Diario Live

Italia - Serie B 04/27 12:00 35 Brescia vs Spezia - View
Italia - Serie B 05/01 13:00 36 Spezia vs Palermo - View
Italia - Serie B 05/05 13:00 37 Cosenza vs Spezia - View
Italia - Serie B 05/10 18:30 38 Spezia vs Venezia - View

Risultati

Italia - Serie B 04/20 14:15 34 [17] Spezia v Sampdoria [8] D 0-0
Italia - Serie B 04/13 14:15 33 [1] Parma v Spezia [16] L 2-0
Italia - Serie B 04/06 12:00 32 [16] Spezia v Lecco [20] D 1-1
Italia - Serie B 04/01 13:00 31 [18] Spezia v Ascoli [17] W 2-1
Italia - Serie B 03/16 15:15 30 [11] AC Reggiana v Spezia [16] D 0-0
Italia - Serie B 03/09 13:00 29 [18] Spezia v Sudtirol [10] W 2-1
Italia - Serie B 03/03 15:15 28 [12] Bari v Spezia [18] D 1-1
Italia - Serie B 02/28 19:30 27 [18] Spezia v AC Feralpisalò [19] L 0-2
Italia - Serie B 02/25 15:15 26 [8] Modena v Spezia [18] D 0-0
Italia - Serie B 02/17 13:00 25 [18] Spezia v Cittadella [7] W 4-2
Italia - Serie B 02/11 15:15 24 [17] Ternana v Spezia [19] D 1-1
Italia - Serie B 02/03 13:00 23 [19] Spezia v Catanzaro [7] D 1-1

Stat.

 TotalIn casaFuori casa
Partite disputate 47 23 24
Wins 10 6 4
Draws 19 9 10
Losses 18 8 10
Goals for 47 24 23
Goals against 70 30 40
Clean sheets 11 6 5
Failed to score 21 10 11

Wikipedia - Spezia Calcio

Lo Spezia Calcio, meglio noto come Spezia, è una società calcistica italiana con sede nella città della Spezia. Milita in Serie B, la seconda divisione del campionato italiano.

Rifondata nel 2008 come Associazione Sportiva Dilettantistica Spezia Calcio 2008, porta avanti la tradizione sportiva – della quale occupa il 46º posto – iniziata nel 1906 con la costituzione della sezione calcistica dello Sport Club Spezia, cui sono seguite varie rifondazioni e riorganizzazioni, con denominazioni quali Foot Ball Club Spezia, Associazione Calcio Spezia di cui mantiene l'acronimo nel logo, e Spezia Calcio 1906, fallito al termine del campionato di Serie B 2007-2008. Il club si trova in 55ª posizione nella classifica perpetua della Serie A e in 30ª per quanto riguarda quella della Serie B.

Nel suo albo d'oro lo Spezia può vantare un titolo nazionale, grazie alla vittoria del campionato di guerra 1944 conseguita dai VV.FF. Spezia, un club a esso affiliato; tale successo fu ufficialmente riconosciuto dalla FIGC come titolo "onorifico" (ovvero non equiparabile allo "scudetto") nel 2002. Gran parte della sua storia si è comunque dipanata tra la seconda e la terza serie, riuscendo a raggiungere il massimo campionato a girone unico solo nel 2020. Nel campionato di Serie A ha ottenuto come migliore risultato il quindicesimo posto nell'edizione 2020-2021.

Disputa i suoi incontri casalinghi allo stadio Alberto Picco. Il suo colore sociale di riferimento è il bianco, affiancato dal nero.

History

Dalle origini agli anni 1930

Il 10 ottobre 1906 il commerciante svizzero Hermann Hurni, insieme ad altri suoi connazionali, fonda la sezione football dello Sport Club Spezia. Questo club, tuttavia, ha un'attività piuttosto breve, limitandosi a sfidare nella Piazza d'Armi compagini di marinai di passaggio; ben presto l'iniziativa viene ripresa: il 20 novembre 1911 nasce lo Spezia Football Club, società costituita con un regolare organigramma e diretta emanazione della antesignana. Primo presidente viene eletto Francesco Corio, fra i consiglieri risulta esservi anche Alberto Picco di Ulrico, capitano e primo marcatore della storia aquilotta, caduto eroicamente durante la prima guerra mondiale.

Dopo la prima guerra mondiale, nel 1919 lo Spezia si iscrive per la prima volta al campionato regolare organizzato dalla Federazione e nella stagione 1919-1920 vince il girone ligure del Campionato di Promozione, accedendo così alla Prima Categoria. È in quel periodo che la maglia da gioco color celeste viene sostituita con la maglia bianca in onore della Pro Vercelli, all'epoca squadra di primo piano a livello nazionale. L'esordio nella massima serie è un terzo posto in classifica nel girone di qualificazione ligure alle spalle di Andrea Doria e Genoa.

Il 4 luglio 1921 lo Spezia e altre 23 società settentrionali decidono di secessionare dalla Federazione e di creare una federazione (la CCI) e un campionato (la Prima Divisione) concorrente a quello federale. Motivo della protesta era l'aumento esponenziale delle partecipanti al massimo campionato, che nella stagione 1920-1921 aveva raggiunto la cifra record di ben 88 partecipanti. I grandi club, che non volevano giocare partite dal risultato scontato contro le squadre di oratorio o di piccoli paesini, volevano un campionato più elitario e proposero alla Federazione di ridurre le squadre partecipanti. Il voto contrario delle piccole squadre, maggioritarie nel Consiglio direttivo della Federcalcio, comportò la fuga delle grandi società, che fondarono la Confederazione Calcistica Italiana e organizzarono un proprio campionato privato in contrapposizione a quello federale.

Nel 1928-1929 lo Spezia approda in Serie B ed è campione italiano di Prima Divisione

Lo scisma fu presto sanato dopo una sola stagione e sulla base del compromesso Colombo vennero organizzati degli spareggi salvezza per decidere le squadre partecipanti alla nuova Prima Divisione a trentasei squadre. Lo Spezia perse gli spareggi contro il Pastore di Torino e sarebbe dovuto retrocedere. Tuttavia a settembre, a poche settimane dall'inizio del nuovo campionato, il Livorno e i concittadini della Pro Livorno decisero di fondersi in un'unica società lasciando libero un posto nell'organigramma della massima serie. Alle sei squadre che avevano perso gli spareggi venne dunque concessa un'ennesima, insperata chance di salvezza. Gli spezzini sconfissero nello spareggio decisivo la Sestrese recuperando così in extremis la Prima Divisione.

