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Stat.

 TotalIn casaFuori casa
Partite disputate 10 6 4
Wins 6 5 1
Draws 4 1 3
Losses 0 0 0
Goals for 17 11 6
Goals against 8 3 5
Clean sheets 4 3 1
Failed to score 1 0 1

La nazionale di calcio dell'Ungheria (ungherese: magyar labdarúgó-válogatott) è la squadra di calcio che rappresenta l'Ungheria nelle varie competizioni ufficiali o amichevoli riservate a squadre nazionali ed è posta sotto l'egida della Federazione calcistica ungherese.

È stata, sino agli anni settanta del XX secolo, una delle rappresentative più valide e temute. Conta nove partecipazioni ai campionati mondiali (finalista nel 1938 e nel 1954, ultima partecipazione nel 1986) e quattro a quelli europei, dove ha ottenuto come migliore risultato un terzo posto. Tra gli altri trofei conta anche una Coppa Internazionale (edizione 1948-1953). La nazionale olimpica ha vinto tre ori (1952, 1964, 1968), record di successi nella competizione.

Tra i calciatori più famosi che vi hanno giocato ci sono Ferenc Puskás e Flórián Albert (Pallone d'oro 1967). Proprio Ferenc Puskás, nel 2004, è stato il giocatore scelto dalla Federazione nazionale come Golden Player, ovvero il miglior calciatore del primo mezzo secolo di vita dell'UEFA, oltre che l'unico ungherese inserito dal grande Pelé nei FIFA 100, lista dei migliori cento calciatori della storia stilata per commissione della FIFA stessa per celebrarne il centenario (2004).

Il posizionamento più alto finora raggiunto dalla nazionale nella classifica mondiale della FIFA è stato il 18º posto ad aprile e maggio 2016, mentre il peggiore è stato l'87º posto nel luglio 1996. Al 21 settembre 2023 l'Ungheria occupa attualmente il 32º posto in classifica.

Gioca tradizionalmente in maglia rossa, pantaloncini bianchi e calzettoni verdi.

History

Primi anni e sviluppo (1875-1918)

Il gioco del calcio approda in Ungheria a partire già dagli anni settanta del XIX secolo, importato dagli inglesi. Le prime fonti attestate sul nuovo football risalgono al 1879, quando Lajos Molnár pubblica un libro in cui sono esposte delle metodologie di lavoro atletiche ad esso attinenti. Più tardi, nel 1890, il giornale Sport-Világ cura un opuscolo in cui illustra il regolamento di questo sport grazie a Mihály Bély e Manó Szaffka.

In virtù dell'Ausgleich l'Ungheria ha diritto ad avere una federazione calcistica separata da quella austriaca, così, il 19 gennaio 1901, nasce la Magyar Labdarúgó Szövetség (MLSZ) con presidente Géza Jász. Nello stesso anno prende il via il primo campionato ungherese di calcio, che viene vinto dal Budapesti Torna Club, mentre i migliori calciatori sono selezionati per tre incontri amichevoli contro gli inglesi del Richmond AFC (sconfitta 0-4) e Surrey Wanderers (sconfitte 1-5 e 1-6). Il 12 ottobre 1902 viene invece giocata la prima partita della nazionale ungherese, che, guidata dal giornalista Ferenc Gillemot in qualità di primo Commissario tecnico e dal poliedrico atleta Alfréd Hajós in campo, viene sconfitta dall'Austria con risultato finale di 0-5.

Alfréd Hajós

Come dimostrano i continui cambi di allenatore (quattro in sei anni), la rappresentativa magiara faticò all'inizio ad emergere e formare un gruppo consolidato. Frigyes Minder fu il primo selezionatore che riuscì a sollevare la squadra.

Il 26 maggio 1910 a Budapest venne programmata la seconda partita della nazionale con avversario l'Italia, guidata da Umberto Meazza. Al termine dell'incontro i magiari vinsero con il risultato di 6-1, segnando con la doppietta di Imre Schlosser e i gol di Weisz, Karoly, Dobo, Korody contro il gol dell'italiano Rizzi.

Il nucleo principale della compagine era costituito da giovani, anche minorenni, come Schlosser-Lakatos, autore di una doppietta contro gli azzurri, più volte gólkirály e più longevo calciatore in nazionale maggiore (dal 1906 al 1927), appartenente al FTC, società che tra il 1908 e il 1913 conquistò cinque campionati di fila.

