'Athletic laurearsi, dopo 27 anni, campione di Spagna. Il campionato è segnato da una lotta serrata tra l'Athletic e il Real Madrid che si decide in favore dei baschi solo all'ultima giornata, quando i rojiblancos vincono a Las Palmas e il Real perde 1-0 a Valencia. Il titolo vinto porta nelle strade circa un milione di appassionati in tutta la Biscaglia per festeggiare il successo. La squadra percorre su una barca (battezzata Athletic) il fiume Nervión dove riceve il plauso dei tifosi posizionati su entrambe le sponde.

L'anno successivo l'Athletic bissa la vittoria in campionato, con l'aggiunta della conquista della coppa dopo aver sconfitto per 1-0 il Barcelona in finale. La partita è tristemente nota per lo scontro tra i giocatori a fine partita, tra i quali Maradona. Anche questa volta, la doppietta in campionato e coppa fa scatenare la festa in tutta la Biscaglia.

Anni novanta

Dopo queste due stagioni inizia un nuovo periodo di transizione in cui l'Athletic oltre a sfruttare il proprio vivaio, inizia anche ad acquistare giocatori da altri club, arrivando a pagare anche la cifra record di 300 milioni di peseta (nuovo record) per Lorenzo Juarros. La situazione non migliora e, dopo vari avvicendamenti in panchina, nel 1990 torna Clemente, il cui ritorno non restituisce al club i fasti di otto anni prima. Il tecnico è esonerato a metà stagione.

Dopo altri cambi di panchina giunge, nell'estate del 1992, il tedesco Jupp Heynckes, il quale "pesca" dal vivaio dell'Athletic nuovi giocatori da far esordire in prima squadra, tra i quali Julen Guerrero. La direzione del nuovo tecnico porta dei discreti risultati, come un ottavo posto e la qualificazione alla Coppa UEFA. Alla fine del suo contratto, però, decide di non rinnovare e lascia il club nel 1994.

La stagione successiva è una delle più difficili nella storia del club. Dopo l'acquisto (non senza polemiche) di Joseba Etxeberria dalla Real Sociedad per 55 milioni di pesetas, la squadra è costretta a lottare per non retrocedere, ottenendo la salvezza solo all'ultima giornata di campionato.

Dal 1996 al 2000 il tecnico è Luis Miguel Fernández. Durante la sua gestione l'Athletic acquista nuovi giocatori come Ismael Urzaiz, José Mari e Bixente Lizarazu. In generale anche l'Athletic diviene un club che si interessa nella compravendita dei giocatori come vuole il calcio moderno. L'unica differenza è la scelta di acquistare solo giocatori di scuola calcistica basca, ovvero tutti quelli che hanno iniziato la loro carriera giovanile in squadre di una delle sette province storiche di Euskal Herria, oppure giocatori di origini basche.

Nel 1998 l'Athletic Club festeggia il suo centenario con la qualificazione alla Champions League. Oltre che sul piano sportivo il centenario viene festeggiato in vari modi, tra i quali un concerto di Luciano Pavarotti al San Mamés, un'amichevole casalinga contro il Brasile e una carovana in viaggio per vari luoghi della Biscaglia. Le due stagioni successive, però, sono molto altalenanti e prive di successi, sia in campo nazionale che internazionale.

Anni duemila

Gli anni seguenti vedono il club posizionarsi sempre a metà classifica, senza più vincere titoli e con una sola qualificazione per la Coppa UEFA. Al di fuori dei risultati sportivi, un avvenimento importante accadde nel 2006. Nel settembre di quell'anno, infatti, per la prima volta nella storia del club è stata eletta una presidentessa donna: si tratta di Ana Urquijo Elorriaga, agente immobiliare di Bilbao e socia del club fin dal 1969. Rimane in carica fino al 12 luglio 2007, giorno in cui è eletto nuovo presidente Fernando García Macua.

Nell'estate tra la stagione 2007-08 e 2008-09 l'Atlethic firma per la prima volta in 110 anni di storia un contratto triennale (poi rinnovato) con uno sponsor, la compagnia petrolifera basca Petronor, che va a "sporcare" la maglia. Nel 2009 l'Athletic, guidato dal tecnico Joaquín Caparrós, riesce ad ottenere il grande risultato di arrivare in finale di Coppa del Re contro il Barcellona, ma è battuto per 4-1, dopo l'inutile vantaggio siglato da Gaizka Toquero.