Nel 1922-1923 lo stadio Alberto Picco viene squalificato per un anno in seguito ai gravi incidenti avvenuti in occasione della partita Spezia-Genoa (0-4) del 10 dicembre 1922. Fino al termine della stagione gli aquilotti sono quindi costretti a giocare lontano dalle mura amiche, ma riescono ugualmente a conquistare la salvezza nella ripetizione dello spareggio con il Derthona, vinto per 3-2 l'8 luglio 1923, dopo che la prima gara di spareggio era stata interrotta sul 0-0 dopo ben 207 minuti di gioco. Memorabile è la vittoria per 1-0 contro la Juventus, sul campo neutro di Casale Monferrato. Anche l'anno successivo gli spezzini si salvano allo spareggio: avendo terminato il proprio girone al penultimo posto, sono costretti ad affrontare un girone salvezza/promozione composto da quattro squadre, cioè le penultime dei due gironi di Prima Divisione e due squadre di Seconda Divisione, con in palio due posti per la massima serie dell'anno successivo; lo Spezia riesce a chiudere tra i primi due posti, riuscendo quindi a salvarsi.

Nel 1925 però arriva la prima retrocessione in virtù dell'ultimo posto nel girone. In Seconda Divisione lo Spezia torna a dominare, ma la riforma dei campionati fa sì che la squadra rimanga comunque esclusa dalla massima divisione nazionale. La stessa cosa avviene nel campionato di Prima Divisione 1928-1929, quando gli aquilotti inseriti nel girone A conquistano il diritto a partecipare alla costituenda Serie B; al termine di quella stagione lo Spezia batte in finale il Parma e conquista il titolo di campione italiano di Prima Divisione.

La formazione dello Spezia che nel 1936-1937 è quarto in Serie B

Lo Spezia disputa campionati discreti ma non da vertice fino alla stagione 1932-1933 in cui riesce a classificarsi al quarto posto alle spalle di Livorno, Brescia e Modena, delle quali solo le prime due vengono promosse. Vengono varate ulteriori riforme per la composizione dei campionati e nel 1934-1935 lo Spezia viene retrocesso, insieme a metà delle squadre della serie cadetta, nella costituenda Serie C.

Nella stagione seguente (1935-1936) gli aquilotti disputano un campionato che diventa un serrato testa a testa con la Sanremese: il torneo si conclude con ricorsi, penalizzazioni e proteste ma alla fine è lo Spezia a spuntarla e a ritornare così subito in Serie B. Nel 1936-1937 in Serie B lo Spezia, che ha nel frattempo assunto la nuova denominazione di A.C. Spezia, arriva quarto a cinque punti dalla Serie A.

A questo torneo seguono cessioni illustri e nel 1938-1939 arriva una nuova relegazione in Serie C. Di nuovo lo Spezia, fresco di retrocessione, riesce a vincere il campionato piazzandosi davanti al Forlì ma per accedere alla Serie B è necessario superare anche le vincitrici degli altri gironi della Serie C, ovvero Reggiana, Savona e Taranto.

Negli spareggi lo Spezia viene eliminato a causa del peggiore quoziente reti, ma la promozione in Serie B arriva ugualmente grazie all'esclusione del Palermo, per motivi economici, e alla concomitante preclusione al ripescaggio della quartultima fra i cadetti, il piccolo Molinella, anch'esso per problematiche gestionali. Sono da ricordare le edizioni 1937 e 1941 della Coppa Italia, in cui lo Spezia riesce ad arrivare sino ai quarti di finale dove viene eliminato rispettivamente da Ambrosiana e Lazio.

Anni 1940

Lo scoppio della seconda guerra mondiale

Lo Spezia del campionato 1942-1943, guidato da Ottavio Barbieri

All'inizio degli anni 1940 arrivano in maglia bianca Costanzo e Costa, due giocatori destinati a rimanere nella storia della società. Nel 1940-1941 lo Spezia ottiene in Serie B una salvezza, mentre nella stagione successiva, quella del 1941-1942, la squadra si piazza al sesto posto in classifica.

Nel campionato 1942-1943 arriva sulla panchina dello Spezia Ottavio Barbieri, in passato vincitore dello scudetto con la maglia del Genoa e giocatore della Nazionale. Molti dei successi spezzini conseguiti negli anni seguenti arriveranno grazie al rivoluzionario schema di gioco proposto da Barbieri, il "mezzo-sistema" (che prevedeva l'introduzione del "libero"): l'allenatore lo aveva imparato quando era stato vice dell'inglese Garbutt negli anni del Genoa.

Lo Spezia di quest'anno è la squadra delle "cinque C": Coltella, Carapellese, Costanzo, Castigliano e Costa. La squadra chiude nuovamente in sesta posizione. Si arriva così, mentre infuria la seconda guerra mondiale, allo storico campionato del 1943-1944.

Il campionato di guerra del 1944

Lo stesso argomento in dettaglio: Divisione Nazionale 1943-1944.
Disposizione in campo dei VV.FF. Spezia 1943-1944

Con l'Italia divisa dal fronte di guerra conosciuto come Linea Gotica, la Federcalcio si divise in due: mentre l'amministrazione monarchica legittima continuò a operare nel cosiddetto Regno del Sud, i funzionari federali presenti nella Repubblica Sociale Italiana (stato fantoccio della Germania nazista) organizzarono da Milano un "Campionato di divisione nazionale misto". Il torneo venne diviso in gironi zonali, organizzati in tre fasi regionali le cui vincitrici avrebbero disputato le finali per l'assegnazione del titolo di Campione d'Italia.

Il club, a quel tempo noto come Associazione Calcio Spezia, era stato costretto a sospendere l'attività: il presidente Perioli, infatti, era stato catturato e inviato nei campi di concentramento in Germania. Semorile, l'unico dirigente rimasto, decise di contattare il comandante dei Vigili del Fuoco cittadini, l'ing. Gandino, per allestire una squadra in grado di rappresentare la città della Spezia nella Divisione Nazionale. L'accordo venne presto raggiunto: nacque così un nuovo club, il Gruppo Sportivo 42º Corpo dei Vigili del Fuoco, il quale mantenne come allenatore Barbieri, rilevò tutti i calciatori dell'A.C. Spezia, sotto l'impegno scritto di restituirli alla "casa madre" al termine del conflitto, e acquisì i cartellini di giocatori di altre squadre a titolo di prestito. Questo escamotage, non insolito per il periodo (per abbinamento, anche la Juventus si era trasformata in Cisitalia e il Torino in Torino FIAT), costituì uno stratagemma per sottrarre i calciatori agli obblighi del servizio militare. L'A.C. Spezia, nel frattempo, rimase inattivo.