Successivamente la selezione ungherese cominciò ad imporsi contro nazionali già affermate. Furono quelli, infatti, gli anni della nascita della cosiddetta scuola danubiana, che faceva capo ad Austria (nota anteguerra come Wunderteam, "squadra delle meraviglie"), Boemia e alla stessa Ungheria, i tre principali Paesi dell'Impero austro-ungarico attraversati proprio dal fiume Danubio. Nel 1912 la nazionale ungherese partecipò ai Giochi olimpici, ma fu battuta nettamente per 7 a 0 dalla squadra del Regno Unito, uscendo dal torneo.

Periodo interbellico (1919-1943)

Anni venti

Il Fogl-Gát degli anni Venti

Nel 1919 Budapest è in concorso per ospitare i Giochi olimpici del 1920 ma il CIO assegna l'organizzazione dell'evento ad Anversa e decide di escluderne i Paesi che avevano scatenato la guerra, compresa l'Ungheria. Senza la possibilità di giocare sfide importanti, si succedono nel 1920 József Harsády e Lajos Tibor in qualità di commissari tecnici, ma con risultati molto scarsi (nessuna vittoria nell'anno solare). Il 7 ottobre 1920, contro l'Austria, Tibor schiera per la prima volta i fratelli Károly e József Fogl dell'Újpest, che resteranno titolari della nazionale per molte partite nell'arco del decennio, costituendo il celebre Fogl-Gát (o "Diga-Fogl").

Nel 1924 l'Ungheria prende parte al torneo calcistico dei Giochi olimpici di Parigi. Nel primo turno i magiari battono facilmente la Polonia per 5-0, mentre nella sfida successiva vengono sconfitti a sorpresa dall'Egitto per 3-0 nonostante le presenze, tra gli altri, di György Orth, Zoltán Opata, Béla Guttmann e Ferenc Hirzer facessero risaltare un grosso divario tecnico. I motivi della sconfitta (accolta come una disfatta dai tifosi ungheresi) sono probabilmente da imputare a un ammutinamento degli stessi calciatori nei confronti dei dirigenti federali, noto come "Grande ammutinamento del 1924". Dalla fine degli anni venti viene convocato tra le file magiare un folto numero di calciatori rumeni (tra cui ci sono Albert Ströck, Elemér Berkessy, István Avar, Mihai Tänzer, Iuliu Baratky e Iuliu Bodola) in virtù di origini ungheresi.

Anni trenta

Nel 1930 Mihály Pataki, da poco ritiratosi, riceve l'incarico di commissario tecnico dopo il biennio di János Földessy. L'11 maggio la squadra di Pataki si scontra a Budapest contro l'Italia di Vittorio Pozzo nella sfida decisiva per l'assegnazione della prima Coppa Internazionale. L'Ungheria viene sconfitta per 0-5 dagli atleti italiani appositamente recatisi sui luoghi della Grande guerra prima dell'incontro, guidati dal loro CT che vi aveva combattuto. Dopo tale sconfitta Pataki non viene confermato e al suo posto torna, per la quarta volta, Frigyes Minder. Nel frattempo la MLSZ, al pari di molte altre federazioni calcistiche europee, non iscrive la nazionale al primo campionato mondiale da giocarsi in Uruguay, Nell'autunno del 1930 Lajos Máriássy viene scelto come nuovo allenatore dei magiari. Durante il suo secondo incarico viene giocata la seconda Coppa Internazionale, che si conclude nel 1932 con la vittoria dell'Austria (che proprio in questi anni si guadagna il soprannome di Wunderteam, cioè "squadra delle meraviglie", a seguito di 14 risultati utili consecutivi) e il terzo posto dell'Ungheria. Poco dopo il termine del torneo Ödön Nádas succede a Máriássy.

Durante la gestione di Nádas l'Ungheria riesce per la prima volta a partecipare ad un campionato mondiale di calcio, quello del 1934, passando per le neo introdotte qualificazioni. I magiari riescono, infatti, a vincere il girone eliminatorio insieme all'Austria. L'Ungheria esordisce quindi in un campionato del mondo contro l'Egitto, vincendo per 4-2 agli ottavi di finale, ma viene poi estromessa dopo la sconfitta con la tradizionale rivale austriaca nel turno successivo.

Nel 1934 l'allenatore Nádas viene sostituito dal poliziotto Károly Dietz. Questi costruisce una squadra di abili ed estrosi palleggiatori intorno a György Sárosi, centravanti e all'occorrenza mezzala e centromediano sistemista, che in questo periodo si impone come miglior calciatore del mondo al pari dell'italiano Meazza e dell'austriaco Sindelar. Dietz esordisce come commissario tecnico il 14 ottobre battendo 3-1 il Wunderteam in Coppa Internazionale, torneo in cui alla fine del 1935 i magiari arrivano secondi a pari punti proprio con l'Austria.

