Wikipedia - Savoia 1908

Il Savoia 1908 S.S.D. a R.L., meglio noto come Savoia, è una società calcistica italiana con sede a Torre Annunziata, nella città metropolitana di Napoli.

È una delle squadre con la storia più antica dell'Italia meridionale, dal momento che la prima società biancoscudata fu fondata il 21 novembre 1908, da un gruppo di industriali di molini e pastifici, con l'aiuto di altri personaggi della media borghesia torrese. Il colore sociale è il bianco, colore della materia prima dell'economia torrese dell'epoca: la farina. Il simbolo del club è lo scudo Savoia stilizzato, e la squadra gioca le sue partite casalinghe nello stadio Alfredo Giraud.

Nella stagione 1923-1924 il Savoia si laureò campione dell'Italia centromeridionale e perse la finalissima per il titolo nazionale contro il Genoa. Annovera nella sua storia la partecipazione a cinque campionati di primo livello, antecedenti al girone unico, e quattro di secondo livello, di cui 3 di Serie B. Il club assunse la denominazione di Torrese dal 1944 al 1955.

History

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Unione Sportiva Savoia 1908.

Dagli esordi al secondo dopoguerra

Il 21 novembre 1908 a Torre Annunziata un gruppo di industriali dei molini e pastifici locali fondò l'Unione Sportiva Savoia. Ciro Ilardi fu il primo presidente e fra i soci fondatori c'erano Italo Moretti, Leonida Bertone e Willy Fornari che fu anche il primo allenatore. L'origine del nome non è nota. Una prima ipotesi è l'incitamento dei soldati sabaudi Avanti Savoia, di cui i soci fondatori avevano fatto parte e combattuto per la Casa Reale. Un'altra ipotesi, è un omaggio alla casata regnante. L'ultima vuole che il nome fosse quello del locale dove è avvenuta la fondazione, ossia il cinema-teatro Savoia di Torre Annunziata.

Il Savoia nel 1911

Nel 1915 la società si affiliò alla FIGC ed il primo torneo ufficiale disputato fu la Coppa Internazionale, giocata nel 1916 con Naples, Puteoli, Bagnolese ed Internazionale, e conclusa al 3º posto. Durante la Grande Guerra vinse il campionato Campano di terza categoria ed il 3 novembre 1919 - perso lo spareggio per l'ammissione alla Prima Categoria contro la Pro Caserta - partecipò al campionato di Promozione 1919-1920 dove, pur arrivando terzo, fu ammesso alla Prima Categoria 1920-1921 per l'allargamento dei quadri federali. In questo periodo il club assorbì la seconda squadra cittadina della Pro Italia e il 13 giugno 1920 venne inaugurato il campo Oncino.

Il Savoia vicecampione d'Italia. In piedi da sinistra: Di Giorgio (all.), Maltagliati, Ghisi I, Bobbio, Mombelli, Orsini; al centro da sinistra: Borghetto, Gaia, Cassese; seduti da sinistra: Nebbia, Visciano, Lobianco

Nelle prime due stagioni in massima serie il club non superò la fase regionale, ottenendo un terzo e un secondo posto, con alla guida prima Fornari e poi Garozzo. Successivamente, anche sotto il controllo della Voiello, si ebbe il primo e maggior ciclo vincente della storia del club, che conquistò tre titoli consecutivi di campione campano, un titolo di campione dell'Italia centromeridionale e disputò la doppia finale scudetto del 1924 persa contro il Genoa. Fino ad allora i Campioni dell'Italia Centromeridionale avevano subito sempre sonore sconfitte dai grandi club del settentrione, ma dopo l'onorevole sconfitta dell'andata per 3-1, nella gara di ritorno il Savoia entrò nella storia del calcio italiano pareggiando per 1-1 contro gli otto volte campioni d'Italia, diventando il primo club del Centro-Sud a terminare invitto una partita. Allenatore di quel triennio fu Raffaele Di Giorgio affiancato da Wisbar negli ultimi due anni. Questo l'undici vicecampione d'Italia: Visciano, Nebbia, Lobianco, Cassese, Gaia, Borghetto, Orsini, Ghisi I, Bobbio, Mombelli, Maltagliati.