La formazione dei VV.FF. Spezia campioni d'Alta Italia nel 1944

I VV.FF. Spezia, per motivi logistici, vennero inclusi nel girone D del settore emiliano. Affrontando le trasferte su una vecchia autobotte modificata per trasportare la squadra e sempre sotto il rischio dei bombardamenti, i VV.FF. primeggiarono nel proprio girone con 13 punti, davanti alle squadre di Suzzara, Fidenza, Parma e Busseto. Successivamente approdarono al girone B di semifinale, nel quale la squadra dominò su Carpi, Suzzara e Modena. A questo punto si entrò nel vivo del torneo, allorquando i liguri furono inclusi in un gruppo di quattro squadre per la qualificazione al girone finale: di queste, tuttavia, i Vigili del Fuoco si trovarono di fronte al solo Bologna, a causa delle rinunce di Montecatini e Lucchese. La gara di andata, disputata nella città felsinea, ebbe un epilogo alquanto particolare: gli spezzini infatti, passarono in vantaggio a undici minuti dalla fine grazie a un gol in sospetto fuorigioco, ma la gara venne sospesa a causa delle furiose proteste dei pochi tifosi presenti sugli spalti. Il risultato quindi fu di 0-2 a tavolino a loro favore e il Bologna decise di disertare la gara di ritorno in segno di protesta: il 42º Corpo dei Vigili del Fuoco si guadagnò così il diritto di giocare le finali.

Il programma del torneo prevedeva un girone finale a tre squadre per la conquista del titolo: oltre alla sorprendente matricola ligure, si presentarono anche il Venezia e il Torino. I veneti non erano più l'ottima squadra capace di conquistare il terzo posto nel campionato di due anni prima; il Torino, invece, era ancora il "Grande Torino", allenato da Vittorio Pozzo e campione d'Italia in carica, destinato a conquistare altri quattro scudetti al termine della guerra, prima della tragedia di Superga. Il 9 luglio 1944, presso l'Arena di Milano (semideserta per il timore di rastrellamenti da parte dei tedeschi), iniziarono le finali con il pareggio tra VV.FF. e Venezia per 1-1 che sembrava spianare la strada al Torino per la riconquista del titolo. Il 16 luglio, invece, gli spezzini sovvertirono i pronostici battendo i granata: questi ultimi furono probabilmente penalizzati da una stancante trasferta a Trieste per un'amichevole di due giorni prima, a cui furono obbligati a partecipare dalla Federazione. Il punteggio fu di 2-1 a favore dei liguri, che scesero in campo con questa formazione: Bani, Borrini, Amenta, Gramaglia, Persia, Scarpato, Mario Tommaseo, Rostagno, Costa, Tori, Angelini. Il 20 luglio il Torino travolgeva infine il Venezia per 5-2 decretando il primo posto dei Vigili del Fuoco.

Una concitata fase di gioco delle finali all'Arena Civica di Milano

Fino alle battute conclusive del torneo, in cui i VV.FF. risultarono inaspettatamente primi, sia gli organi federali controllati dalla Repubblica Sociale Italiana, sia le principali pubblicazioni sportive (in particolare la Gazzetta dello Sport e il Guerin Sportivo), definirono la Divisione Nazionale 1943-1944 "campionato italiano" e il titolo in palio "scudetto". La FIGC fascista, tuttavia, rinnegò la manifestazione con i succitati comunicati del 17 luglio e dell'8 agosto. Inoltre il Regno d'Italia, con il decreto legislativo luogotenenziale nº 249 del 5 ottobre 1944, dichiarò privo di ogni valore giuridico qualsiasi atto di nomina del governo della RSI; specificamente, annullò e rese illegittimo ab initio il mandato di Ettore Rossi e di Puccio Pucci alla guida del CONI, nonché i conseguenti incarichi di Rossi e di Ferdinando Pozzani in FIGC. L'organizzazione di un campionato da parte di questi soggetti, perciò, divenne essa stessa non legale.

Lo stemma del titolo onorifico di Alta Italia vinto dai VV.FF. Spezia nel 1944, che il club sfoggia dal 2002 sulle proprie divise

Tuttavia, dopo perduranti ricerche e petizioni dei giornalisti e delle autorità spezzine, il 22 gennaio 2002 la Federazione ha parzialmente accolto le istanze dello Spezia Calcio, assegnandogli un titolo sportivo onorifico (ufficiale, ma non equiparabile allo "scudetto") per la vittoria del campionato 1943-1944, con una menzione particolare allo spirito di sportività con cui gli atleti bianconeri affrontarono le difficoltà di un periodo storico in cui l'Italia era lacerata dalla guerra civile. Insieme all'attribuzione di questo titolo onorifico, è stata conferita allo Spezia la possibilità di apporre permanentemente sulle divise sociali un distintivo speciale in ricordo di quell'impresa. Ulteriore particolarità del riconoscimento è il fatto che la FIGC ha attribuito alla squadra spezzina un titolo in realtà vinto dal G.S. 42º Corpo dei Vigili del Fuoco, cioè una società de iure differente dallo Spezia. Lo Spezia, insomma, può fregiarsi della vittoria di un campionato a cui, tecnicamente, non ha mai partecipato, sebbene bisogna constatare che il 42º Corpo dei Vigili del Fuoco rilevò e schierò gli stessi giocatori del club ligure (oltre a calciatori provenienti da altre compagini), e quindi de facto i due sodalizi tendevano a coincidere.

Il dopoguerra

Al termine della guerra la situazione dello Spezia è assai difficile. La città ha subito gravi danni e anche la società aquilotta attraversa un serio momento di crisi. In virtù dei campionati disputati in Serie B negli anni precedenti e, soprattutto, del campionato di Divisione Nazionale appena conquistato dai VV.FF., lo Spezia chiede l'ammissione alla nuova Serie A.

La Federazione, invece, respinge la richiesta e, per motivi burocratici, non riconosce la fusione tra il 42º Corpo Vigili del Fuoco La Spezia e l'A.C. Spezia. La società, sia per protesta sia a causa dei problemi del momento, prende così parte al campionato di Prima divisione ligure nel girone A. L'anno successivo la Federazione riammette lo Spezia di diritto nella serie cadetta; il campionato 1946-1947 si conclude con un brillante terzo posto.