Finale Mondiale del 1938

Nell'aprile del 1936 prende il via la sfortunata quarta edizione della Coppa internazionale, che si conclude anzitempo (nel 1938) a causa dell'Anschluss e del conseguente scioglimento della squadra austriaca mentre l'Ungheria è al primo posto. Nel frattempo, nell'estate dello stesso anno, la squadra dei dilettanti allenata da Zoltán Opata viene estromessa già al primo turno del torneo olimpico riportando una sconfitta per 3-0 con la Polonia.

Nel 1937 l'Ungheria ben figura in alcune partite, tra cui una vittoria per 8-3 contro la Cecoslovacchia con 7 gol di Sárosi (record nazionale) al celebre portiere František Plánička, che riconsegna ai magiari prestigio europeo, tanto da essere considerati testa di serie alle qualificazioni al campionato mondiale del 1938. L'Ungheria si qualifica alla competizione vincendo per 11-1 contro la Grecia nella gara unica dei play-off. I magiari esordiscono battendo le Indie Orientali Olandesi, poi superano la Svizzera nei quarti di finale e la Svezia in semifinale. In finale trovano l'Italia campione del mondo in carica guidata da Giuseppe Meazza, considerato insieme a Sárosi (e all'austriaco Matthias Sindelar) il più grande calciatore dell'epoca. Nell'incontro, giocato a Colombes, gli uomini decisivi sono però Gino Colaussi e Silvio Piola, che segnano una doppietta a testa. La partita finisce 4-2 per gli italiani (segnano per gli ungheresi Sárosi e Pál Titkos).

Dopo la finale mondiale l'Ungheria non riesce a vincere per altre sette partite, causando il licenziamento del commissario tecnico Károly Dietz e la sua sostituzione con Dénes Ginzery nel 1939. L'esordio del nuovo allenatore coincide con l'ultima partita della Polonia prima dell'invasione nazista nonché con la prima vittoria polacca contro i magiari. Nel 1941 József Fábián succede brevemente a Ginzery, che ritorna subito dopo. Nel 1942 torna Fábián per sole due partire (tra cui una sconfitta per 7-0 con la Germania), dopodiché la nazionale viene affidata a Kálmán Vághy, che la guida fino al 1943, anno in cui cessano le attività sportive a causa della seconda guerra mondiale.

Secondo dopoguerra (1945-1948)

Liberata Budapest, nonostante l'instabilità politica del Paese nella primavera del 1945 riprende l'attività calcistica ungherese. Il Campionato è diviso in due gironi e non è presente, tra le altre squadre, il Nagyvárad campione in carica poiché rientrato nella Divizia A rumena. L'incarico di allenatore della Nazionale viene assegnato a Tibor Gallowich, già giornalista e portiere, mentre Sándor Bíró viene scelto come primo capitano del Dopoguerra. La prima partita ufficiale della nuova gestione viene giocata il 19 agosto 1945 contro l'Austria (2-0 per l'Ungheria). Nella ripetizione dell'incontro del giorno successivo Gallowich fa esordire il giovane attaccante Ferenc Puskás, che segna il suo primo gol dopo dodici minuti (vittoria 5-2).

Il 4 maggio 1947, sempre contro l'Austria, si gioca un'amichevole celebrativa per i cinquant'anni del calcio ungherese. Alfréd Hajós dà il calcio d'inizio e la partita viene vinta dagli ungheresi (di nuovo 5-2), ma il crollo della tribuna B dell'Üllői úti stadion causa circa duecento feriti. L'accaduto spinge il governo a costruire un nuovo stadio moderno e sicuro per ospitare le partite della Nazionale, che viene poi chiamato Népstadion ("Stadio del popolo"). Sempre nel 1947 l'Ungheria partecipa per la prima volta alla Coppa dei Balcani per nazioni vincendo tutti e quattro gli incontri ed aggiudicandosi il trofeo. Il centravanti magiaro Ferenc Deák (giocatore con la più alta media gol in nazionale di sempre) è capocannoniere della rassegna con 5 gol.

Nel 1948 l'Ungheria prende parte sia alla Coppa dei Balcani, in cui esordiscono il centrocampista László Kubala (prima di espatriare clandestinamente) e la mezzala Sándor Kocsis, sia alla Coppa internazionale, ma il primo torneo viene abbandonato proprio con i Magiari in testa alla classifica. Non partecipa invece ai Giochi Olimpici di Londra 1948.

L'Aranycsapat (1949-1956)

Lo stesso argomento in dettaglio: Squadra d'oro.