Anni duemiladieci

I tifosi dell'Athletic a Bucarest prima della finale di Europa League 2011-2012 contro l'Atlético Madrid

La stagione 2009-2010 inizia con due sconfitte (1-2 e 3-0) nelle due gare che assegnano la Supercoppa di Spagna contro il Barcellona. In questa annata iniziano ad affermarsi in prima squadra giocatori del vivaio come Iker Muniain, Óscar de Marcos, Mikel San José, Markel Susaeta e Ander Iturraspe. La squadra raggiunge i sedicesimi di finale di Europa League e conclude ottava in campionato. Al termine della stagione lasciano il club vari veterani, tra cui Joseba Etxeberria e Armando Ribeiro, che si ritirano dal calcio giocato, e Francisco Yeste e Iñaki Muñoz, partenti per la conclusione del contratto.

Nel 2010-2011 la squadra completa la sua crescita. Giovani promesse quali Borja Ekiza, Jon Aurtenetxe, Ibai Gómez e Igor Martínez si affermano come titolari. Il sesto posto in campionato, con 58 punti (gli stessi del Siviglia quinto e dell'Atlético Madrid settimo), garantisce il ritorno in Europa League per la stagione seguente. L'attaccante Fernando Llorente batte il proprio record di marcature nella Liga realizzando 18 gol, cifra che un calciatore dell'Athletic non raggiungeva dal 1994.

Nella stagione 2011-2012 la squadra basca, sotto la guida dell'argentino Marcelo Bielsa, ritorna a scrivere importanti pagine di storia, raggiungendo la finale sia di Copa del Rey (eliminando in semifinale la sorpresa Mirandés), che in Europa League. Nella competizione europea elimina fra gli altri il Manchester United, lo Schalke 04 e lo Sporting Lisbona, approdando dopo 35 anni in finale, nella quale viene sconfitto dai connazionali dell'Atletico Madrid di Diego Simeone per 3-0. Il 25 maggio 2012 l'Atlethic viene sconfitto per 3-0 anche nella finale di Coppa del Re dal Barcellona di Pep Guardiola.

La stagione 2012-2013 è meno brillante rispetto agli anni precedenti: la squadra si piazza al 12º posto in campionato e rimane fuori dalle coppe europee. Nell'Europa League 2012-2013 è eliminato nella fase a gironi.

Nella stagione 2013-2014, con un sorprendente quarto posto in campionato, il Bilbao, guidato di nuovo da Ernesto Valverde, ottiene l'accesso ai preliminari di Champions League, ritornando così nella massima competizione europea dopo sedici anni. Il 27 agosto 2014 l'Athletic, grazie al pareggio esterno per 1-1 e al successo casalingo per 3-1 contro il Napoli, accede alla fase a gironi di Champions, che non riuscirà, però, a superare. Il terzo posto nel girone garantisce l'accesso ai sedicesimi di Europa League, dove la squadra basca è eliminata dal Torino, capace di vincere per 3-2 al San Mamés dopo aver pareggiato per 2-2 all'andata. La compagine biancorossa raggiunge inoltre la finale di Coppa del Re, persa per la terza volta con il Barcellona (3-1). La stagione si chiude con il ritiro dall'attività agonistica di Andoni Iraola, che lascia il club dopo dodici stagioni di militanza ininterrotta, con 510 partite disputate (quarto giocatore più presente di sempre con la maglia dell'Athletic).

Il 17 agosto 2015, dopo aver vinto la finale d'andata per 4-0 al San Mamés con tripletta di Aritz Aduriz (che sarà autore di 36 gol in stagione), l'Athletic torna a vincere un trofeo dopo trentuno anni, pareggiando 1-1 contro il Barcellona campione d'Europa e di Spagna in carica al Camp Nou nella finale di ritorno della Supercoppa di Spagna. Nell'Europa League 2015-2016 la squadra è eliminata ai quarti di finale ai tiri di rigore dal Siviglia, poi vincitore del torneo. Nel campionato 2015-2016 si piazza quinta, accedendo all'Europa League dell'anno seguente. Valverde lascia la panchina alla fine della stagione 2016-2017, conclusa al settimo posto e con l'eliminazione ai sedicesimi di finale di Europa League.