Nel 1947-1948 lo Spezia si classifica quarto e accede alla Serie B a girone unico

Nel 1947-1948 il quarto posto in campionato consente allo Spezia di accedere alla Serie B a girone unico; nel 1948-1949 è invece necessario uno spareggio a Milano contro il Parma per riuscire a ottenere la salvezza. L'anno successivo offre un sesto posto in classifica, prima della discesa che comincerà negli anni 1950.

Anni 1950 e 1960

Gli anni 1950 costituiscono per lo Spezia uno dei periodi peggiori che la squadra abbia mai conosciuto sin dai giorni della sua fondazione. Nel 1950-1951 infatti lo Spezia abbandona dopo dieci anni la Serie B, categoria che non rivedrà più per oltre mezzo secolo. I guai non finiscono qui ma proseguono negli anni immediatamente successivi: alla retrocessione dal campionato cadetto seguono a ruota altre due retrocessioni consecutive. Lo Spezia sprofonda così in Promozione Regionale; gli aquilotti sono costretti a giocare contro le compagini rionali cittadine e raccolgono solo un misero quarto posto: è il momento più buio della storia societaria.

Per uscire da questa situazione nella stagione 1954-55 lo Spezia effettua una fusione con l'Arsenalspezia, squadra che milita nella categoria superiore (IV Serie): la nuova società prende il nome di A.C. Spezia-Arsenal, e il celeste entra a fare parte dei colori sociali; la società può quindi ripartire dalla IV Serie. Nel 1955 si ritorna alla denominazione F.B.C. Spezia 1906 e anche i colori tornano a essere quelli tradizionali. Nella stagione 1956-1957 lo Spezia ottiene un terzo posto in classifica che consente l'accesso alla "IV Serie I Serie", un campionato di Eccellenza Interregionale costituito su tre gironi, istituito in via eccezionale allo scopo di agevolare l'allargamento della Serie C da uno a tre gironi.

Nel 1957-1958 gli aquilotti riescono finalmente a vincere il campionato arrivando primi nel loro girone di Eccellenza Interregionale di IV Serie, e conquistano anche il titolo di campioni d'Italia di IV Serie a pari merito con OZO Mantova e Cosenza. Lo Spezia ritorna così in Serie C, dove colleziona subito un terzo e un sesto posto.

Nel 1960 continua la crisi in cui si trova il vertice societario già da un anno, vengono ceduti alcuni pezzi pregiati della squadra ma il "Picco" è ancora un terreno difficile da espugnare e lo Spezia riesce a classificarsi settimo nel campionato del 1960-1961. L'anno successivo la situazione della società si fa ancora più tragica, mancano addirittura i soldi per l'iscrizione al campionato; la Lega ammette ugualmente lo Spezia al torneo imponendo la nomina di un Commissario per il controllo della contabilità. La squadra viene allestita alla meno peggio e il campionato 1961-1962 si conclude inevitabilmente con la retrocessione in Serie D. Con un pizzico di fortuna in più la salvezza sarebbe stata raggiungibile: l'ultima partita di campionato a Rimini viene sospesa per 30 minuti a causa dell'arrivo nello stadio, in anticipo sulla tabella di marcia, del Giro d'Italia, proprio quando lo Spezia stava per giungere al pareggio e raccogliere il punto indispensabile per raggiungere in classifica il Grosseto.

Una formazione dello Spezia nel 1962

La Serie D ospita gli aquilotti per ben quattro campionati; nel 1963-1964 la promozione sembra a portata di mano, ma a due giornate dal termine la bruciante sconfitta per 4-0 sul terreno della diretta concorrente Massese è fatale allo Spezia, che chiude al terzo posto. Il salto di categoria arriva finalmente nella stagione 1965-1966, allorquando il presidente Menicagli allestisce un'ottima squadra per la categoria con giocatori del calibro di Bonvicini, Pederiva, Sonetti, Convalle, Castellazzi e soprattutto Vallongo. La promozione in Serie C arriva grazie alla penalizzazione inflitta al Viareggio, al quale la CAF toglie tre punti per illecito sportivo; lo Spezia è così primo in classifica.

Al ritorno in Serie C gli aquilotti sfiorano per due volte la promozione in Serie B, classificandosi terzi, alle spalle di Perugia e Maceratese, nel 1966-1967 e secondi nel 1967-1968 dietro al Cesena, che pure era stato sconfitto al Picco 2-0 e sembrava potere essere facilmente recuperato nelle ultime giornate.

Anni 1970 e 1980

La prima metà degli anni 1970 vede lo Spezia protagonista di una lunga serie di anonimi campionati di centro classifica; poche sono le novità nel parco giocatori: uomini come Motto, Bonanni, Memo, Giulietti, Biloni, vestono la maglia bianca per molti anni consecutivi e gli unici scontri di interesse per il pubblico diventano i classici derbies con le squadre toscane ed emiliane. Nel 1976-1977 invece lo Spezia ottiene un terzo posto, grazie anche al sistema di gioco fornito dal nuovo allenatore Nedo Sonetti assistito dal suo secondo Franco Scoglio: i bianchi chiudono alle spalle di Pistoiese e Parma. Nella stagione 1977-1978 gli aquilotti, guidati da Scoglio mentre Sonetti partecipa a un corso tecnico a Coverciano, ottengono un sesto posto che consente di accedere alla cosiddetta Serie C1.

La permanenza in Serie C1 dura solo un anno: lo Spezia infatti non viene rinforzato a sufficienza e, inserito in un girone pieno di squadre blasonate, retrocede subito in Serie C2. Nel 1979-1980 lo Spezia è terzo dietro a Prato e Rondinella, ma riesce a tornare nuovamente nella Serie C1 grazie alla penalizzazione inflitta alla Rondinella per illecito sportivo. L'attaccante aquilotto Barbuti è il capocannoniere del girone con 23 reti.

Gli anni 1980 iniziano con una retrocessione in Serie C2 nella stagione 1980-1981 con Barbuti che si conferma ancora capocannoniere con 17 reti all'attivo. Nel 1982-1983 arriva addirittura la retrocessione nel campionato Interregionale, lo Spezia viene tuttavia ripescato in Serie C2 grazie alla rinuncia del Banco Roma. Nelle due stagioni successive arrivano altre due salvezze assai faticose, talvolta con l'aiuto della differenza reti nella classifica avulsa.