Nel 1949, dopo una breve parentesi democratica, l'Ungheria diventa Repubblica Popolare ed entra a far parte del blocco filo-sovietico. La Nazionale viene così affidata a scopo propagandistico all'ex meccanico, sindacalista e centromediano dell'MTK, nonché viceministro dello Sport e presidente del Comitato Olimpico in carica, Gusztáv Sebes. Sebes, allenatore molto scrupoloso, viene affiancato in un primo momento da Béla Mandik e Gábor Kompóti-Kléber e poi promosso a commissario unico dopo poche partite, e prendendo come modelli l'Italia di Vittorio Pozzo e il Wunderteam austriaco di Hugo Meisl, idea una nuova tattica di gioco che egli stesso definisce "calcio socialista", in cui tutti i calciatori condividono stesse responsabilità sia in fase offensiva che in quella difensiva e sono capaci di giocare in ogni posizione, che viene considerata alla base del calcio totale.

Sfruttando i propri incarichi istituzionali, Sebes convoglia i migliori atleti in un numero ridotto di squadre per farli abituare a giocare insieme. In Nazionale pertanto al blocco di giocatori della Honvéd Budapest, la più effervescente realtà del campionato, si mescola quello proveniente dall'MTK Budapest e dai club minori. La disposizione su cui punta in un primo momento è il sistema, in cui il ruolo di centravanti è ricoperto sempre dal prolifico Ferenc Deák, ma dopo il suo abbandono nel 1949 per motivi politici (ostilità verso il regime), viene inizialmente sostituito da Péter Palotás. I risultati tuttavia non soddisfano il commissario tecnico, che decide così di adattare in quel ruolo l'ala destra Nándor Hidegkuti, che si trasforma in "centravanti arretrato".

Nel 1950 la MLSZ è costretta a rinunciare all'iscrizione al Mondiale per motivi economici, ma la squadra ottiene nelle amichevoli risultati eccellenti. Il 4 giugno 1950 i magiari battono 5-2 la Polonia, inaugurando una striscia di 32 gare senza sconfitte che si sarebbe interrotta solo nel 1954, mentre nella partita successiva, il 24 settembre 1950, battono l'Albania 12-0 stabilendo la loro miglior vittoria della storia.

Olimpiadi 1952

Nel 1952 la nazionale olimpica ungherese esordisce in occasione del torneo calcistico dei Giochi di Helsinki. Non essendo il campionato nazionale professionistico, Sebes può convocare i migliori calciatori a sua disposizione (diversamente da quanto accade nei Paesi occidentali) e, molto agevolmente, vince il titolo per la prima volta nella storia del calcio magiaro. La squadra segna 20 gol in 5 partite subendone solo 2, e si mettono in evidenza quali migliori calciatori della competizione il capitano Ferenc Puskás, detto "il Colonnello" per il suo grado nell'esercito, mezzala della Honvéd trasformata in attaccante e considerato il miglior calciatore ungherese di tutti i tempi, e il suo partner offensivo Sándor Kocsis, soprannominato "Testina d'oro" per la sua abilità aerea (nonostante 1,77 metri di altezza) nonché capocannoniere della rassegna con 6 gol. Il cammino vede arrendersi ai Magiari Romania, Italia, Turchia, Svezia e Jugoslavia, con quest'ultima sconfitta in finale per 2-0 con gol di Puskás e dell'ala Zoltán Czibor. In occasione della premiazione vengono consegnati ai campioni le medaglie d'oro e dei fiori, portati da Armi Kuusela, prima Miss Universo.

L'anno successivo gli ungheresi prevalgono anche in campo mitteleuropeo trionfando nella Coppa Internazionale 1948-1953 in virtù di 27 gol fatti e 17 subiti in sole 8 partite e soprattutto di due punti di vantaggio su Cecoslovacchia e Austria. Puskás è capocannoniere del torneo con 10 reti.

Inghilterra-Ungheria 3-6

Lo stesso argomento in dettaglio: Inghilterra-Ungheria 3-6.
Hidegkuti (indietro a sinistra) e Puskás (a destra in primo piano) contro l'Inghilterra nel 1954.

La straordinaria portata dell'evento olimpico vale a Sebes un invito da Stanley Rous, presidente della FA, a giocare un'amichevole allo stadio di Wembley contro i "maestri" inglesi in occasione del novantesimo anniversario della fondazione della federazione calcistica inglese. L'attesissimo match viene stabilito per il 25 novembre 1953. Nonostante il pronto avvertimento del segretario generale del Partito Comunista Mátyás Rákosi («E se dovessimo perdere? Faccia bene attenzione!»), Sebes accetta l'invito di propria iniziativa e parte per Wembley, dove si dedica ad uno studio capillare del rimbalzo del pallone sul terreno di gioco. Tornando in Ungheria il Commissario Tecnico chiama tre volte alla settimana i suoi migliori calciatori ad allenarsi su un campo rimodellato e ampliato sullo stile di quello londinese con i pesanti palloni inglesi e poi con loro parte per la trasferta. L'Inghilterra, da sempre imbattuta in casa da squadre non britanniche (Home record), quel giorno fa registrare un netto crollo con risultato finale di 3-6 per gli Ungheresi. Secondo alcune fonti, per la tale intensità di gioco la palla non sarebbe uscita fuori dal campo per tutto il primo tempo, mentre Hidegkuti, il "centravanti arretrato", segna tre gol davanti a 100.000 spettatori. I Magiari vanno incontro alla partita che ne consacra il prestigio non solo continentale ma anche mondiale, e così il team di Sebes viene soprannominato "Aranycsapat", cioè "Squadra d'oro".