José Ángel Ziganda, tecnico della squadra riserve, guida la compagine basca in una difficile stagione 2017-2018, conclusa al sedicesimo posto nella Liga dopo due eliminazioni nelle coppe. Particolarmente scioccante è quella contro il modesto Formentera nei sedicesimi di finale di Coppa del Re, mentre dall'Europa League il Bilbao esce agli ottavi di finale contro l'Olympique Marsiglia poi finalista del torneo.

Nell'estate del 2018 la panchina basca è affidata ad Eduardo Berizzo. Dopo quattordici giornate, nel mese di dicembre, la dirigenza esonera il tecnico argentino, che ha ottenuto una sola vittoria, con la squadra che staziona in zona retrocessione. Gli subentra il tecnico della squadra riserve, Gaizka Garitano, con cui il rendimento della squadra migliora, tanto che nella prima settimana del 2019 la squadra si tira fuori dai bassifondi della classifica. La risalita prosegue fino ad aprile, con il raggiungimento del settimo posto, ma una sconfitta all'ultima giornata contro il Siviglia fa scivolare i baschi all'ottavo posto finale, lasciandoli fuori dalla prossima edizione dell'Europa League. Garitano ha raccolto comunque 43 punti in 24 giornate, uno dei migliori risultati nella storia del club. Nella stagione 2020-2021, pur disputando due finali di Coppa del Re (quella 2019-2020 era stata posticipata di circa un anno) le perde entrambe, la prima contro la Real Sociedad (0-1) e la seconda (2020-2021) contro il Barcellona persa per 0 a 4. Riesce comunque, nella stessa stagione, a vincere la Supercoppa di Spagna ai danni del Barcellona (3-2 dopo i supplementari).

Nella stagione 2021-2022 l'Athletic sfiora il ritorno nelle coppe europee, finendo ottavo a quattro punti dal settimo posto occupato dal Villareal, mentre in Coppa del Re il cammino si interrompe in semifinale per mano del Valencia, che perderà poi la finale contro il Betis. Nell'annata seguente viene confermato l'ottavo posto ma in virtù della squalifica dell'Osasuna dalle competizioni europee il club basco viene qualificato alla Conference League (vinta quell'anno dal West Ham) e in Coppa del Re viene eliminato nuovamente in semifinale, questa volta dallo stesso Osasuna, che perderà poi la finale contro il Real Madrid. Il 25 luglio, tuttavia, la UEFA riammette l'Osasuna alla Conference League, escludendo dunque l'Athletic.

L'Atletico Bilbao, ufficialmente Athletic Club, è una società calcistica spagnola con sede a Bilbao, nei Paesi Baschi. Fondato nel 1898, è uno dei club più antichi e prestigiosi della Spagna, avendo vinto 8 campionati nazionali, 24 Coppe del Re e 3 Supercoppe di Spagna.

L'Atletico Bilbao è noto per la sua filosofia di schierare solo giocatori nati e cresciuti nei Paesi Baschi, una tradizione che risale agli anni '30. Questa politica ha portato il club a essere soprannominato "Los Leones" (i leoni), in riferimento alla tenacia e alla forza dimostrata in campo dai suoi giocatori.

L'Atletico Bilbao ha una forte rivalità con il Barcellona, con il quale si contende il primato di club più vincente della storia della Coppa del Re. Inoltre, ha una rivalità locale con la Real Sociedad, con la quale condivide la città di San Sebastián.

L'attuale stadio dell'Atletico Bilbao è il San Mamés, inaugurato nel 2013. Lo stadio ha una capacità di oltre 53.000 spettatori ed è uno dei più moderni e tecnologicamente avanzati in Europa.

Tra i giocatori più famosi che hanno vestito la maglia dell'Atletico Bilbao ricordiamo: Telmo Zarra, José Ángel Iribar, Andoni Zubizarreta, Julen Guerrero, Aritz Aduriz e Iker Muniain.