Il gol di Ferretti in Spezia-Pistoiese della stagione 1985-1986

Verso la metà del decennio arriva una svolta epocale nella storia dello Spezia, destinata a segnare l'inizio di un nuovo percorso. La stagione 1985-1986 in particolare diventa memorabile; la squadra viene affidata all'allenatore spezzino Sergio Carpanesi e arrivano dei giocatori indimenticabili come Borgo, Ferretti, Telesio, Palazzese, Brilli e Pillon. Succede tuttavia un fatto inaspettato: il presidente Pietro Rossetto, viene arrestato e la società scivola in gravi difficoltà finanziarie fino addirittura ad arrivare al fallimento.

Il sodalizio cambia nome da F.B.C. Spezia 1906 ad A.C. Spezia. A questo punto i giocatori, oramai senza stipendio e teoricamente liberi di andare via, danno una grande prova di attaccamento alla maglia, riuscendo addirittura a conseguire un secondo posto che vale la promozione in Serie C1. Epica è l'ultima partita di campionato contro la Pistoiese, giocata tra le mura amiche con il sostegno di oltre 12.000 tifosi. Dopo il ritorno nella categoria superiore lo Spezia riesce a conquistare per due volte la salvezza, tornando a disputare campionati entusiasmanti che infiammano la tifoseria; da ricordare in quegli anni la sfida in Coppa Italia con il Napoli di Diego Armando Maradona.

Una formazione dello Spezia nella stagione 1988-1989

È nella stagione 1988-1989 che lo Spezia sfiora davvero da vicino la Serie B; è la squadra di Ceccaroni, Mariano, Spalletti, del bomber Tacchi e del portiere Rollandi. A poche giornate dalla fine la promozione sembra ormai cosa fatta, ma i risultati delle ultime partite e una rosa forse un po' troppo ridotta costringono gli aquilotti a giocarsi tutto all'ultima giornata sul campo della Lucchese. La squadra toscana, storica rivale degli aquilotti e guidata da Corrado Orrico, è ormai salva e non ha più nulla da chiedere al campionato ma disputa ugualmente una partita irresistibile e riesce a sconfiggere lo Spezia per 3-1, gettando nello sconforto i cinquemila tifosi che avevano seguito la squadra al Porta Elisa. Il campionato successivo comincia con l'onorevole sconfitta in Coppa Italia contro l'Inter campione d'Italia, ma la squadra non è in grado di ripetere il grande campionato dell'anno precedente.

Anni 1990

Dopo un paio di campionati conclusi a metà classifica nella stagione 1992-1993 la retrocessione è evitata grazie al fatto che Siena e Carpi hanno fatto meno punti, occupando le ultime due posizioni in classifica, e alla radiazione dell'Arezzo. Nella stagione 1993-1994 gli aquilotti vengono sconfitti ai play-out dalla Massese, ma anche stavolta gli spezzini rimangono in C1 grazie a un ripescaggio.

Dopo il buon campionato del 1994-1995, nella stagione 1995-1996 lo Spezia, reduce da un fallimento societario che portò alla creazione dello Spezia Calcio 1906 che riuscì a evitare la radiazione, è di nuovo costretto ai play-out per ottenere la salvezza, questa volta vinti a spese della Pro Sesto. Tuttavia, al termine del campionato 1996-1997, dopo una stagione disastrosa, lo Spezia si piazza all'ultimo posto in classifica e questa volta la retrocessione è inevitabile.

La festa per il ritorno in Serie C1 nel campionato 1999-2000

Al contestato presidente Blengino succede Polotti e in società arriva l'ex capitano Sergio Borgo, che riesce a organizzare un buon gruppo per affrontare la Serie C2. La tifoseria è ormai sfiduciata dopo tanti anni di campionati deludenti, ma la nuova squadra, con il passare del tempo, riesce a conquistarsi la simpatia del pubblico e a ottenere un insperato quinto posto che consente l'accesso ai play-off. In semifinale lo Spezia elimina il favorito Rimini grazie a un gol segnato nei tempi supplementari, ma in finale è costretto ad arrendersi all'Arezzo di Serse Cosmi. Anche nella successiva stagione 1998-1999, accompagnata da problemi di ordine pubblico in occasione di alcune partite, lo Spezia si piazza nuovamente al quinto posto, ma questa volta ai play-off è beffato in semifinale nei minuti di recupero dall'AlbinoLeffe. In entrambi i campionati la squadra fu allenata da Luciano Filippi.

Il vero cambiamento arriva nel 1999-2000, allorquando la proprietà passa nelle mani di quattro imprenditori milanesi: Rocci, Trevisan, Viganò e Zanoli, i quali realizzano una squadra assai competitiva, una vera e propria corazzata per la Serie C2. Ritorna il beniamino dei tifosi Chiappara e vengono acquistati Bordin, Coti, Melucci, De Vincenzo e Carlet. L'allenatore è l'emergente Andrea Mandorlini, che fornisce subito alla squadra un gioco decisamente brillante e sempre votato all'attacco. L'unica squadra a reggere il passo dello Spezia sembra essere l'Alessandria, ma nel girone di ritorno la marcia degli aquilotti si trasforma in una cavalcata trionfale: il campionato viene vinto con 76 punti e nessuna sconfitta, un record assoluto per la categoria; i bomber sono Zaniolo e Carlet con 13 reti a testa.

Anni 2000

Il ritorno in Serie B

Lo Spezia neopromosso in Serie C1 si dimostra subito una squadra protagonista del campionato. Approdano in riva al Golfo giovani promesse come Budel e Zaccardo, che vanno a completare una rosa già molto competitiva. Nella stagione 2000-01 gli aquilotti partono bene e battono squadre blasonate come Pisa e Livorno, ma nell'arco del campionato arrivano alcune battute d'arresto e le corazzate Modena e Como (poi destinate a volare in Serie A) sono troppo forti per essere raggiunte. Lo Spezia riesce comunque a piazzarsi quinto e a partecipare ai play-off, dai quali viene però eliminato dallo stesso Como.

I tifosi dello Spezia prima della vittoriosa partita con il Livorno nel torneo 2000-01

L'annata successiva, quella del 2001-02, è una delle più belle ed emozionanti nella storia dello Spezia anche se non si conclude con quella che sarebbe stata una meritata promozione in Serie B. Gli aquilotti infatti rinforzano ulteriormente la rosa con giocatori del calibro di Pisano, Buso e Caverzan e disputano un campionato di vertice che si risolve in un testa a testa con il Livorno. Epiche sono le vittorie, sia in casa che in trasferta, con tutte le squadre rivali storiche degli aquilotti. Tuttavia alla fine sono i toscani a spuntarla per tre punti di differenza (non mancano le polemiche a distanza per l'esito della partita decisiva Treviso-Livorno) e lo Spezia, sfiancato dal lungo duello a distanza con gli amaranto, è clamorosamente eliminato ai play-off dalla più brillante Triestina.