Gli inglesi vengono così invitati per la rivincita, da giocarsi il 23 maggio 1954 al Népstadion di Budapest, poco prima del Mondiale di Svizzera. Nonostante i nove cambi fatti dal coach britannico Walter Winterbottom rispetto alla squadra dell'anno prima i Magiari, schierati invece con la stessa formazione (eccezion fatta per József Tóth al posto di László Budai), confermano la loro lezione di calcio infliggendo agli avversari la peggiore sconfitta della loro storia (7-1). Segnano Mihály Lantos, poi Puskás, Kocsis (due volte), Hidegkuti, Tóth e di nuovo Puskás.

Qualche mese dopo, un apposito comitato presieduto proprio da Sebes costituisce l'UEFA, nuovo organo di controllo del calcio europeo. La confederazione nasce ufficialmente il 15 giugno del 1954 a Basilea e vi aderisce anche la MLSZ, mentre Sebes ne diviene vicepresidente, restando in carica sino al 1960.

Mondiale 1954

Gagliardetto ungherese del Mondiale svizzero

La Nazionale ungherese si qualifica direttamente al Mondiale del 1954 a causa del ritiro della Polonia dai turni preliminari. La spedizione magiara guidata da Sebes si presenta in Svizzera con tutti i suoi campioni, e dunque con il favore del pronostico. Nel primo turno, Corea del Sud e Germania Ovest vengono effettivamente superate con facilità (9-0 e 8-3), ma nel secondo incontro un intervento del tedesco Werner Liebrich costringe Puskás ad abbandonare il campo anzitempo. L'Ungheria si trova così ad affrontare il Brasile e l'Uruguay senza il suo capitano.

Finale Mondiale del 1954

Sia il quarto di finale con i Brasiliani, passato alla storia come Battaglia di Berna a causa della durezza del gioco e delle risse scatenatesi in campo, sia la semifinale con l'Uruguay campione in carica vengono vinte dai Magiari per 4-2. In finale si ritrovano contro la Germania Ovest. Puskás gioca in condizioni non ottimali ma gli Ungheresi riescono a passare lo stesso in vantaggio per 2-0, salvo poi subire la rimonta tedesca che porta il risultato finale sul 2-3. Il punteggio si conserva fino alla fine dell'incontro per l'annullamento di un gol proprio di Puskás per fuorigioco e il titolo di campione del mondo passa ai tedeschi.

La finale del Mondiale del 1954 diviene famosa come Miracolo di Berna e segna la fine dell'imbattibilità ungherese dopo oltre quattro anni di risultati utili consecutivi, striscia eguagliata e superata solo da Brasile, Spagna e Italia (35 di fila le prime due, 37 gli Azzurri). Nonostante ciò alla fine del torneo Gyula Grosics viene eletto miglior portiere e Sándor Kocsis è capocannoniere con 11 gol facendo registrare il record in un singolo Mondiale fino a quel momento.

La fine della leggenda

Monumento alla memoria dell'Aranycsapat a Seghedino

Al ritorno in patria la squadra e il Commissario tecnico sono soggetti all'umiliazione e alle ingiurie dei compatrioti. Sebes viene imputato di aver fatto giocare Puskás nonostante la precaria condizione fisica e di aver invertito le ali spostando Czibor a destra e Mihály Tóth a sinistra. Nelle sue memorie il CT afferma che la scelta di schierare Puskás derivava da un colloquio con Kocsis, in aperta difficoltà per la mancanza di una spalla che lo aiutasse a smarcarsi, mentre l'inversione delle ali era stata una scelta tecnica dovuta alle caratteristiche del terzino avversario Werner Kohlmeyer. Si diffonde inoltre la falsa notizia che Mihály Tóth fosse il marito segreto della figlia di Sebes, diceria peraltro smentita all'arrivo di quest'ultimo alla dogana nazionale dove dimostra al capo del comitato di ricevimento Zoltán Vas che la sua unica figlia ha solo undici anni. Grosics, invece, racconterà anni dopo di intimidazioni dai vertici del regime: «[...] In serata arrivarono le più alte cariche politiche. Rákosi fece un discorso, il secondo posto era un buon risultato, e poi disse: "Nessuno di voi deve preoccuparsi di essere punito per questa partita" [...]. Sapevo che intendeva esattamente l'opposto. Sapevo che qualcosa di brutto sarebbe accaduto. Mi ero scontrato più volte con l'ÁVH, la polizia di Stato. Sentivo di avere paura. Avevo ragione». Difatti poco dopo il calciatore viene arrestato con l'accusa di tradimento e spionaggio.