Successivamente i problemi finanziari costrinsero il presidente Teodoro Voiello a lasciare le redini della società, che di fatto sospese l'attività agonistica nazionale. Disputato il campionato di Seconda Divisione, perso solo allo spareggio contro il Terni, fu ugualmente promosso in Prima Divisione dal Direttorio Divisioni Superiori per meriti sportivi, in seguito all'allargamento dei quadri societari. La crisi finanziaria si acuì anche in seguito al tentativo di combine nella gara interna giocata contro la Fiorentina, in cui la FIGC comminò al club una multa di 4500 lire che portò al fallimento della società determinando un nuovo stop di un anno, cui si aggiunse anche la chiusura dello storico campo Oncino. In seguito a questi eventi nel 1929 venne inaugurato il campo Formisano.

L'U.S. Torrese nella stagione 1952-53. Il Savoia assunse questa denominazione dal 1944 al 1955.

Dagli anni trenta, nel cui primo lustro ebbe la denominazione di Fascio Sportivo Savoia, il club giocò stabilmente in Serie C fino al secondo dopoguerra, escluso il biennio 1936-1938, divenendo prima Associazione Calcio Torre Annunziata e poi Spolettificio Torre Annunziata, di fatto una squadra militare costituita principalmente da calciatori che svolgevano la leva nella caserma cittadina, la quale riconquistò la Serie C dominando il campionato con quattordici vittorie e un pareggio in sedici incontri. Con l'acquisto di Enrico Colombari, che proprio a Torre Annunziata concluse la carriera di calciatore e iniziò quella di allenatore, il club si classificò al secondo posto nel 1938-1939 alle spalle della MATER di Fulvio Bernardini; poi, con Osvaldo Sacchi come trainer, ottenne nel 1939 il miglior risultato di sempre in Coppa Italia, in cui raggiunse i sedicesimi di finale; successivamente, con Ruggero Zanolla, arrivò quinto nel 1940-41 e terzo nel 1942-43.

Nel 1944, per motivi politici, dovette rinunciare sia allo stemma sabaudo, simbolo del club, sia alla denominazione mutata prima in Ilva Torrese e poi in Unione Sportiva Torrese. Durante gli ultimi anni del secondo conflitto mondiale partecipò alla Coppa della Liberazione del 1944 e al Campionato Campano Misto del 1945 piazzandosi rispettivamente al secondo e al nono posto. Alla ripresa dei campionati la Torrese si classificò quarta nel 1945-46 e, grazie alle rinunce di Benevento e Gladiator, ottenne la prima promozione in Serie B della sua storia. Sotto la presidenza Carotenuto, la guida tecnica di Dario Compiani e con i gol del trio d'attacco Calleri, Ghezzi e Rossi, la compagine oplontina si classificò sesta nel 1946-47, che rappresenta ad oggi il punto più alto raggiunto dalla società biancoscudata dall'istituzione del girone unico. Con la riduzione dei quadri federali, il 12º posto del 1948 sancì il ritorno in Serie C. Da quell'anno il club cominciò ad indebolirsi instaurando un lento declino in cui si registrarono ben quattro retrocessioni a fronte di una sola promozione fino ad arrivare al fallimento nel 1955, anno che vide anche la chiusura del Formisano che aveva ospitato i bianchi per circa un quarto di secolo.

Anni 1955-2000

Con la rifondazione del 1955 il club assunse nuovamente la vecchia denominazione di Unione Sportiva Savoia, ma la mancanza di uno stadio proprio e la carenza cronica di fondi portò un periodo buio privo di vittorie significative durato un decennio. Finalmente dopo anni di peregrinazioni sui campi della provincia, il 25 gennaio 1962 ci fu l'inaugurazione dello stadio Comunale e due anni dopo, divenuto Associazione Polisportiva Savoia, sotto la guida di Bruno Pesaola il primo anno e del duo Spartano-Lopez nel secondo, ci fu la vittoria di due campionati consecutivi, con il ritornò del club in Serie C nel 1965. Tuttavia non riuscì a tenere la categoria, nonostante la disputa di un discreto campionato che lo vide a sei giornate dal termine a un punto dalla salvezza, ma sei sconfitte consecutive annullarono tutto il vantaggio sulle inseguitrici. Fu retrocesso in seguito allo spareggio perso contro il Nardò per 2-0.