In seguito l'allenatore Mandorlini, seguito dal capitano Bordin, si trasferisce al Vicenza: la squadra non è più la corazzata degli anni precedenti e gli aquilotti si assestano su posizioni di centro classifica, sempre a ridosso della zona play-off ma mai in grado di raggiungerla. Dopo vari anni l'imprenditore Zanoli è lasciato solo dai suoi soci e solamente l'ingresso dell'Inter di Massimo Moratti (rappresentato da Ernesto Paolillo) nella società salva le casse societarie da una possibile bancarotta. Sulla panchina aquilotta si alternano diversi allenatori ma l'unica concreta soddisfazione che arriva in queste stagioni è la conquista, nel 2005, della Coppa Italia Serie C vinta in finale contro il Frosinone.

Tuttavia, con la vittoria del campionato di Serie C1 2005-2006 lo Spezia ottiene la storica promozione in Serie B, categoria dalla quale era assente da ben cinquantacinque anni, ovvero dal lontano 1951. La certezza matematica della promozione arriva il 1º maggio 2006 nella trasferta di Padova, con oltre cinquemila tifosi al seguito. Al termine della stagione lo Spezia, capolista con 63 punti, stacca il Genoa, secondo in graduatoria, di ben sette lunghezze in classifica. Oltre alla promozione, fra gli indelebili ricordi di questa stagione rimangono la prima vittoria nella storia contro il Genoa, e la conquista della Supercoppa di Lega Serie C1 a spese del Napoli, primo classificato nel girone B.

Nella stagione successiva, all'esordio nella serie cadetta, nel girone di andata lo Spezia si mantiene sempre al di fuori della zona retrocessione realizzando, fra alti e bassi, anche due grandi imprese, conseguendo la sua prima vittoria nella storia a Marassi contro il Genoa (1-2) e sfiorando il successo casalingo contro la Juventus (1-1). Nel girone di ritorno alcune sconfitte con le dirette concorrenti e i numerosi scivoloni subìti tra le mura amiche costringono gli aquilotti a lottare per la salvezza fino all'ultima giornata di campionato, nella quale la squadra evita la retrocessione diretta grazie a un'altra storica vittoria (2-3) allo stadio Olimpico di Torino contro una Juventus con molte riserve e giovani (tra cui il promettente Sebastian Giovinco). I torinesi non perdevano in casa dal lontano aprile 2005 e, grazie a questo risultato, lo Spezia conserva il primato di non essere mai stato sconfitto dalla Juventus in partite ufficiali.

Lo Spezia ottiene così il diritto a disputare i play-out contro l'Hellas Verona. Nella gara di andata allo stadio Picco, dopo essere passati in svantaggio, gli aquilotti si impongono per 2-1 grazie ai goal di Saverino e Do Prado. Il match di ritorno è un assalto per tutti i 90 minuti da parte della squadra di mister Ventura, ma che termina a reti inviolate, decretando così la salvezza dello Spezia e la prima retrocessione in C1 della squadra scaligera.

Il fallimento e la rifondazione

La stagione 2007-2008 comincia sotto i peggiori auspici: eliminazione al primo turno della Coppa Italia (sconfitta per 2-0 a opera del Piacenza sul neutro di Fiorenzuola) e penalizzazione di 1 punto in classifica da parte della Co.Vi.Soc. per il ritardo nella presentazione di documenti contabili.

Con il passare dei mesi, diventa sempre più grave anche la crisi economica nella quale si trova la società aquilotta, guidata da Giuseppe Ruggieri. Tale situazione si palesa nel gennaio del 2008, allorquando il presidente Ruggieri cede provvisoriamente la presidenza nelle mani della sua collaboratrice Cristina Cappelluti, incaricata di traghettare la squadra verso nuovi acquirenti. Anche la fase di calciomercato di gennaio è profondamente condizionata dalle problematiche economiche; la rosa viene praticamente rivoluzionata allo scopo di ridurre il tetto-ingaggi, e lasciano la squadra buona parte dei migliori giocatori. Diretta conseguenza di queste manovre è il progressivo e inesorabile peggioramento della situazione in classifica degli aquilotti.

Nei mesi di febbraio e marzo, il mancato pagamento degli stipendi arretrati e l'accumularsi di debiti portano la società sull'orlo del fallimento, e la città decide pertanto di mobilitarsi su iniziativa popolare per tentare di salvare la società aquilotta. Viene velocemente costituita la società "Lo Spezia Siamo Noi srl", che raccoglie contributi economici da tifosi, sportivi e sponsorizzazioni da alcune realtà economiche della Provincia. Questa neonata società a marzo rileva il 70% delle quote societarie e diventa azionista di maggioranza, realizzando così in Italia il primo caso di società di calcio gestita dagli stessi tifosi. Il rimanente 20% delle quote resta di proprietà dell'imprenditore parmigiano Andrea Ermelli, e il 10% dell'Internazionale. In questo periodo l'incarico di presidente passa a Roberto Quber, e, successivamente, ad Attilio Garbini.

Il 25 maggio la sconfitta subìta a Pisa alla penultima giornata di campionato condanna la squadra alla matematica retrocessione in Serie C1. Nei mesi di giugno e luglio, dopo varie trattative, l'associazione popolare "Lo Spezia Siamo Noi", nonostante la mediazione del Sindaco e del socio di minoranza Massimo Moratti, non trova nessun nuovo investitore in grado di rilevare la squadra e coprire gli ingenti debiti ereditati dalla precedente gestione e garantire l'iscrizione al campionato di Lega Pro Prima Divisione, pertanto il club si avvia alla liquidazione.