Nonostante il saccheggio da parte dei tifosi in piazza Baross a Budapest e le pressioni della moglie preoccupata, Sebes rifiuta le dimissioni e la squadra ricomincia un ciclo di risultati utili che dura altri due anni. Nelle prime sei partite del 1956, l'Ungheria vince una sola volta contro il Libano e Sebes viene esonerato dalla Federazione. Gli succede Márton Bukovi, altro allenatore conosciuto per il suo calcio offensivo nonché suo assistente negli ultimi mesi, che infatti non stravolge il lavoro tattico del suo predecessore. Il 23 settembre 1956 l'Ungheria di Bukovi fa cadere anche l'imbattibilità in casa dell'Unione Sovietica dopo 32 anni. Nell'ottobre dello stesso anno, invece, mentre la Honvéd si trova all'estero per una tournée mondiale, scoppia la celebre rivolta ungherese repressa proprio dai carri armati sovietici. I calciatori più importanti della Honvéd, ovvero Puskás (creduto morto durante la guerriglia urbana), Czibor e Kocsis decidono di non rientrare in Ungheria scegliendo l'esilio.

Periodo post-rivoluzione (1956-1958)

Lajos Baróti, l'allenatore del nuovo corso

Con la rivoluzione finisce il mito dell'Aranycsapat. Alla ripresa delle attività sportive gli unici calciatori della grande squadra del passato ancora disponibili per essere convocati sono Grosics, scagionato dopo 13 mesi per mancanza di evidenza ma comunque allontanato da Budapest, Budai, Hidegkuti, che diventa il nuovo capitano, e József Bozsik, centromediano della Honvéd considerato tra i migliori in attività nonché fermo sostenitore del Partito Socialista e deputato al Parlamento. Márton Bukovi guida invece la Nazionale per altre tre partite e nell'estate del 1957 viene sostituito da una commissione provvisoria composta da Lajos Baróti, Károly Lakat e Károly Sós che riesce ad ottenere la qualificazione al Mondiale del 1958. Dopo aver conquistato il Campionato 1957 con il Vasas Baróti viene scelto come Commissario unico debuttando il 22 dicembre 1957 contro la Germania Est (sconfitta per 1-0). A Lakat viene invece affidata la Selezione olimpica.

Al Mondiale Baróti affianca ad Hidegkuti, confermato al centro dell'attacco, alcuni giovani emergenti tra cui Lajos Tichy, Dezső Bundzsák e Máté Fenyvesi. Gli altri ruoli sono invece integrati con i giocatori del Vasas (Sárosi, Berendi, Kárpáti). Il primo turno si rivela difficoltoso, e alla fine dei tre incontri Ungheria e Galles sono appaiate con tre punti al secondo posto dietro alla Svezia e davanti al Messico. Non esistendo regole per valutare la classifica avulsa viene stabilita una data di spareggio tra le due seconde per determinare chi avrebbe passato il turno. Il 17 giugno 1958 l'Ungheria viene sconfitta 2-1 dal Galles ed eliminata dal torneo. Hidegkuti, che aveva saltato la sfida con il Messico e lo spareggio, decide di ritirarsi dal calcio giocato e la fascia di capitano passa a Grosics.

Anni Sessanta (1959-1969)

Baróti resta alla guida della Nazionale anche dopo il Mondiale. Nel 1958 l'Ungheria partecipa alle qualificazioni per il primo Campionato europeo organizzato dall'UEFA, ma viene eliminata dall'Unione Sovietica. Nel frattempo si conclude anche l'edizione 1955-1960 della Coppa Internazionale, che dal 1960 viene definitivamente sostituita dall'Europeo. I Magiari chiudono al secondo posto dietro alla Cecoslovacchia a causa anche del pareggio all'ultima giornata contro l'Italia, mentre Tichy vince il titolo di capocannoniere con sette gol (quarto ungherese diverso nella storia della competizione).

Proprio nel 1960 la Nazionale olimpica partecipa anche ai Giochi di Roma dopo essersi qualificata vincendo il girone con Cecoslovacchia e Austria. I Magiari arrivano imbattuti in semifinale, dove vengono sconfitti dalla Danimarca. Vincono invece la finale per il terzo posto con l'Italia aggiudicandosi la medaglia di bronzo.

