Date | R | In casa v Fuori casa | - |
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05/23 18:45 | 38 | Cagliari v Fiorentina | View |
05/24 18:45 | 38 | Genoa v Bologna | View |
05/25 16:00 | 38 | Juventus v Monza | View |
05/25 18:45 | 38 | Milan v Salernitana | View |
05/26 16:00 | 38 | Napoli v Lecce | View |
05/26 16:00 | 38 | Atalanta v Torino | View |
05/26 18:45 | 38 | Verona v Inter | View |
05/26 18:45 | 38 | Lazio v Sassuolo | View |
05/26 18:45 | 38 | Empoli v Roma | View |
05/26 18:45 | 38 | Frosinone v Udinese | View |
06/02 16:00 | 29 | Atalanta v Fiorentina | View |
Il campionato di Serie A, colloquialmente abbreviato in Serie A e ufficialmente denominato Serie A TIM dall'edizione 1998-1999 per ragioni di sponsorizzazione, è la massima divisione professionistica del campionato italiano di calcio maschile, gestito dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A.
Posto sotto l'egida della FIGC, la prima edizione del torneo risale al 1898; l'attuale formula (a girone unico) nacque poi nel 1929. La squadra più titolata è la Juventus, vincitrice del campionato per trentasei volte; l'Inter è invece la formazione più presente nel girone unico, avendone disputata ogni stagione.
La posizione della Serie A nel ranking UEFA determina il numero delle squadre italiane qualificate per le coppe europee. Al termine della stagione 2022-2023, il campionato italiano occupa il quarto posto nel ranking UEFA, dietro alla Premier League inglese, alla Primera División spagnola e alla Bundesliga tedesca. Nel 2021 si è posizionato al terzo posto della classifica mondiale dei campionati stilata annualmente dall'IFFHS.
Nato nel 1898, i primi due decenni del campionato italiano, ancora caratterizzato da un'organizzazione amatoriale nonché da uno scarso interesse del pubblico, furono segnati dai frequenti successi di Genoa – prima squadra a fregiarsi del titolo di campione d'Italia – e Pro Vercelli, le quali si spartirono gran parte dei titoli. La FIGC ha organizzato sin dalla prima edizione il campionato in piena autonomia, eccezion fatta per la stagione 1921-22: allorché le società non raggiunsero un accordo con l'appena lanciato progetto Pozzo, si arrivò alla disputa di due diversi tornei, uno dei quali organizzato dalla CCI. Già dalla stagione successiva, il compromesso Colombo sanò la frattura e permise di riunificare i tornei.
Sino alla fine degli anni 20 del Novecento, il titolo italiano – che dal 1925, cioè dall'introduzione della patch dello scudetto, per metonimia viene usualmente definito tale – veniva assegnato attraverso gironi plurimi su base territoriale e successive fasi a eliminazione diretta. Dall'edizione del 1929-30 il torneo si svolge invece secondo la formula del girone unico (già fugacemente sperimentata nella stagione 1909-10), prendendo al contempo la denominazione di Serie A, che mantiene sino a oggi. L'entrata negli anni 30 fu uno spartiacque nella storia del calcio tricolore, sia sul piano sportivo sia, soprattutto, sociale: all'inizio di un'epoca segnata dalle affermazioni pressoché costanti delle «tre grandi» – in primis la Juventus, la squadra più titolata d'Italia, seguita nell'albo d'oro dall'Inter, l'unica sempre presente in massima serie, e dal Milan –, si aggiunse infatti un sempre maggiore seguito da parte di tifosi e mass media, facendo definitivamente del calcio lo sport nazionale italiano, soppiantando il ciclismo.
A contrastare non episodicamente il dominio dell'asse milanese-torinese sono state, limitatamente al periodo interbellico e al secondo dopoguerra, il Bologna e l'altra torinese, il Torino. Nei decenni seguenti, oltre a rossoblù e granata, altre realtà come Fiorentina, Lazio, Roma – a suo tempo la prima squadra del Centro-Sud a rompere l'egemonia nordista in campionato, nell'edizione 1941-42 – e Napoli hanno ciclicamente iscritto i propri nomi nell'albo d'oro della massima divisione, senza tuttavia dare continuità alle proprie vittorie; ancor più rari sono stati gli exploit di club tradizionalmente lontani dal calcio di vertice, come Casale e Novese (quest'ultimo, nella controversa stagione del sopracitato «scisma» tra FIGC e CCI) agli inizi del XX secolo, e Cagliari, Verona e Sampdoria nella seconda metà del Novecento.
Sul piano della competitività, la scelta della Lega Nazionale Professionisti di bandire l'ingaggio di giocatori e tecnici dai campionati esteri, dopo la disfatta della nazionale al campionato del mondo 1966 in Inghilterra, portò a posteriori al periodo di maggiore appannamento della Serie A; una situazione ulteriormente aggravata, quattordici anni più tardi, dal primo, grande scandalo scommesse. Tale fase negativa si protrasse fino ai primi anni 80, quando il massimo campionato italiano scivolò, nella stagione 1981-82, al dodicesimo posto nel europeo, dietro a tornei generalmente considerati di secondo piano come quelli di Belgio, Unione Sovietica, Germania Est e Cecoslovacchia.
Inversamente, la Serie A toccò il suo apice, in termini di lustro e visibilità, a cavallo degli anni 80 e 90: l'elevato tasso tecnico delle formazioni, arricchite peraltro qualitativamente dalla cosiddetta «riapertura delle frontiere» agli stranieri, e la regolarità di buoni risultati nelle coppe europee – che raggiunse il culmine nella stagione 1989-90, con la storica conquista di tutte e tre le maggiori competizioni confederali da parte di club italiani –, portò la massima serie italiana a occupare per varie stagioni il primo posto del ranking continentale; uno status legittimato nella stagione 1997-98, quando la Serie A arrivò a qualificare un record di ben nove formazioni alle coppe europee.
Pur perdendo il succitato primato a partire dalla seconda metà degli anni 2000, per via di varie problematiche strutturali legate all'ambito sia tecnico sia extracampo, da allora la Serie A si mantiene tra i maggiori campionati d'Europa assieme a quelli di Germania, Inghilterra e Spagna.