Il 17 luglio 2008 nasce dalle ceneri del vecchio sodalizio l'Associazione Sportiva Dilettantistica Spezia Calcio 2008. Nella fase costitutiva l'associazione è presieduta dal sindaco della città, Massimo Federici, e vede come soci-fondatori quattro consiglieri comunali di differente collocazione politica. Fra i primi atti della nuova società vi è la richiesta di affiliazione alla Lega Nazionale Dilettanti, supportata dai meriti sportivi idealmente ereditati dalla precedente società e dal bacino di utenza della tifoseria. Il 4 agosto 2008, dopo la trasformazione in srl, lo Spezia viene acquistato da Gabriele Volpi, già noto nell'ambiente sportivo in quanto patron della squadra di pallanuoto della Pro Recco. Amministratore delegato è Aldo Iacopetti, già coordinatore dell'area tecnica del settore giovanile della Sampdoria, e il nuovo tecnico è l'ex blucerchiato Marco Rossi, già allenatore in Serie C1 con Lumezzane e Pro Patria. Il 20 agosto arriva la decisione ufficiale: lo Spezia è ammesso al campionato di Serie D, Girone A. Concludendo la stagione al secondo posto (con 78 punti) alle spalle della Biellese, accede ai play-off e si ferma sulla soglia delle semifinali, sconfitto dal Vico Equense per 2-0 il 14 giugno. Presenta quindi domanda di ripescaggio in Lega Pro Seconda Divisione, domanda che viene ufficialmente accolta il 31 luglio.

Per la stagione 2009-2010 la panchina viene affidata ad Attilio Lombardo, proveniente dal Legnano, che lascia però l'incarico il 12 ottobre con la squadra al 3º posto in classifica dopo un inizio non convincente. A sostituirlo viene chiamato Salvo Fulvio D'Adderio che porta la squadra al 2º posto finale in campionato grazie alle reti del bomber Nunzio Lazzaro e alla vittoria dei play-off, questa volta con il sigillo del giovane spezzino Alessandro Cesarini arrivato a gennaio dalla Sarzanese.

Anni 2010

Il treble di Lega Pro

Lo Spezia si presenta ai nastri di partenza della Prima Divisione 2010-2011 ancora con D'Adderio sulla panchina. Il mercato estivo, appannaggio del direttore sportivo Massimo Varini, vede l'acquisto di numerosi calciatori, tra cui il ritorno di Corrado Colombo. I risultati però stentano ad arrivare e la sconfitta di Bolzano alla quinta giornata decreta l'esonero di Fulvio D'Adderio che lascia il posto ad Alessandro Pane. Nella settimane successive viene prelevato dagli svincolati il trequartista Ighli Vannucchi, che prenderà la squadra per mano portandola al quinto posto in classifica dal penultimo grazie a una serie di ottime prestazioni. Ma il 23 gennaio 2011 Vannucchi subisce un brutto infortunio sul campo del Gubbio che gli procurerà una lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Da quel momento lo Spezia inanella una serie di prestazioni poco felici e il 15 marzo il presidente Volpi decide di sollevare dai propri incarichi l'allenatore Pane così come buona parte dell'area tecnica a partire da Massimo Varini. A giocare le residue possibilità di accesso ai play-off viene richiamato Fulvio D'Adderio che guida la squadra al sesto posto.

Con l'intento di risalire in B per il campionato 2011-2012 viene allestita una rosa composta da molti giocatori di categoria superiore. Il nuovo amministratore delegato è Giuseppe Spalenza e Moreno Zocchi diventa direttore sportivo, mentre in panchina viene chiamato Elio Gustinetti. Arrivano grandi nomi come Filippo Carobbio, Salvatore Mastronunzio, Antimo Iunco, Claudio Rivalta, Emiliano Testini, Felice Evacuo e Nicola Madonna; l'inizio di campionato è tuttavia disastroso con soli 4 punti in 5 giornate e Gustinetti viene esonerato. Al suo posto arriva Michele Serena che ricostruisce progressivamente un gruppo privo di identità, colpito oltretutto dall'arresto di Filippo Carobbio nell'ambito dell'inchiesta "Last Bet" avvenuto il 19 dicembre a Lerici. Lo Spezia inanella tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 una lunga serie di risultati positivi che lo riporta a ridosso delle prime, ma la testa della classifica è saldamente nelle mani del Trapani che, dopo la vittoria del 12 febbraio nello scontro diretto per 1-0, si porta addirittura a +11 sugli aquilotti. La squadra siciliana crolla letteralmente a partire da metà marzo e porta a casa solo 11 punti nelle ultime 10 giornate, contro i 24 dello Spezia che vince le ultime cinque. Il sorpasso arriva negli ultimi minuti della 33ª giornata, con lo Spezia che segna il gol vittoria a Trieste e il quasi contemporaneo pareggio del Südtirol in casa contro i granata siciliani. Domenica 6 maggio è il giorno della promozione in serie B dopo la vittoria contro il Latina per 3-0. Il 2 maggio era arrivata anche la vittoria nella Coppa Italia Lega Pro contro gli storici rivali del Pisa, ribaltando con un 2-1 all'Arena Garibaldi la sconfitta per 1-0 patita in casa all'andata. Il 17 maggio conquista la sua seconda Supercoppa di Lega di Prima Divisione contro la Ternana dopo il doppio confronto (0-0 e 2-1). Gli aquilotti sono i primi nella storia della Supercoppa a vincere due edizioni. Lo Spezia diventa anche la prima squadra in assoluto a centrare nella stessa stagione il treble di Lega Pro formato da campionato, coppa e supercoppa di categoria.

Di nuovo in Serie B

Il 5 gennaio 2013 l'allenatore Serena viene esonerato a causa dell'avvio altalenante in Serie B e viene sostituito da Gianluca Atzori, ex Sampdoria. Il 23 febbraio seguente, dopo soli 48 giorni di gestione viene esonerato il tecnico Atzori, a cui è fatale il ko interno per 0 a 6 contro il Novara; in sua sostituzione viene chiamato Luigi Cagni, che diventa così il terzo allenatore stagionale delle aquile. La squadra guidata dal tecnico bresciano, dopo un campionato di alti e bassi, ottiene la salvezza matematica l'11 maggio, nella sfida dell'Euganeo contro il Padova, penultima gara della stagione, conclusasi con il punteggio di 1 a 1.