Flórián Albert e Kálmán Mészöly

Tra l'ottobre 1960 e l'ottobre 1961 l'Ungheria vince il girone valido per le qualificazioni al Mondiale 1962. Nell'estate dell'anno successivo prende parte alla rassegna in Cile eliminando nella prima fase Inghilterra, Argentina e Bulgaria, salvo poi subire una sconfitta decisiva nei quarti di finale con la Cecoslovacchia. Il giovane attaccante Flórián Albert del Ferencváros (che aveva rilevato il ruolo di Hidegkuti) vince l'onorificenza di miglior marcatore del torneo con altri cinque calciatori (Garrincha, Vavá, Leonel Sánchez, Dražan Jerković e Valentin Ivanov), mentre Grosics e Bozsik lasciano la Nazionale.

Il 1964 vede l'Ungheria impegnata in due competizioni, l'Europeo e l'Olimpiade. I Magiari si qualificano per la prima volta ad un Europeo eliminando il Galles, la Germania Est (allenata proprio da Károly Sós) e la Francia, che a sorpresa aveva a sua volta eliminato l'Inghilterra. Nella fase finale, giocata in Spagna, all'Ungheria si contrappone in semifinale proprio la Nazionale di casa, mancante delle "stelle" del Real Madrid (Gento, Di Stefano, Santamaría e proprio Puskás) per scelta tecnica, che riesce ad imporsi (2-1) solo dopo i tempi supplementari. I Magiari devono accontentarsi così del terzo posto, che viene conquistato (3-1) contro la più modesta Danimarca e anche in questo caso dopo i supplementari grazie al gol di Ferenc Bene e della doppietta su calcio piazzato di Dezső Novák.

Alle Olimpiadi invece l'Ungheria, affidata di nuovo a Károly Lakat dopo due anni con Béla Volentik, conquista la seconda medaglia d'oro della sua storia. Eliminate Svezia e Spagna nelle qualificazioni, la squadra di Lakat vince tutti e cinque gli incontri tra primo turno e finale, dove trionfa contro la Cecoslovacchia (2-1). Bene conquista la classifica dei marcatori con dodici reti segnate, di cui sei contro il Marocco e quattro contro la Repubblica Araba Unita.

Anni 1970 e 1980

Da sinistra: Détári, Kiprich, il CT Verebes, Híres e Sallai nel 1987.

Qualificatasi al campionato europeo 1972 in un girone comprendente Bulgaria, Francia e Norvegia e dopo aver sconfitto la Romania nei quarti, la compagine ungherese cedette all'Unione Sovietica nelle semifinali: l'incontro di consolazione con il Belgio si risolse a favore di quest'ultimo, relegando i danubiani al quarto posto.

Alla positiva esperienza continentale fece seguito un decennio sostanzialmente incolore, con la squadra che — pur compiendo numerosi avvicendamenti alla guida tecnica — riuscì a qualificarsi solo alla fase finale del campionato del mondo 1978. Nel 1981 gli ungheresi strapparono il biglietto per il campionato mondiale 1982 sopravanzando nelle eliminatorie l'Inghilterra, pur avendo perso con i britannici entrambe le sfide. Ad aprire il torneo fu la storica affermazione contro El Salvador, con il punteggio-record di 10-1; nella giornata successiva l'Ungheria fu però battuta dall'Argentina per 4-1, poi il pareggio contro il Belgio impedì il passaggio al secondo turno.

Fallita la partecipazione al campionato europeo 1984, i magiari si riscattarono prendendo parte al campionato mondiale 1986. Allenato da György Mezey, l'undici ungherese — forte del talento di Lajos Détári e presentatosi al torneo dopo un 3-0 rifilato al Brasile nell'amichevole del 16 marzo 1986 — non superò la prima fase, iniziata perdendo nettamente contro l'Unione Sovietica (6-0); sconfitto il Canada per 2-0, la formazione magiara perse con la Francia, venendo eliminata dalla rassegna.

Anni 1990 e 2000

La fugace apparizione al mondiale messicano rappresentò per lungo tempo l'ultima presenza della compagine in un torneo internazionale. Gli anni 1990 coincisero, infatti, con un netto declino sotto il profilo dei risultati. L'unico exploit si registrò nelle eliminatorie per il campionato mondiale 1998, con l'accesso agli spareggi: nelle gare decisive per la partecipazione al torneo i magiari furono, però, surclassati dalla Jugoslavia, impostasi per 7-1 a Budapest e per 5-0 a Belgrado. Deludenti risultarono, invece, le successive campagne di qualificazione ai campionati europei e ai campionati mondiali, con la squadra danubiana relegata a ruoli di secondo piano nel panorama calcistico internazionale.