Retrocesso nuovamente in D, disputò quattro campionati giocati ad altissimo livello in cui arrivò due volte secondo, nel 1967 a un punto dall'Internapoli di Wilson e nel 1968 alle spalle del Matera, mentre vinse l'edizione del 1970 ai danni dei rivali storici della Turris. Dopo un buon piazzamento nel primo anno di C, il club fu attanagliato da nuovi problemi economici che portarono ad una doppia retrocessione, e solo l'intervento dell'editore D'Amelio salvò la società dal fallimento. Con l'avvento di Gioacchino Coppola alla presidenza ci fu il pronto ritorno in Serie D. Passato lo scettro del comando nelle mani dell'imprenditore Franco Immobile, ci fu un periodo sia di stabilità economica che di continuità di risultati, tanto che nel 1978 il club arrivò a disputare lo spareggio per la neo costituita Serie C2. Nonostante la sconfitta però, la FIGC decise di ripescare ugualmente gli oplontini per meriti sportivi riportandoli tra i professionisti. È questo l'anno in cui avvenne il cambio di denominazione che aggiunse al nome del club l'anno di fondazione, divenendo Associazione Calcio Savoia 1908. Dopo due ottimi piazzamenti al quinto e quarto posto e un piazzamento di centro classifica, nel 1982 la squadra retrocesse in Interregionale, dove restò per otto stagioni consecutive di cui sei disputate sotto la presidenza di Michele Gallo.

Con l'acquisizione del club da parte della famiglia Farinelli, si gettarono le basi di quello che si rivelò un nuovo ciclo vincente che durò fino al nuovo millennio. Nel 1989 sotto la presidenza di Pasquale Farinelli, il Savoia dopo un testa a testa con lo Stabia durato per l'intero torneo, tagliò il traguardo della Serie C2 ottenendo sul campo una promozione che mancava da 15 stagioni. Nel 1993 un campionato interlocutorio portò il Savoia a giocarsi la categoria in un nuovo spareggio, stavolta contro il Licata. I siciliani - arrivati allo spareggio dopo un pareggio con il Monopoli che più tardi si scoprì inficiato da un illecito sportivo - vinsero, ma in estate i campani vennero ripescati nel professionismo per una sequenza di fallimenti in C1 e C2 che liberò spazio agli oplontini. Il club tenne la categoria fino al 1995. Con l'abbandono dei Farinelli e l'esiguità di risorse economiche, il nuovo presidente Viglione affidò la guida tecnica ad un giovane Luigi De Canio, il quale dopo una tranquilla salvezza conquistata nel primo anno, nel 1995 riuscì a ottenere la promozione in Serie C1, battendo ai play-off il Matera per 2-1 allo Zaccheria di Foggia.

Alla fine di quel campionato, l'imprenditore Mario Moxedano rilevò il club da Franco Salvatore e ripianò il deficit economico. L'ambizioso presidente, grazie agli investimenti nelle campagne acquisti che portò a Torre Annunziata giocatori quali Carruezzo, De Rosa, Porchia, Marasco e Veronese, riuscì nell'impresa di riportare il club a giocare in Serie B dopo un'assenza durata oltre mezzo secolo. La promozione fu sfiorata già nel 1997, quando il Savoia perse la finale play-off contro l'Ancona per 1-0. Si ripeté nel 1999 quando, raggiunti i play-off grazie all'ultimo posto disponibile e partito con lo sfavore dei pronostici, il team guidato da Osvaldo Jaconi eliminò prima il Palermo nella doppia semifinale e poi i cugini della Juve Stabia per 2-0, nella finale giocata al Partenio di Avellino.

Nonostante i 16 gol di Ghirardello, la stagione in Serie B non fu brillante anche se rappresentò uno dei momenti più importanti della storia calcistica dal dopoguerra: il Savoia finì al 19º posto retrocedendo, ma ottenendo alcuni risultati di rilievo quali le vittorie casalinghe contro Empoli e Sampdoria (entrambe per 1-0), la vittoria esterna (1-3) contro la Salernitana e i pareggi contro il Napoli al San Paolo e il Brescia al Rigamonti. L'anno dopo, in C1 il Savoia tentò nuovamente la scalata tra i cadetti, ma dopo una partenza sprint ed una storica vittoria casalinga per 5-1 contro un Palermo - poi promosso in B - sfiorò gli spareggi-promozione rimanendone fuori solo per la classifica avulsa nei confronti dell'Ascoli.

Nuovo millennio

Alla fine della stagione 2000-01, il presidente Moxedano annunciò la cessione della società ad un imprenditore sorrentino, tale Antonino Pane, tuttavia quest'ultimo si rese subito colpevole di numerose irregolarità finanziarie sancendo la mancata iscrizione al campionato di serie C1 e il fallimento della società. Per tali vicende Antonino Pane fu in seguito giudicato e condannato a sei anni di carcere.

Ripartito dall'Eccellenza grazie alla fusione con lo storico club dell'Internapoli, assumendo per un solo anno la denominazione di Intersavoia, il club risalì in Serie D, disputando 8 stagioni consecutive, in cui perse tre finali play-off tra il 2003 ed il 2007.