Il 21 maggio viene ufficializzato il cambio di presidenza. Lamberto Tacoli diventa il nuovo presidente a tempo pieno dello Spezia in quanto il presidente onorario Volpi, a causa dei suoi impegni lavorativi, non può seguire quotidianamente la società. Il 23 maggio lo Spezia del nuovo presidente Tacoli non riconferma l'allenatore Gigi Cagni, il direttore sportivo Vitale e nemmeno il direttore generale Renato Cipollini. Per la stagione seguente si decide di rinnovare la società, nuovi consiglieri, e nuovi dirigenti, come il DS Giancarlo Romairone che arriva dalla Pro Vercelli, e il nuovo segretario generale Stefano Pedrelli. La rosa viene in gran parte rivoluzionata, dato che molti giocatori della passata stagione erano arrivati in prestito e non venendo quindi riscattati la società si ritrova costretta a riformare una nuova squadra, puntando su giocatori con esperienza nel campionato cadetto, prelevando alcuni giovani dalle grandi squadre di Serie A, e confermando gli uomini chiave della stagione 2012-2013, come capitan Sansovini, i centrocampisti Bovo, Porcari e Sammarco, e l'unico "superstite" della stagione 2011-2012, il terzino Nicola Madonna. Il 20 giugno lo Spezia annuncia il nuovo allenatore, Giovanni Stroppa, la cui avventura sulla panchina spezzina termina però nel dicembre successivo subentrandogli Devis Mangia. Sotto la guida del tecnico milanese, lo Spezia riesce a raggiungere l'obbiettivo play-off qualificandosi all'ultima giornata di campionato andando a occupare l'ultimo posto disponibile nella griglia. Il sogno dei bianchi però si interrompe subito, data la sconfitta per 1 a 0 subita sul campo del Modena.

Nella stagione 2014-2015, sotto la guida di Nenad Bjelica, lo Spezia termina il campionato al quinto posto; viene poi eliminato al turno preliminare dei play-off dall'Avellino. Nell'annata seguente la squadra non rende, tanto che Bjelica viene esonerato a metà novembre 2015; gli subentra Domenico Di Carlo il quale porta i liguri al settimo posto finale della classifica, qualificandoli per il terzo anno di fila ai play-off, dove cadono in semifinale dinanzi al Trapani rivelazione della stagione cadetta. I bianconeri si tolgono comunque la soddisfazione di approdare fino ai quarti di finale della Coppa Italia (in cui vengono eliminati tra le mura amiche dall'Alessandria), battendo all'Olimpico la più blasonata Roma per 4-2 ai tiri di rigore. L'anno successivo la squadra si qualifica per la quarta volta consecutiva ai play-off, ma viene di nuovo eliminata al turno preliminare dal Benevento, per due reti a una, mentre nel campionato 2017-2018, sotto la guida dell'allenatore Fabio Gallo, è protagonista di un anonimo cammino di metà classifica. Nell'annata successiva, l'allenatore è Pasquale Marino, il quale riesce a portare lo Spezia al sesto posto finale; ai play-off, gli aquilotti vengono sconfitti in casa al primo turno per 2-1 dal Cittadella.

Anni 2020

La promozione in Serie A

Il campionato 2019-2020 (giocato ad intermittenza a causa della pandemia di COVID-19) si rivela più soddisfacente, con gli spezzini che, guidati dal tecnico Vincenzo Italiano, raggiungono un positivo terzo posto finale in classifica con 61 punti, valevole per le semifinali play-off, facendo inoltre registrare il migliore piazzamento della storia del club in un campionato ufficiale. Nella semifinale di andata contro il Chievo lo Spezia perde per 2-0 al Bentegodi ma nella partita di ritorno al Picco, con un'inaspettata rimonta, vince per 3-1 e, grazie al migliore piazzamento ottenuto nella stagione regolare, si qualifica per la decisiva finale contro il Frosinone. Nel primo confronto i liguri ipotecano la promozione imponendosi per 1-0 allo Stirpe; perdono la partita di ritorno con il medesimo risultato, ma, ancora in virtù del migliore piazzamento nel campionato regolare, i bianconeri possono festeggiare la prima promozione in Serie A della loro storia.

Nel corso del primo campionato di massima serie, l'11 febbraio 2021 la società passa dalle mani di Volpi, che lascia le redini dopo tredici anni, a quelle della famiglia statunitense Platek; la stagione, sempre con Italiano in panchina, si conclude con la prima, storica salvezza bianconera in Serie A. Positivo anche il cammino in Coppa Italia, competizione in cui gli spezzini eguagliano il loro migliore piazzamento della storia raggiungendo i quarti di finale. Nella stagione seguente, nonostante le sanzioni FIFA che bloccano il calciomercato bianconero e l'avvicendamento in panchina tra Italiano e Thiago Motta, l'ambiente non si disunisce e la squadra riesce nuovamente a salvarsi. Nella annata 2022-2023, complice le sconfitte nelle ultime due partite del campionato, la squadra si ritrova a disputare sul terreno del Mapei Stadium di Reggio Emilia uno spareggio contro il Verona, perso 1-3, che condanna la squadra al ritorno in Serie B dopo tre stagioni consecutive in massima serie.

Lo Spezia Calcio è una società calcistica italiana con sede nella città di La Spezia, in Liguria. Fondata nel 1906, milita in Serie A, la massima serie del campionato italiano di calcio.

Lo Spezia ha disputato la maggior parte della sua storia nelle serie minori del calcio italiano. Ha raggiunto la Serie B per la prima volta nella stagione 1929-1930, ma è retrocesso dopo una sola stagione. Tornò in Serie B nella stagione 1934-1935 e vi rimase per quattro stagioni prima di retrocedere nuovamente.

Lo Spezia ha trascorso i successivi decenni tra la Serie C e la Serie D. Ha raggiunto nuovamente la Serie B nella stagione 1973-1974, ma è retrocesso dopo una sola stagione. Tornò in Serie B nella stagione 1977-1978 e vi rimase per tre stagioni prima di retrocedere nuovamente.

Lo Spezia ha trascorso i successivi 20 anni in Serie C e Serie D. Ha raggiunto nuovamente la Serie B nella stagione 1999-2000, ma è retrocesso dopo una sola stagione. Tornò in Serie B nella stagione 2005-2006 e vi rimase per due stagioni prima di retrocedere nuovamente.

Lo Spezia ha trascorso i successivi 11 anni in Serie C. Ha raggiunto nuovamente la Serie B nella stagione 2017-2018. Nella stagione 2019-2020, ha ottenuto la promozione in Serie A per la prima volta nella sua storia.

Lo Spezia gioca le sue partite casalinghe allo Stadio Alberto Picco, che ha una capacità di 10.336 posti a sedere. I colori sociali della squadra sono il bianco e il nero.

Lo Spezia è una piccola squadra, ma ha una grande tifoseria. I tifosi dello Spezia sono conosciuti per la loro passione e il loro entusiasmo. Sono sempre presenti allo stadio e sostengono la squadra a gran voce.

Lo Spezia è una squadra emergente del calcio italiano. Ha ottenuto la promozione in Serie A per la prima volta nella sua storia nella stagione 2019-2020 e ha l'obiettivo di affermarsi nella massima serie del calcio italiano.