A livello di singoli incontri, è da segnalare l'amichevole del 22 agosto 2007, in cui i magiari — già estromessi dalla corsa per il campionato europeo 2008 — sconfissero per 3-1 l'Italia campione del mondo. Durante la fase eliminatoria del campionato mondiale 2014, l'Ungheria subì dai Paesi Bassi una tra le disfatte più pesanti della propria storia (8-1).

Anni 2010

Nel settembre 2014, poco dopo l'inizio delle qualificazioni al l'campionato europeo 2016, il commissario tecnico Attila Pintér fu sostituito da Pál Dárdai. Nell'estate 2015 questi lasciò posto a Bernd Storck, capace di riportare i magiari a competere per il titolo europeo dopo ben 44 anni e alla fase finale di un torneo internazionale dopo 30. Ammessa ai play-off in ragione del terzo posto dietro Irlanda del Nord e Romania, la compagine ungherese superò la Norvegia nella doppia sfida di spareggio. Cominciato il torneo con una vittoria sull'Austria (2-0), gli ungheresi ottennero il primato nel girone pareggiando con Islanda e Portogallo. Agli ottavi di finale furono eliminati dal Belgio con un netto 4-0.

La ripresa manifestata in occasione del campionato europeo costituì tuttavia un acuto isolato, dacché i magiari fallirono in seguito la qualificazione al campionato del mondo 2018, dopo aver perso anche contro Andorra durante le eliminatorie.

Anni 2020

Passata nel giugno 2018 nelle mani del CT italiano Marco Rossi, subentrato dopo la brevissima e fallimentare gestione del belga Georges Leekens, la selezione ungherese terminò in seconda posizione nel proprio raggruppamento di Lega C della UEFA Nations League 2018-2019, venendo comunque promossa in Lega A per via di modifiche nel formato della competizione.

I magiari conclusero poi al penultimo posto il proprio girone eliminatorio del campionato europeo 2020. Ammessi agli spareggi in virtù del piazzamento in Nations League, i magiari riuscirono a qualificarsi alla fase finale del torneo dopo aver superato la Bulgaria in semifinale e l'Islanda in finale. Pochi giorni dopo aver centrato la seconda qualificazione consecutiva al campionato d'Europa, l'Ungheria centrò anche la promozione nella Lega A di Nations League, vincendo il proprio girone di Lega B della UEFA Nations League 2020-2021 con un bilancio di 3 successi in 6 partite.

Inserita nel girone F della fase finale del campionato europeo 2020, tenutasi nel 2021 stante il rinvio dovuto alla pandemia di COVID-19, l'Ungheria trovò Germania, Francia e Portogallo e raccolse due punti, dopo lo 0-3 contro il Portogallo, l'1-1 contro la Francia e il 2-2 contro la Germania. I magiari furono gli unici eliminati del girone. Nel gruppo 3 della Lega A della UEFA Nations League 2022-2023 la squadra registrò poi notevoli progressi, battendo per due volte l'Inghilterra, ottenendo un pari e una vittoria contro la Germania e contendendo il primo posto all'Italia, che ebbe la meglio in casa contro i magiari e, battendoli a Budapest nell'ultimo decisivo incontro, negò loro l'accesso alla final four sopravanzandoli di un punto in classifica.

L'Ungheria, nota anche come "Aranycsapat" (Squadra d'Oro), è stata una delle squadre di calcio di maggior successo negli anni '50 e all'inizio degli anni '60. La squadra, guidata dall'allenatore Gusztáv Sebes e dal leggendario attaccante Ferenc Puskás, è nota per il suo stile di gioco fluido e creativo, noto come "calcio totale".

L'Ungheria ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 e ha raggiunto la finale della Coppa del Mondo FIFA del 1954, dove ha perso contro la Germania Ovest per 3-2. La squadra era composta da giocatori di talento come Zoltán Czibor, Sándor Kocsis, József Bozsik e János Göröcs.

L'Ungheria ha continuato ad avere successo negli anni '60, vincendo la medaglia di bronzo alla Coppa del Mondo FIFA del 1966 e raggiungendo la finale del Campionato Europeo UEFA del 1964. Tuttavia, la squadra non è stata in grado di replicare i successi degli anni '50 e ha iniziato a declinare alla fine degli anni '60.

Nonostante il declino, l'Ungheria rimane una delle squadre di calcio più rispettate al mondo e ha prodotto alcuni dei giocatori più grandi di sempre. La squadra ha una ricca storia e tradizione ed è sempre considerata una potenziale sorpresa nei principali tornei internazionali.