Retrocesso in Eccellenza nell'anno del centenario, il club collassò economicamente, tanto da ritirarsi a torneo in corso rimediando la seconda retrocessione in due anni.

Rifondato il 19 giugno 2010, dai dirigenti dell'Atletico Savoia, la seconda squadra cittadina militante in Promozione, con il benestare del sindaco e degli ultras, assunse la denominazione di Associazione Sportiva Dilettantistica Calcio Savoia iscrivendosi al campionato campano di Promozione 2010-2011.

Il 17 febbraio 2011 il club acquistò, tramite un'asta tenutasi presso il Tribunale di Torre Annunziata, lo storico brand Associazione Calcio Savoia 1908, lì depositato dal fallimento del 2001.

Con la vittoria consecutiva dei due campionati di Promozione ed Eccellenza, e la conquista di una Coppa Italia regionale, il club fece ritorno in Serie D nel 2012.

Il Savoia 2014-15, nell'ultimo campionato di C disputato

Con la nuova stagione in società subentrò una cordata di imprenditori avellinesi capeggiati da Sergio Contino, che dopo un campionato di media classifica, cedette le quote societarie da lui possedute (70%) all'imprenditore Lazzaro Luce, il quale successivamente rilevò anche il rimanente 30% dai soci di minoranza. Il 17 aprile 2014 il Savoia ritornò tra i professionisti dopo 13 anni dall'ultima apparizione. Il 3 ottobre 2014, la famiglia Luce cedette il sodalizio al Consorzio Stabile Segesta capeggiato da Quirico Manca, il quale portò il club prima alla retrocessione sul campo e poi ad un nuovo fallimento, sancito anche grazie ad ingaggi stratosferici per la categoria, mai elargiti, ai 46 calciatori tesserati, subendo la radiazione dai campionati nazionali.

Rifondato grazie ad una nuova fusione, stavolta con il Campania di Arnaldo Todisco e la Futsal Oplonti, venne costituita l'A.S.D. Oplonti Pro Savoia, che rilevò la tradizione sportiva biancoscudata e si iscrisse all'Eccellenza Campania 2015-2016.

Sotto la presidenza di Antonio Nuzzo, il 30 agosto 2017 il club assunse la denominazione di A.S.D. Savoia 1908, conquistò una seconda affermazione nella Coppa Italia regionale, stabilendo il record societario di reti segnate in una stagione (130 gol) e la promozione in serie D.

Nel luglio 2018 il club passò ad Alfonso Mazzamauro ed assunse la storica denominazione di U.S. Savoia 1908 ed il 21 novembre dello stesso anno ci fu la celebrazione dei 110 anni di attività. Dopo due campionati di vertice conclusi con un secondo e un terzo posto, nel luglio del 2021 Mazzamauro trasferì il titolo sportivo in altra sede, quindi il club perse il diritto di disputare la Serie D ritrovandosi in Eccellenza grazie al titolo sportivo in possesso del neo presidente Pellerone, il quale il 1º novembre 2022, lo cede gratuitamente ai tifosi, i quali mantengono in vita il club, cedendolo a loro volta al nuovo presidente Emanuele Filiberto di Savoia, che il 9 novembre presenta il progetto Casa Reale Holding SpA, quotato alla Borsa di Vienna, attraverso il quale acquisisce il club assumendone la presidenza il successivo 23 novembre.

L'Associazione Calcio Savoia 1908, comunemente nota come Savoia, è una società calcistica italiana con sede a Torre Annunziata, in provincia di Napoli. Fondata nel 1908, è uno dei club più antichi d'Italia e vanta una lunga e ricca storia calcistica.

I colori sociali del Savoia sono il bianco e il verde, e la squadra gioca le sue partite casalinghe allo Stadio Giraud. Il Savoia ha una tifoseria appassionata e numerosa, nota per il suo calore e il suo entusiasmo.

La squadra ha raggiunto il suo massimo successo negli anni '20 e '30, quando militava in Serie A e contava tra i suoi giocatori alcuni dei più grandi talenti del calcio italiano, come Antonio Vojak e Umberto Caligaris. Negli ultimi anni, il Savoia ha attraversato un periodo di difficoltà, ma rimane una squadra amata e rispettata dai suoi tifosi.

Il Savoia è una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano e che continua a essere amata e sostenuta dai suoi tifosi. È un simbolo della città di Torre Annunziata e uno dei club più importanti della Campania.